“Maledetta Mafia” ed San Paolo

di Piera Aiello e Umberto Lucentini

Stevenà di Caneva giovedì 20 marzo, ore 20.45
“MaledettaMafia” ed San  Paolo
di Piera Aiello e  UmbertoLucentini
Postfazione di don Luigi Ciotti
Villa Frova -  Piazza San Marco - Stevenà di Caneva
giovedì 20 marzo 2014, ore 20.45


Piera Aiello è il nome di una persona che vive una doppia vita: neitribunali come testimone di giustizia, nella vita quotidiana come altrapersona.

Piera Aiello ha solo 18 anni quando sposa Nicolò. Nove giorni dopo ilmatrimonio il suocero, Vito Atria, un piccolo mafioso locale, vieneassassinato. Nel 1991 la stessa sorte tocca a Nicolò, sotto gli occhiimpotenti di Piera.
Dopo quell’omicidio in Piera scatta qualcosa: “vedova di un mafioso,vestita a lutto come impongono le regole della mia terra, con una bimbadi tre anni da crescere e una rabbia immensa nel cuore. In quel momentoil destino ha messo un bivio lungo il mio percorso: dovevo sceglierequale futuro dare a mia figlia Vita Maria”.
Il momento di svolta è l’incontro con un uomo che una mattina, scrivePiera: “mi ha preso sottobraccio e mi ha piazzato davanti ad unospecchio, eravamo in una caserma dei Carabinieri”. Quell’uomo è PaoloBorsellino. “Da quando lo “zio Paolo” mi ha piazzato davanti a quellospecchio e mi ha ricordato chi ero, da dove venivo e dove sarei dovutaandare, sono diventata una testimone di giustizia. Io non ho maicommesso reati, né sono mai stata complice dei crimini di mio marito edei suoi amici, gli stessi che poi ho accusato nelle aule dei tribunalie nelle corti d’assise. Quel che è certo è che la mia storia, la miavita, è stata rivoluzionata dalla morte”, compresa la morte di RitaAtria, sua cognata, che a 17 anni decide di ribellarsi al sistemamafioso, ma dopo l’assassinio di Borsellino non riesce a reggere aldolore e si toglie la vita.
Nonostante tutto Piera continua ad andare avanti, sostenuta da unadeterminazione incrollabile e dalla consapevolezza che l’eredità diFalcone, Borsellino e Rita non può andare perduta: “Ecco perché oggi hodue nomi e due cognomi che corrono paralleli, che a volte siincrociano, si sovrappongono, che si respingono e si fondono”.
Ecco perché oggi Piera Aiello ha scritto questo libro


Dal 1996 ogni 21 marzo si celebrala Giornata della Memoria e dell'Impegno per ricordare le vittimeinnocenti di tutte le mafie; Piera Aiello  vedova del figlio di unboss, racconta in questo  libro la sua vita, la sua lotta costantealle mafie e  l’incontro con  uno dei simboli di questa lottail giudice Borsellino.


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