Nome in codice: Caesar

Mostra fotografica dedicato alla crisi umanitaria in Siria

Udine, Sala Ajace, dal 25 febbraio al 4 marzo 2017
Nome in codice: Ceasar
Mostra fotografica
Udine, Galleria Tina Modotti,
dal 25 febbraio al 4 marzo 2017

Il Comitato “Stop the War - Udine for Syria” proseguenella propria attività, ed è con piacere che vi segnala ed invita aquesta mostra, una selezione di 30 fotografie scattate da “Caesar”,pseudonimo che protegge l’identità di un ex fotografo della poliziamilitare del regime siriano, il cui incarico, dal 2011, era difotografare i corpi delle persone morte nei centri di tortura diDamasco.

La mostra “Nome in codice: Caesar” è un veicolo potente eschietto: ci mette di fronte a noi stessi come individui e comecollettività.
 
Già esposta al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, al Memorialdell’Olocausto a Washington, al Parlamento Europeo di Strasburgo, aWestminster, a Parigi, Boston, Dublino, Roma Sala Spazio del Museo DMaxxi e a Napoli Castel dell’Ovo.

L’indignazione che scaturisce dalla visione delle immagini puòtrasformarsi tuttavia in azione concreta. Ciò che accade nellecarceri siriane è già accaduto in passato, accade in altre parti delmondo e certamente, purtroppo, potrà accadere nuovamente,ovunque. Riguarda dunque noi tutti, riguarda l’impegno per ladifesa dei diritti umani, dei valori alla base di qualsiasi societàche possa e voglia dirsi “civile”. 

La Siria oggi è teatro della più grande crisiumanitaria dei nostri giorni e il tema della tortura nelle carceri,per quanto duro e difficile da affrontare, ne è parte fondamentale… nonpossiamo restare indifferenti. Per questo, così come in passato, vichiediamo di esserci e partecipare assieme a noi a questainiziativa, affinchè insieme si possa diffondere con forza unmessaggio di pace e di rigetto di qualsiasi forma di violenza. Latestimonianza del vostro impegno e aiuto sarà resa tangibile attraversol’istallazione, all’interno della mostra, di un pannello che elencherài nomi delle associazioni e delle persone che hanno aderito e supportatoquesto progetto attraverso il crowdfunding.

La mostra

Dal maggio 2011 all’agosto 2013, Caesar ha scattato 53.275immagini, secondo una prassi in uso già prima dello scoppio dellarivolta; ne ha poi fatto copie su chiavette USB, ha disertato e portatocon sé in Occidente quelle fotografie. Si tratta di migliaia di GiulioRegeni siriani morti sotto tortura in Siria. Human Rights Watch,nel suo rapporto in merito a tale materiale, si concentra su 28.707fotografie, che raccontano la storia delle torture subite da 6.786detenuti poi morti, le restanti fotografie mostrano invece corpi disoldati governativi, di combattenti ribelli, o di civili morti peresplosione.

Le fotografie, sono state attentamente visionate e verificate da unasquadra di esperti e inquirenti indipendenti. Il dossier è statoaffidato a uno studio legale londinese, che ha avuto l’incarico di effettuareuna perizia sulle fotografie e verificare l’attendibilità dellafonti. Lo studio legale si è avvalso anche di due giuristi di famainternazionale, David Crane e Desmond de Silva, succeduti alladirezione del Tribunale speciale per la Sierra Leone che ha giudicato econdannato il presidente liberiano Charles Taylor per crimini di guerrae contro l’umanità.

Desmond de Silva si è espresso in questo modo: “Evocano le fotodei sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti (…). Si trattasenza ombra di dubbio di prove sufficienti a intentare un procedimentoper crimini contro l’umanità”.

La mostra è promossa da Amnesty International, FNSI(Federazione Nazionale Stampa Italiana), FOCSIV (FederazioneOrganismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario), Unimed(Unione delle Università del Mediterraneo), Un ponte per… eArticolo 21.

Inaugurazione

L’inaugurazione sarà preceduta, da una Conferenza dipresentazione che si terrà presso la Sala Ajace del comune di Udine,Sabato 25 Febbraio ore 15.30. A tale incontro interverranno diversepersonalità e ospiti, sarà presente l’ex detenuto sopravvissuto alletorture Mazen Alhummada, il giornalista italo-siriano Fouad Roueiha, evia skype l’avvocato Mazen Darwish e la giornalista Yara Badr attivistiper i diritti umani in Siria, del “Centro Siriano per i Media e lalibertà di espressione” (Scm). Modera il dott. Alberto Savioli.

Cliccate QUI per raggiungere il link dedicato al crowfunding.

Per ulteriori chiarimenti e informazioni potete contattare: udineforsyria@gmail.com

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