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Evento
Prima le persone
Appello e manifestazione
Udine, sabato 26 settembre 2020, ore 16.30
Rete DASI FVG
RESPINGIMENTI, ACCOGLIENZA IN GHETTI,CENTRI DI DETENZIONE:
BASTA SCELTE PERICOLOSE E ANTIDEMOCRATICHE
PRIMA LE PERSONE
In Piazza 1° Maggio a Udine il 26 settembre 2020, ore 16.30
La Rete DASI (Diritti, Accoglienza e Solidarietà Internazionale) FVGlancia un nuovo appello e una manifestazione contro le politiche diimmigrazione della regione.
La situazione in FVG è divenuta preoccupante per tutte e tutti, percoloro che vi abitano e per coloro che vi arrivano, minando la stessatenuta dell’ordinamento democratico: la nostra Costituzione, il dirittointerno e dell’Unione Europea sulla protezione internazionale, laDichiarazione Universale dei Diritti Umani sono continuamentestracciati e calpestati.
Come noto, il territorio regionale, e in particolare la città diTrieste, sono il punto terminale della cosiddetta Rotta Balcanica, viadi fuga obbligata per i rifugiati. Senza alcuna situazione di emergenzareale (non ci sono stati aumenti significativi degli arrivi rispetto al2019) nel corso della primavera è stato rispolverato ad arte un vetustoaccordo di riammissione tra Italia e Slovenia del lontano 1996,superato dall’evoluzione storica e giuridica di quasi tre decenni. Inviolazione delle norme interne, dell’Unione Europea e del dirittointernazionale, sono iniziate operazioni massicce di respingimento deirichiedenti asilo apertamente rivendicate dal Governo italiano: sitratta di respingimenti che avvengono senza alcun provvedimentoamministrativo, ma solo in forza di trasferimenti eseguiti dallepolizie di Italia, Slovenia e Croazia che hanno come effetto quello dideportare le persone in Bosnia, fuori dall’Unione Europea, senzalasciare traccia di tali operazioni. Le deportazioni avvengono, speciein Croazia, anche con l’uso di violenze efferate come documentato daAmnesty International e da tutti i rapporti internazionali indipendenti.
In parallelo è continuata, con folle determinazione, anche da partedella Giunta regionale, la spinta verso una politica concentrazionaria,finalizzata ad eliminare ogni esperienza di accoglienza diffusa,isolando - soprattutto a Udine – i richiedenti asilo in grandistrutture degradate, senza corsi di italiano, né percorsi diqualificazione professionale o attività sociali, rendendoli soggettipassivi e alimentando una percezione negativa della loropresenza. Con la crisi del Covid – 19 la Regione e alcuneamministrazioni locali con spregiudicatezza hanno indicato le personein arrivo dalla Rotta Balcanica come gli untori che causano ladiffusione del virus, a dispetto di tutte le statistiche ufficiali. Conpercentuali di positività al Covid 19 identiche alla media dellapopolazione locale, anziché ricorrere all’isolamento fiduciario instrutture piccole e a ciò dedicate, si sono collocati i migranti instrutture collettive non idonee, come nella ex caserma Caverzani,accentuando la potenziale diffusione del virus e facendo volutamenteesplodere la paura tra la cittadinanza per usarla come arma politica.
Dimenticando la situazione di degrado e violenza che aveva resonecessaria la chiusura del CIE di Gradisca, a dicembre 2019 è statoriaperto, nello stesso stabile, il CPR, struttura che con nome diversoè destinata a detenzioni inefficienti, costose e violente, nella qualesi sono riproposte le medesime situazioni di disperazione e degradoprecedenti: in sei mesi sono morte due persone in circostanze ancoradel tutto oscure.
Siamo molto preoccupate/i di tali scelte politiche, nazionali e locali,finalizzate a una gestione volutamente emergenziale di situazioni chesono invece del tutto gestibili con i normali strumenti giuridici dicui il nostro ordinamento dispone; tali scelte costituiscono un rischioconcreto per la tenuta democratica del Paese perché consolidano l’ideache ogni situazione di crisi autorizzi prassi arbitrarie, comportamentidemagogici e di incitamento all’odio che si stanno diffondendo amacchia d’olio in tutta la regione.
Di fronte a questo grave scenario CHIEDIAMO di:
cessare immediatamente i respingimenti dei richiedenti asilo allafrontiera terrestre e garantire effettivamente l’esercizio del dirittodi asilo;
cancellare le grandi strutture ispirate alla logicaconcentrazionaria ripristinando il sistema di accoglienza diffusa,creando inclusione sociale e buona gestione delle risorse pubbliche;
chiudere il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Gradiscad’Isonzo, luogo strutturalmente non idoneo a garantire standard minimidi rispetto dei diritti e della dignità dei trattenuti e modificare conurgenza la normativa sui CPR affinché detti luoghi possano esserechiusi in tutta Italia;
attuare profonde modifiche della normativa sull'immigrazione,rendendo possibili procedure di ingresso regolare per la ricerca dellavoro, aprendo canali umanitari per i rifugiati che si trovano incondizioni di particolare pericolo, sottraendoli ai ricatti e agliabusi dei mercanti/trafficanti di esseri umani, riportando allaregolarità tutte le persone che in Italia hanno un inserimento socialema sono state spinte nel circuito della irregolarità, del lavoro nero edello sfruttamento da normative inique e anacronistiche;
potenziare il sistema sanitario regionale, garantendo a tutte lepersone, e in ogni Comune del FVG, interventi preventivi e di curaadeguati, con particolare attenzione alle fasce più deboli dellapopolazione, indirizzando la spesa a garantire qualità dei servizi,congruo numero di personale e investimenti nella ricerca e nellaformazione.
Crediamo in una società aperta eincludente, rispettosa della dignità delle persone, libera da odi,pregiudizi, razzismo
Per questo saremo a Udine, in Piazza 1° Maggio, il 26 settembre, alleore 16.30
Alle associazioni/ gruppi/comitati/organizzazioni/singole persone:
vi invitiamo ad inviare, prima possibile, la vostra adesioneall’Appello alla manifestazione del 26/9 a Udine, con l’impegno adiffonderlo e a partecipare (sostenendo anche economicamente, in modo libero, l’iniziativa), comunicando la sottoscrizione del presenteAppello a:
retedirittifvg@gmail.com
In allegato il volantino in pdf
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