Dona ora!
Chi siamo
Mission
Storia
Organizzazione
Ufficio di presidenza
Consiglio direttivo
Gruppi di lavoro
Statuto
Bilancio sociale
Trasparenza
Cosa facciamo
Accoglienza
Biblioteca
Cultura
Convegno di Settembre
Altri eventi
Lettera di Natale
Notiziario
Diritti
Rete DASI FVG
Giustizia
Carcere
Cooperazione internazionale
Fondatore
Biografia
Galleria
Riflessioni
Pubblicazioni
Agenda eventi
Come aiutarci
Diventa socio
Volontariato
Servizio Civile
Donazioni
Contributi
Cibo e vestiario
5 per mille
Lasciti testamentari
Contatti
Contattaci
Dove siamo
Iscrizione newsletter
Sala Petris
Dati tecnici e regolamento
Prenotazione
Parrocchia
Orari Messe
Eventi parrocchiali
Foglio della domenica
Siti amici
Cerca nel sito…
Contiene
Inizia per
E' uguale a
Visualizza
10 records
25 records
100 records
Tutto
Dona ora!
Evento
Lettera di Natale 2011
La Chiesa del Vangelo e del Concilio Vaticano II con le porte sempre aperte
Centro Balducci 20 dicembre 2011
LETTERA di NATALE
PIERLUIGI DI PIAZZA
Dopo la lettera diNatale del 2009 riguardo al Dio in cui non crediamo e al Dio in cuicrediamo, dopo quella del 2010 su Gesù di Nazareth, avvertiamo ildesiderio di comunicare le nostre esperienze e sofferenze, le nostreconvinzioni e speranze riguardo alla Chiesa, guidata dallo Spirito diverità e libertà.
Siamo preti convinti e desiderosi sempre più ditestimoniare il Vangelo in questa Chiesa cattolica; ad essa siamoprofondamente grati per la fede ricevuta e nutrita; per letestimonianze di fedeltà e coerenza al Vangelo di tante donne e tantiuomini, a cominciare dalle nostre famiglie; per la Parola checontinuamente ci provoca e consola; per i sacramenti
celebrati con le comunità che serviamo, soprattutto per l’Eucaristia;per la ricchezza spirituale, culturale, umana sperimentata; per lostraordinario patrimonio di profeti e martiri a cui attingiamo luce esostegno nel nostro cammino.
È questa profonda gratitudine che ci sostienefortemente nel considerare le ombre e i tradimenti al Vangelo di cui lacronaca è cruda testimone e nell’affrontare la complessità dellasituazione presente.
Chiedendo coerenza prima di tutto a noi stessi,spesso ci interroghiamo sul rapporto fra la storia in generale, lestorie delle persone che incontriamo e la dottrina della Chiesa, chespesso avvertiamo come un mondo lontano, a se stante.
La Chiesa di Gesù diNazareth, sacramento di salvezza
Ci riconosciamo preti nella Chiesa comunità di fede,che fa scaturire e motivare la sua presenza e la sua azione nellastoria da Gesù di Nazareth ucciso-risorto e dal suo Vangelo. Troviamoconferme importanti per questa appartenenza nella tradizione viva deimartiri, dei profeti e dei santi e delle sante e, ultimamente, nellaChiesa del Concilio ecumenico Vaticano II, a nostro giudizio troppevolte ignorato o male interpretato.
Quando si parla della Chiesa, comunemente ci siriferisce alla gerarchia: papa, cardinali, vescovi, preti, diaconi...Sono solo una parte di essa, che invece è composta da tutti coloro che– grazie al Battesimo che hanno ricevuto – sono diventati in Cristo“sacerdoti, re e profeti”, segno visibile dell’amore di Dio che fa ditutti gli esseri umani il “popolo di Dio”.
La Chiesa vissuta, quindi, nel suo insieme non comefine, ma segno, “sacramento di salvezza” nella storia, nella misura incui, guidata dalla forza dello Spirito, riesce ad essere fedele al Diodi Gesù e al Vangelo.
Il fine è il Regno di Dio, ‘
il sogno’ di Dio sull’umanità: lagiustizia, l’uguaglianza, l’accoglienza, il perdono, la pace, ilbene... Un sogno che troverà compimento nel mistero di Dio e saràrealizzato nella forza del suo Spirito, ma che riguarda pienamente lastoria dell’umanità, senza alcun alibi e rimando; perché esso sirealizzi, chiede a tutti impegno, fedeltà e perseveranza.
Spesso risuonano in noi, anche perché suggerite daincontri con le storie di tante persone, le parole con cui inizia ildocumento
Gaudium et Spes
delConcilio ecumenico Vaticano II: “
Legioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi,dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure legioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristoe nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore
”.
La Chiesa è nello stesso tempo “
santa e peccatrice”, sempre da “
convertire”, perché formata dauomini e donne con le loro fragilità, perché istituzione storicasegnata da condizionamenti, parzialità, errori. Il suo fondamentocostitutivo è il Vangelo di Gesù Cristo. Quando da esso si allontana alpunto di smentirlo o tradirlo in maniera sistematica, diventa unaistituzione di potere fra le altre, con l’aggravante e la copertura dipretendere il suggello divino di custode della verità.
Crediamo la Chiesa profetica, coraggiosanell’annuncio del Vangelo, fedele e coerente nella testimonianza, conscelte chiare, da tutti leggibili, che sa dire: “ sì, sì; no, no”.
Contro ogniprivilegio
Quando la Chiesa riceve dal potere - economico,politico e militare- finanziamenti, vantaggi, privilegi e onori perdela forza profetica di denunciare con libertà la corruzione,l’illegalità, l’ingiustizia, l’immoralità, le guerre, il razzismo,nella nostra Regione manifestato anche a livello politico e legislativo.
Così è avvenuto e continua ad avvenire in ogni partedel mondo, con la drammatica conseguenza che il potere si sente inquesto modo legittimato, difeso, compiaciuto, incoraggiato e sostenuto.Possiamo esemplificare con due situazioni:
L’insegnamento della religionecattolica nella scuola
Sarebbe, a nostro avviso, importante che Stato eChiesa riconsiderassero l’ora di religione cattolica nella scuola. Inuna società sempre più multietnica, multiculturale e plurireligiosal’insegnamento della religione dovrebbe essere concepito e propostocome insegnamento del fenomeno religioso sotto tutti i suoi aspetti,come conoscenza, obbligatoria per tutti, delle diverse religioni.Risulterebbe conseguente che la scelta degli insegnanti e la loroformazione dovrebbero seguire le modalità comuni a tutti gli altri, contitoli di studio e abilitazioni professionali di competenza delloStato, senza la necessità di “idoneità” da parte di un’autoritàreligiosa. Non quindi un’ora di religione cattolica che esclude esepara, ma un’ora di insegnamento delle religioni che unisce earricchisce.
I Cappellani militari
Avvertiamo inoltre l’urgenza grave di ripensare lapresenza dei Cappellani militari nell’esercito, e la loro collocazionecome graduati con stipendio corrispondente e privilegi annessi econnessi. Presenza sempre più discutibile in un esercito oraprofessionale, ma che, al massimo, potrebbe avere un senso comeservizio di vicinanza umile e disinteressata alle persone, senzaassumere una funzione strutturale e gerarchica all’internodell’esercito. Rimane infatti aperta la grave questione del rapportofra il Vangelo e le armi e su questo, in modo particolare, la nostraChiesa dovrebbe dire una parola inequivocabilmente chiara, seguendo ilVangelo della non violenza e della costruzione della pace.
La Chiesa deidiversi ministeri e carismi
Nella Chiesa ci sono varietà di presenze, compiti,ministeri.
Con evidenza vanno riconosciuti i diversi ruoli eministeri, tra essi anche quelli specifici
del magistero e dei teologi. Il primo svolge il servizio di custodire eannunciare la fede, di testimoniarla con fedeltà e coerenza, attentocostantemente al “sensus fidei” del popolo. È importante anche ilcompito dei teologi che devono favorire l’approfondimento delle grandiquestioni nel rapporto tra fede, ragione e storia; è tanto piùsignificativo tale compito quanto più la riflessione parte dallarealtà, non quando si svolge solo in modo teorico; quando è liberonell’approfondimento e nella proposta. La teologia della liberazioneresta un esempio eloquente.
Avvertiamo con particolare urgenza la necessità diprivilegiare la testimonianza e la coerenza rispetto all’ortodossia ealla disciplina: sempre e prima di tutto obbedienti al Vangelo.
Alla richiesta di una maggiore democrazia nellaChiesa, si risponde solitamente che la Chiesa è molto di più dellademocrazia, è comunione. In realtà, per esserlo, la Chiesa dovrebbepromuovere partecipazione e corresponsabilità. Di fatto la rinuncia alla prassi democratica nelconfronto, nelle decisioni, nelle scelte e nell’obbedienza, riduce espesso vanifica la comunione; essa infatti, non può essere invocata percoprire la mancanza di democrazia.
Riteniamo che si debba aprire un dialogo sereno suquelli che vengono chiamati, ormai in maniera sempre più stanca erituale, “valori non negoziabili”: famiglia, matrimonio, concepimento,conclusione della vita...
Siamo convinti che tali problemi sempre più in gradodi coinvolgere profondamente la coscienza e la sensibilità dellepersone non debbano mai diventare oggetto di trattativaideologico-politica. Non si dovrà certo percorrere la strada delrelativismo etico, bensì riaffermare l’opzione etica di fondo, cheaccoglie le sofferenze e le speranze di tutti, che si lascia provocaredalla complessità della vita, con il fine costante di contribuireall’accoglienza, al sostegno, all’incoraggiamento, alla serenità e albene delle persone.
Crediamo la Chiesa come luogo del perdono, dedita aprendersi cura delle situazioni di difficoltà, fragilità, smarrimento,in cui ogni servizio all’uomo possa essere riconosciuto come servizioevangelico. Tra essi c’è anche il ministero sacerdotale che riteniamopossa essere svolto - con pari dignità - da uomini celibi e sposati eda donne prete; la riconsiderazione della legge del celibato potràfinalmente affermare la libertà e con una speciale attenzione valutarepositivamente la disponibilità al servizio dei preti sposati che, perl’attuale disciplina, sono stati costretti a lasciare il ministero.Crediamo si debba ripensare il ruolo della donna, simile ecomplementare a quello dell’uomo, anche riguardo
ai ministeri ordinati. Per quanto riguarda questa questione siamoconvinti che non sussistano motivi biblici e teologici decisivi dicontrarietà; del resto non si tratterebbe di una scontatarivendicazione di parità dei diritti, ma molto più profondamente, dicoinvolgere la ricchezza e la diversità di genere, liberando così laChiesa da un maschilismo di fatto che ha conseguenze non di poco contonelle decisioni dottrinali ed etiche.
Riteniamo che nell’ambito della riflessione suiministeri sia necessario considerare con particolare attenzione ledimensioni dell’affettività, dell’amore, della sessualità, ancheattraverso la convocazione di un Sinodo mondiale e allo stesso tempo diincontri nelle comunità parrocchiali e nelle Diocesi, per ricostruireuna vera e propria teologia dell’affettività e della sessualità,esaminando serenamente alla luce del Vangelo, e con il contributo delledonne e degli uomini di scienza e di esperienza, le diverse situazionie implicanze. Questa riflessione induce a chiedere perdono a tutte levittime della pedofilia, per la violenza e le sofferenze inflitte, peri silenzi e le coperture; e ancora alle persone omosessuali perl’esclusione nei loro confronti.
Una Chiesapovera
Riteniamo che la Chiesa debba farsi carico conmaggiore limpidezza e credibilità, di una più autentica e fortetestimonianza del Vangelo riguardo al denaro, ai beni, alle strutture,e in genere allo stile di vita.
Crediamo la Chiesa povera, umile, sobria,essenziale, libera da ogni avidità riguardo al possesso dei beni.Ricordiamo che proprio Gesù di Nazareth ci ha consegnato il veromodello di povertà evangelica quando “da ricco che era si fece poveroper arricchirci con la sua povertà” (2Cor.8,9). La Chiesa utilizziquindi sempre con trasparenza il denaro, i beni, le strutture, rendendoconto pubblicamente di tutto. Sia sempre chiaro il fine a serviziodelle comunità e della promozione della persona con una reale opzionedei poveri vicini e solo geograficamente lontani. Non ci si preoccupi,quindi, di diventare più ricchi per aiutare di più, ma ci sia l’impegnoad imparare, sull’esempio di Cristo, a stare accanto ai più piccolianche con la propria povertà. La Chiesa quindi, paghi doverosamente letasse riguardo a quei beni che non sono in modo chiaro ed evidentefinalizzati alla solidarietà, alla promozione culturale, al bene comune.
Le donne e gli uomini che osano chiamarsi cristiani,vivano in modo dignitoso, semplice e sobrio, senza accumulare eostentare, a cominciare dal Papa, dai vescovi, dai preti, dagli ordinireligiosi maschili e femminili.
Siamo convinti che la Chiesa debba scegliere unavolta per sempre di liberarsi dai ridicoli titoli nobiliari e onorificiquali
Sua Santità. Eminenza,Eccellenza, Monsignore, Reverendo...
, perché a questo cirichiama espressamente il Vangelo oltre che il buon senso.
Anche a chi svolge perciò i doverosi compiti diguida e di responsabilità ci si possa, quindi, rivolgere in modosemplice, fraterno, filiale.
Riteniamo anche che la Chiesa debba fare uno sforzodecisivo per liberarsi dai vestiti e paludamenti clericali cheappartengono ad altri tempi e mentalità. Essi tendono a sottolinearedistanze e dipendenze di cui non troviamo traccia nel Vangelo.
Crediamo la Chiesa dell’accoglienza, delle porteaperte, senza pregiudizio o giudizio, tanto meno rifiuto: primal’accoglienza, l’ascolto, la comprensione, l’attenzione poi il dialogo,il confronto, il sostegno. Crediamo la Chiesa, che accompagna negliinterrogativi e nella ricerca di risposte, che sa ascoltare e imparareprima di esprimersi ed insegnare.
Crediamo la Chiesa che si apre all’incontro, al dialogo, allaconoscenza, alla preghiera, e condivide, con donne e uomini di altrefedi religiose, con tutte le donne e tutti gli uomini di buona volontà,la responsabilità per la giustizia, la pace, la salvaguardia del creato.
Ricordiamo che “la regola d’oro” “
Fai agli altri ciò che vuoi gli altrifacciano a te”, è egualmente presente, solo con qualche piccolavarietà verbale, in tutte le più grandi tradizioni religiosedell’umanità.
Una Chiesa chepuò ispirare l’impegno politico, ma mai compromessa con il potere
In questo periodo la Chiesa Italiana ripropone unrinnovato impegno politico dei cattolici e ribadisce che la fede nonpuò essere rinchiusa in una dimensione individuale, privatistica.Riteniamo che si debba particolarmente avvertire questa urgenzanell’attuale momento storico. Nella crisi epocale in corso, che semprepiù vede l’aumento endemico delle disuguaglianze, lo scandalo dellafame con il crescente numero di poveri, l’insostenibilità dell’attualemodello di sviluppo con ricorrenti crisi finanziarie di vasteproporzioni, conflitti tra culture, religioni e identità diverse, laChiesa è impegnata a richiamare i cristiani alla loro responsabilità dicollaborare alla gestazione di un mondo più giusto e fraterno. UnaChiesa che tace o rimane insensibile di fronte alle tragedie del mondocontemporaneo è distante anni luce dall’eredità di Gesù e dal suoannuncio di liberazione. Sono quindi doverose la riflessione e laproposta continua di una società e di un mondo riconoscibili per lagiustizia, l’uguaglianza, i diritti umani uguali per tutti; e questonella nostra società e nell’intero pianeta sempre più interdipendente.La crisi attuale è etica e culturale, ancor prima che economica.
Ribadiamo l’importanza della laicità della politica.
Se è vero che le donne e gli uomini credenti devonocercare nella loro fede ispirazione e forza per dare il propriocontributo alla costruzione della società degli uomini, è anche veroche tale contributo non può prescindere da un confronto anchedialettico che tenga realisticamente conto del possibile più che disalvaguardare affermazioni di principio.
Nell’aula dei Consigli di rappresentanza (comunali,provinciali, regionali, nazionali o sovranazionali), nel partecipare aduna commissione, nel preparare una legge, nel votare una scelta,ciascuno esprimerà il suo patrimonio spirituale ed etico. Non servonodichiarazioni preventive facendone un blocco di ideologia religiosa ospecularmente laicista, Non è pensabile quindi un partito di cattolici.Essi si esprimano nella laicità della politica e delle istituzioni. Cisi chiede: le persone impegnate in politica e che si dichiaranocattoliche partecipano a una comunità, alla celebrazionedell’eucarestia? Da dove traggono l’ispirazione?
La Chiesadell’accoglienza, della condivisione e della festa
Crediamo la Chiesa che vive la liturgia, lacelebrazione dell’Eucaristia e degli altri sacramenti con intensità esemplicità, in modo responsabile, partecipato e diretto, celebrando pervivere l’incontro fra noi e Dio, fra storia e trascendenza, fraconcretezza e mistero, fra spiritualità e materialità, fra memoria,presente e futuro: fra il già e il non ancora. Sentiamo disagio per leliturgie contrassegnate dal protagonismo del clero, a cui il popoloassiste con distacco.
Crediamo la liturgia che celebra la benevolenza diDio e la nostra vita che a Lui si ricollega nelle esperienze piùdiverse: la nascita, la morte, l’amore, il lavoro, le scelte piùimportanti, il dolore, la speranza.
Se l’accoglienza è decisiva, come crediamo, per lanostra testimonianza di fede, ci permettiamo di indicare unapossibilità: che ogni comunità cristiana accolga una persona, o unafamiglia, con particolare attenzione a chi vive nel territorio: ladisponibilità di una stanza o un appartamento per l’accoglienza di unitaliano o di uno straniero, di un malato o di un ex carcerato... equesto come comunità.
Emergono spesso dal nostro profondo le parole diBonhoeffer, grande teologo martire del nazismo: “Viene un tempo nelquale ci restano due scelte: pregare e operare per la giustizia”.
Una Chiesa che preghi e operi per la giustizia. Daqui ripartiamo e qui ritorniamo.
Sottoscrivono i preti:
Pierluigi Di Piazza (Udine); FrancoSaccavini (Udine); Mario Vatta (Trieste); Giacomo Tolot (Pordenone);Piergiorgio Rigolo (Pordenone); Alberto De Nadai (Gorizia); AndreaBellavite (Gorizia); Luigi Fontanot (Gorizia); Albino Bizzotto(Padova); Antonio Santini (Vicenza)
Scarica la lettera di Natale 2011 in pdf (215 kb)
Vedi anche
20/12/2011
Presentazione della Lettera di Natale 2011
18/12/2012
DARE VERITA’ AL NATALE - Giustizia, accoglienza, Chiesa del Vangelo
Dare verità al Natale - Giustizia, accoglienza, Chiesa del Vangelo
LETTERA A FRANCESCO VESCOVO DI ROMA E PAPA
Lettera di Natale 2016