Lettera aperta alla chiesa italiana

“Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio ” (Ef 2, 19)

Le Piagge - 20 gennaio 2012

    Questa letteranasce dopo l’incontro-invito con alcuni teologi e teologhe cheabbiamo avuto nella comunità delle Piagge a Firenze il 20 gennaioscorso e al quale hanno partecipato tante persone credenti e non.Rifacendoci alla tradizione più antica della comunità credente, che percomunicare usava lo stile epistolare, anche noi abbiamo pensato discrivere una lettera aperta alla chiesa italiana. Vorremmo fare unabreve sintesi delle tante inquietudini e dei tanti desideri edaspettative raccolte in quel contesto La trama principale delle nostreinquietudini, è espressa proprio dal testo della lettera alla chiesa diEfeso: Così dunque voi non siete piùstranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio…

    Abbiamo sempre pensato che questo fosse vero;abbiamo sempre pensato che la nostra condizione di donne e uominicredenti ci rendesse concittadini nella storia di tutti e familiari conil Mistero. Abbiamo sempre pensato che la nostra fede ci facesseresponsabili nei confronti della vita di ogni creatura e dei difficiliparti storici, sociali, economici, culturali e spirituali che lacomunità umana vive da sempre. Abbiamo sempre pensato anche, cheproprio perché siamo familiari di Dio, non siamo esenti dal viveresulla nostra pelle le fatiche che ogni popolo fa per poter esserepopolo degno e libero.

    Ma oramai, da molto tempo, ci sembra che questonon sia tanto vero, e soprattutto , con tristezza diciamo che forsenessuno ci chiede ed esige questa familiarità con il Mistero e questasolidarietà con la storia. La struttura ecclesiale infatti sembra piùpreoccupata a guidarci che a farci partecipare e soprattutto a farcicrescere. Le nostre comunità cristiane appaiono più tese a difendereuna tradizione che a vivere una esperienza di fede. Noi sappiamo comediceva Paolo alla sua comunità di Corinto, che abbiamo il diritto diessere alimentati con parole spirituali… e con un nutrimento solido(Cfr. 1Co 3, 1-2), e invece ci sentiamo trattati come persone immature,come se non fossimo responsabili delle nostre comunità, ma solodestinatari chiamati a obbedire a ciò che pochi decidono ed esprimonoper noi.

    E proprio in questo odierno contesto storico digrande fatica, ma anche di grande opportunità per tutti i popoli, edunque anche per la nostra società italiana, sentiamo che la chiesaè  lontana da questa fatica quotidiana dell’umanità. E che quandosi fa presente, lo fa solo attraverso analisi , sentenze e, a volte,giudizi che non ascoltano e non rispettano le ricerche e i tentativiche comunque la società fa per essere più autentica e giusta. Cisembrano sempre più vere le parole di Gesù nel Vangelo legano infatti pesanti fardelli e liimpongono sulle spalle  della gente, ma loro non vogliono muoverlineppure con un dito  (Mt 23, 4).

    Noi non vorremmo essere collusi e complici diquesto stile di vita, perché come credenti concittadini dei santi efamiliari di Dio, sappiamo quanto è difficile sospingere la storiaverso la pienezza della vita. Sappiamo anche che è difficile esserecoerenti, ma lo vorremmo essere perché la coerenza oggi saràpossibilità di vita per tutti. Perché condividere quello che abbiamo enon il sovrappiù, curarci dalle nostre ferite interiori,separarci datutti quegli stili di vita che invece di includere escludono e invecedi far crescere recidono, non è semplice ma è possibile, soprattuttoquando nasce da una ricerca comune, dove ciascuno può suggerirequalcosa, dove ciascuno può condividere la sua visione del mondo esoprattutto la sua esperienza di Dio. Ma noi non ci sentiamo sostenutinel far questo e l’esempio che abbiamo dalla chiesa ufficiale è, lamaggior parte delle volte, quello di pretendere riconoscimenti e idifendere propri interessi, immischiandosi in politica solo persalvaguardare i propri privilegi.

    Vogliamo essere popolo che cerca davvero di fareesperienza di Gesù, di quel Gesù che ispirava sogni di vita, cheispirava desideri di cambiamento. Quel Gesù che riusciva a far sognareanche chi conosceva solo disprezzo, o chi comunque veniva giudicatopeggio di altri ed emarginato Ci domandiamo come mai ci dicono diessere obbedienti al magistero senza chiederci di essere fedeli aquesto sogno bellissimo di una umanità composta da ogni lingua, razza, popolo, nazione…. (Cfr. Ap 7,9). Perché ci viene chiesto di essere credenti che devonoobbedire e difendere la verità e non ci dicono invece che la Verità èpiù grande di noi e per questo va ricercata costantemente, ovunque econ tutti?

    Allora è per questo che vorremmo offrirvi questenostre riflessioni, vorremmo che la chiesa ripensasse le sue strutturedi comunità, e soprattutto  la propria struttura gerarchica e isuoi rapporti con la società. Noi vorremmo che si rifiutasse ogniprivilegio economico e soprattutto vorremmo che l’economia dellestrutture ecclesiali non fosse complice della finanza e delle bancheche speculano con il denaro a scapito del sudore e del sangue diindividui e intere comunità, praticando un indebito sfruttamento, nonsolo delle risorse umane, ma anche di quelle naturali.

    Queste, in breve, sono alcune delle nostreinquietudini che condividiamo con tutti i credenti, perché la Vita si è manifestata e noi l’abbiamocontemplata, vista, udita, toccata con le nostre mani … (Cfr.1Gv 1,1-4) e di questo vorremmo rendere testimonianza. Partendo daquesto primo incontro, ci impegniamo a cominciare un processo diautocritica e critica costante, per aiutarci a vivere e crescereinsieme, come comunità credenti ma anche come compagni e compagne dicammino di tutti coloro che – tra evoluzioni, rivoluzioni erivelazioni- fanno di tutto per rendere la storia più bella, solidale egiusta.


Vedi anche

Contatti

  • Piazza della Chiesa, 1 - 33050 Zugliano (Udine)
  • segreteria@centrobalducci.org
  • 0432 560699

© Associazione - Centro di Accoglienza "E. Balducci" ODV ETS Privacy policy Cookie policy Powered by Easynet CMS