Mancuso: «Di Piazza ci insegna che la fede se non diventa etica non fa del bene»

di Mario Brandolin

Dal Messaggero Veneto del 3 gennaio 2023
Mancuso:«Di Piazza ci insegna che la fede se non diventa etica non fa del bene»
di Mario Brandolin
Dal Messaggero Veneto del 3 gennaio 2023

Il filosofo ha dedicato il suo nuovo saggio al religioso friulano.«Come il giudice Livatino è stato un grande maestro».


Mai come in questi nostri tempi è pressante e angosciante la sensazioneche il “mondo sia fuori di sesto”, come faceva dire Shakespeare adAmleto, il suo personaggio più in sintonia con il sentire contemporaneo.

Guerra, pandemia, disastrosi cambiamenti climatici, relazioni tra lepersone sempre più affidate alla virtualità delle nuove tecnologie, unasecolarizzazione che investe tutti i campi, religione compresa, unvuoto valoriale che investe la politica, sempre più in crisi: sono soloalcuni dei problemi che affiggono l’umanità del terzo millennio. Aiquali ci si approccia, quando ci si approccia, sempre più spesso consuperficialità, con mente distratta, anche con fastidio.

A cercare di fare un minimo di chiarezza in tanta confusione un libroda poco in libreria: Etica pergiorni difficili (Garzanti editore). Un importante volume delfilosofo e teologo Vito Mancuso che rilegge questo nostro mondo allaluce dell’imperativo etica, del fare il bene per stare bene. L’abbiamosentito e gli abbiamo chiesto quanto è urgente parlare oggi di etica?


«È così urgente da costituirsi quasi come una questione di vita o dimorte della nostra civiltà. Perché non ci sono rimasti molti altririferimenti normativi che ci possano spingere a essere migliori, aspenderci per qualcosa di più importate. La religione lo è sempre menocome anche la politica che un tempo aveva un’idealità.

Sia la politica sia la religione hanno avuto nei confronti dell’eticaun senso di superiorità pensando di strumentalizzarla alle lorofinalità. Adesso l’etica deve proporsi da sola, con un’educazione eticaeffettiva e vasta e sistematica: solo così c’è la possibilità che lanostra civiltà fermi il suo decadere».

E non solo in riferimento agliinterventi dell’uomo che hanno devastato la natura.

«Perché quello che è veramente decisivo è il passaggiodall’egocentrismo a una centralità diversa, a qualcosa che trascenda ilsingolo sentire per diventare invece relazione al servizio dellanatura, ma anche a quello del bene, dell’armonia politica, della poliscome dei rapporti interpersonali, affettivi e sentimentali».

Cosa distingue l’etica dal buonismo?

«Con buonismo intendo quell’atteggiamento moralistico di chi fa i contisolo con se stesso, di chi si preoccupa solo di preservare i propriideali, la propria anima, senza la capacità di effettivamente incideresulla realtà.

Mi rendo conto che bisogna distinguere la dimensione interiore daquella esteriore soprattutto quando è politica e sociale e quando altriche la pensano diversamente da te il compito della politica è trovareuna mediazione che sappia parlare il più possibile a tutti. In questosenso l’etica è sempre relazione capace di abbracciare un numero vastodi persone».

Non c’è il rischio del relativismo,oggi imperante a tutti i livelli?

«Ci sono due estremi, quello dei principi, dei valori e quello dellarealtà priva i ideali. In mezzo c’è la razionalità che significa tenerconto del contesto, altrimenti il solo valore diventa assolutismofanatismo e integralismo, e senza valore diventa relativismo. La via dimezzo è la vita effettiva dell’etica».

Etica come utopia?

«Le vecchie utopie volevano cambiare il mondo, la nuova utopia mira piùmodestamente a non farsi cambiare dal mondo. Un rischio oggi sempre piùevidente. Un tempo c’era la possibilità di difendersi più facilmentedal mondo, oggi meno.

L’utopia è esattamente far si che il mondo, non entri a stravolgerecompletamente le nostre anime e soprattutto quelle dei giovani i piùesposti alle sollecitazioni, e per mondo intendo i signoridell’algoritmo impedendo loro di trasformarci da homo sapiens a homoconsumans».

Che fare?

«Se è vero che l’etica è questione di vita o di morte della nostraciviltà e umanità, allora ne segue che uno dei compiti più urgenti èl’educazione etica a partire dalla scuola».

Il libro è dedicato al giudiceLivatino e a Don Pierluigi Di Piazza.

«Due figure, due immagini eroiche del bene. Il primo opponendosi fino amorire alla mafia. Il secondo anche lui grande maestro di eticamostrando come la spiritualità, la fede, la religione se non diventanoetica concreta restano religiosità sterile, incapace di essere e fareil bene».


Vedi anche

Contatti

  • Piazza della Chiesa, 1 - 33050 Zugliano (Udine)
  • segreteria@centrobalducci.org
  • 0432 560699

© Associazione - Centro di Accoglienza "E. Balducci" ODV ETS Privacy policy Cookie policy Powered by Easynet CMS