Riflessioni da Capaci

Giornate della memoria di Pierluigi Di Piazza

Palermo e Capaci, 22 e 23 maggio 2017
Riflessionida Capaci
giornate della memoria di PierluigiDi Piazza
Palermo e Capaci, 22 e 23 maggio 2017
(la foto di copertina è di Antonio Vassallo)

Oggi, 23 maggio, ricorre il venticinquesimo anniversario della stragedi Capaci in cui, con una azione di guerra la mafia che fece saltare400 metri dell'autostrada e uccise Giovanni Falcone, la moglieFrancesca Morvillo, gli uomini della scorta Antonio Montinaro, RoccoDicillo e Vito Schifani. 
Non si tratta di “fare memoria” relegandola ad una data, pureimportante, bensì di vivere la memoria per diventare ed essere memorianella nostra vita, nel modo di pensare, di scegliere e di agire.
Ho vissuto due giornate fra Palermo e Capaci, invitato da DarioRiccobono, referente  e animatore straordinario dell'Associazione“Addio Pizzo” la cui XII festa annuale ha voluto diventare, quest'anno2017, una memoria dell'evento tragico di 25 anni fa come anteprima allecelebrazioni ufficiali di oggi dove, proprio nei pressi del tunnelsotto l'autostrada nel quale i mafiosi collocarono di tritolo, saràinaugurato il giardino della memoria e collocata anche l'autoblindata  che Falcone, per suo desiderio stava guidando con lamoglie accanto, mentre l'autista Giuseppe Costanza seduto sul sedileposteriore incredibilmente, seppur con gravi ferite, si è salvato.
Domenica pomeriggio una folla di persone, tanti ragazzi e giovani, tracui gli alunni della scuola media di Capaci “Biagio Siciliano” sonostati coinvolti in un'esperienza di profonda intensità e commozionealla, “casetta No mafia”, il luogo in cui il mafioso Giovanni Bruscaazionò il comando per l'esplosione. È un luogo accanto ad un localeAmap, gestore dell'acqua per la città di Palermo.
Ho guardato a lungo da lassù con gli occhi della profondità dell'animoe della coscienza lo scenario di rara bellezza: il mare si apre lì difronte, il luogo strategico per colpire fra l'incombere della rocciasovrastante e quel mare incantevole di fronte, con l'autostrada che inquel tratto si avvicina di più alla montagna.
Da postazione di attuazione di morte è diventato un luogo di memoriaviva, simbolo per l'impegno contro la mafia, culturale e operativo.Sulla parete la grande scritta “no mafia”, opera di Addio Pizzo,leggibile dal 2005 da chi percorre l'autostrada dall'aeroportointitolato a Giovanni Falcone e a Paolo Borsellino fino a Palermo, orailluminata anche di notte.
È un luogo in cui “Addiopizzo Travel” accompagna migliaia di persone,soprattutto i giovani, provenienti da diversi luoghi d'Italia e delmondo. Domenica erano presenti giovani studenti degli USA, dellaGermania, della Gran Bretagna. Con una decisione, espressione disensibilità e di intelligenza, per questo 25esimo anniversario si sonoridipinte le lettere di “no mafia”, accostando a ciascuna lettera unaquestione importante e chiedendo ad una persona, a nome di tutti ipresenti e di tanti altri di usare il pennello. Gli alunni della scuolamedia “Biagio Siciliano” di Capaci con una preparazione ammirevole,guidata dalla loro insegnante Lina Ammavuta hanno letto dei braniscelti, legati a ciascuno dei temi.
La riverniciatura della “n” è stata affidata a Brizio Montinaro,fratello di Antonio, ucciso a Capaci, caposcorta di Falcone. La “o”legata a occupazione, affidata alla Cooperativa Rigenerazione Onlus,che con prodotti alimentari “cotti in fragranza”, che coinvolge nellavoro i minori del carcere minorile di Palermo.
Mi sono sentito onorato, commosso, umile e trepidante quando sono statoinvitato a ridipingere la “M” associata a migrazioni. Frammenti diriflessione nell'esprimere brevemente come anche le migrazioni rivelanosituazioni di morte nelle loro cause strutturali ed esprimono larichiesta di una nuova umanità di giustizia, di pace, di convivenzapacifica.
La “a” di ambiente è stata affidata ai giovani del parco “Uditore” diPalermo, area desolata e riconsegnata con lavoro straordinario allacittà e oggi frequentatissima.
La “F” affidata alla scuola, naturalmente quella di Capaci e allascuola media “Ferrara” di Piazza Maggiore nel quartiere di Palermo,dove sono nati Falcone e Borsellino.
Per la “i”, informazione, è stato coinvolto Lirio Abbate, giovanegiornalista dell'Espresso che ha rilanciato l'esigenza di unainformazione veritiera.
Della “a” si è occupato il regista di “La mafia uccide solo d'estate”,Pif, palermitano, impegnato a diffondere una cultura contro la mafiacon una leggerezza che coinvolge e fa riflettere.
Alla sera nella piazza di Capaci, piena di gente, con il coinvolgimentoanche della parrocchia confronto a più voci.
Fra gli altri Alfredo Morvillo, procuratore di Trapani, fratello diFrancesca, moglie di Falcone.
Si è cercato di approfondire cosa è avvenuto in questi 25 anni. Uninterrogativo ed una risposta dirimenti e decisivi: “che cosa fareperché queste morti non siano state inutili?”
La risposta, ha detto il procuratore è in ciascuno di noi, nella nostrasensibilità, cultura, decisioni e azioni.
La scritta su uno striscione retto alla casina “no mafia” da alcuniragazzi diceva proprio questo riferito a Falcone e Borsellino: “Levostre idee camminano sulle nostre gambe”.
Il lunedì mattina nella scuola media “Biagio Siciliano” di Capaci,qualche centinaio di metri dall'autostrada, dal luogo della strage:letture, riflessioni, commozioni.
Insegnamenti e commozioni straordinarie. Fra i segni positivicertamente l’associazione “Addio Pizzo” che ha iniziato da un gruppo digiovani nel 2005 è riuscito con ammirevole impegno a coinvolgere più di1000 imprenditori e negozianti a liberarsi dal ricatto del pizzo.
Ragioni credibili di speranza.

Le foto sono di Antonio Vassallo, Chiara Oliva e Viviana Corvaia 



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