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Memoria delle vittime e condanna della guerra
Riflessioni di don Pierluigi Di Piazza
Centro Balducci, novembre 2021
PACE
PIERLUIGI DI PIAZZA
Memoria delle vittime e condanna della guerra
Il mio intento è quello di esprimere alcune riflessioni sull'
importanza di una memoria storica
, compresa quella del Milite Ignoto celebrata in questi giorni, che unisca sempre la
pietà
e il
dolore
per le centinaia di migliaia di morti alla condanna netta ed esplicita di chi li ha mandati a morire, il ripudio della guerra come dichiara l'articolo 11 della nostra Costituzione.
Mi pare invece che l'attenzione doverosa ai morti celebrata in altri modi rischi di diventare un
sostegno all'eroismo
della guerra, quindi alla guerra stessa.
A proposito del
Milite Ignoto
ho sempre pensato che per una logica intrinseca deve diventare una condanna alla guerra totale, definitiva e permanente. Rappresenta infatti le sue
conseguenze drammatiche
: cioè la distruzione della persona nella sua totalità nel corpo nella dignità, e nell’ interiorità. Se siamo convinti che il nome, il volto, lo sguardo, la relazione sono costitutive del nostro essere donne e uomini umani, essere ridotti alla irriconoscibilità è la situazione più grave a cui si possa pensare. È stata
scelta da Maria
; madre di un figlio ucciso in guerra una fra le undici bare collocate 100 anni fa nella basilica di Aquileia. Accanto alle
madri
vediamo i
padri
, i
fratelli
, i
figli
.
Mi permetto per esemplificare che
il mio nome Pierluigi
raccoglie i nomi dei due nonni e che il
nonno
paterno
Luigi è morto prigioniero in guerra a
Mauthausen
in Austria dove poi i nazisti hanno costruito un campo di prigionia e di sterminio. Ha lasciato
nonna Rosalia con tre bambini
piccoli in una
povertà assoluta
. La guerra ha ridotto ad essere ignoti decine e decine di migliaia fra i 650 mila morti italiani non della “grande guerra”, ma della spaventosa tragedia, di cui pare che più di
60 mila ignoti siano sepolti a Redipuglia
. La memoria di 16 milioni di morti in totale e di 20 milioni di feriti e mutilati assume significato se e come parla all’ oggi: si ascoltano rare voci di denuncia di quella guerra e delle tante guerre di oggi in diverse parti del mondo, dell’
impressionante quantità di armi prodotte e vendute
, anche a regimi come l'Egitto dov'è stato sequestrato, torturato e ucciso Giulio Regeni per il quale continuiamo a chiedere con la famiglia verità e giustizia.
Sono
24 i miliardi investiti dal nostro Paese
per le spese militari: quanti interventi con quella somma ingente si potrebbero impegnare per la salute, la scuola, il lavoro, i servizi sociali, la salvaguardia dell'ambiente. Papa Francesco nel suo doloroso pellegrinaggio al sacrario di
Redipuglia
il 13 settembre 2014 ha espresso un giudizio molto severo sulla guerra e su coloro che per motivi di potere, di geopolitica, di interessi l’ha preparata e messa in atto e ha indicato uno striscione che vedeva con gli occhi del cuore e della coscienza collocato sopra il sacrario e su cui c'era scritto:" Cosa me ne importa?", perché la guerra è proprio questo
disinteresse e disprezzo per la vita
delle persone che diventano numeri da usare e sacrificare. Si sa che il sacrario di Redipuglia è stato voluto da
Mussolini
in persona dopo una visita al cimitero prima collocato sulla collina di fronte, a suo dire triste e poco curato. La struttura architettonica è finalizzata non alla pietà per i
100.000 morti
ma all'esaltazione dell'eroismo di guerra.
Le
tombe del Duca d'Aosta
e dei quattro generali collocate davanti ai 100.000 che dicono:" presente “, così è scritto, come a dire pronti di nuovo a combattere per l'idolo fascista della patria che nulla a che fare con la Patria a cui ci sentiamo di appartenere formata da donne e uomini, ad iniziare dai giovani che si impegnano per attuare la Costituzione, per la giustizia, l'uguaglianza, la libertà, la
democrazia
, i
diritti
umani
uguali per tutti. È sconcertante e riprovevole che il Sacrario di Redipuglia sia stato inaugurato dallo stesso
Mussolini il 18 settembre 1938
, lo stesso giorno in cui in piazza della Libertà a Trieste ha pronunciato di fronte a una immensa folla delirante le
leggi razziali, razziste
. Come è possibile un accostamento fra queste leggi che hanno prodotto impressionanti umiliazioni e morti e i morti di Redipuglia? E c'è un'altra questione molto importante: la
presenza della religione nella guerra
e anche la memoria discutibile in tutto il successivo percorso storico. Il papa di allora
Benedetto XV
ha definito, peraltro inascoltato, quella guerra come" inutile strage". Pensiamo come si celebravano le messe nei due campi avversi e si pregava lo stesso Dio per poi uccidersi. Non può essere certo il Dio della pace, di Gesù di Nazareth, delle beatitudini in cui afferma: “Beati i non violenti, i costruttori di pace".
Si celebravano anche i
Te Deum di ringraziamento
per le vittorie conseguite che significavano brutalmente l'uccisione di migliaia di persone. Una legittimazione alla guerra del tutto inaccettabile. A mio avviso la Chiesa non è profetica sulla pace come dovrebbe se si
fa eccezione di papa Francesco
e con lui di una Chiesa di minoranza; non segue i profeti come don Mazzolari, don Milani, Padre Turoldo, padre Balducci, don Tonino Bello ed altri annunciatori e operatori di pace; non denuncia, non annuncia, non prende decisioni; se è molto importante pregare per la pace non è sufficiente se non aiuta ad essere attivamente
costruttori di pace
.
A mio avviso non c'è stata una
rielaborazione
teologica
della
memoria
delle guerre e dei morti, del senso dei monumenti ai caduti nei nostri paesi di fronte ai quali ci si può riunire solamente per rinnovare nella memoria dei morti il nostro impegno per la
non violenza
e la pace, mai per legittimare l'eroismo della guerra. Ricordo Gino Strada come oppositore alla guerra in modo assoluto perché attivo nel curare i feriti facendo il possibile e l'impossibile perché le
persone
, a cominciare dai bambini non rimanessero
ignote
.
Vedi anche