Il prossimo 8 marzo tornanelle strade di tutto il mondo lo sciopero globale delle donne. Ilrifiuto della violenza maschile in tutte le sue forme e la rabbia dichi non vuole esserne vittima si trasformano in un grido comune: da #metoo a #wetoogether! Insiemediamo vita a uno sciopero femminista perché pretendiamo unatrasformazione radicale della società.
Scioperiamo contro la violenza economica, la precarietà e lediscriminazioni.
Rifiutiamo le gerarchie sessuali, le norme di genere, i ruolisociali imposti, i rapporti di potere che generano molestie e violenze.
Rivendichiamo un reddito di autodeterminazione, un salario minimoeuropeo e un welfare universale, garantito e accessibile.
Vogliamo autonomia e libertà di scelta sui nostri corpi e sullenostre vite.
Contro il razzismo fascista e le politiche securitarieistituzionali, che giustificano la violenza più brutale verso lemigranti e i migranti e impongono progressive restrizioni alla lorolibertà di movimento, rivendichiamo la nostra autonomia e ribadiamo lanecessità/volontà di autodeterminarci.
Sappiamo che scioperare è sempreuna grandissima sfida, perché ci scontriamo con il ricatto di unlavoro precario o di un permesso di soggiorno. Sappiamo quanto èdifficile interrompere il lavoro informale, invisibile e non pagato chesvolgiamo ogni giorno nel chiuso delle case, nei servizi pubblici eprivati, per le strade. Lo sciopero femminista ci dà forza, coinvolgeil lavoro produttivo e riproduttivo, fa sì che il nostro movimentoecceda l’esistente, attraversi frontiere, lingue, identità e scalesociali per costruire nuove geografie.