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Riflessioni per una Via Crucis di pace
di Andrea Bellavite
Malnisio, 17 marzo 2024
Pubblichiamo l'intervento di Andrea Bellavite alla Via Crucis di pacedel 17 marzo. Andrea Bellavite, giornalista (si definisce ancheviandante ecicloamatore) è autore del blog "
Lo spirito dei piedi
".
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E' una via crucis, ma non è un gesto religioso. Forse si potrebbe direspirituale, nel senso antropologico del termine. Non è possibilecamminare insieme, senza ricordare Pierluigi Di Piazza, che 26 anni faha ideato questo gesto di pace e senza pensare a Bepi Mazzon, amico ditutti, sempre presente in tutte le edizioni passate.
Ovviamente in chiave introduttiva, diamo voce al vescovo di RomaFrancesco: no alla guerra a oltranza, sì alla trattativa; fermareimmediatamente le armi del genocidio di Gaza, cercare insieme unasoluzione negoziale. In generale, basta con la politica degliarmamenti, avanti con gli strumenti di pace. "Trasformeranno le lancein falci e i carrarmati in aratri".
Nel caso della prima via crucis, 2000 anni fa, chi sono stati imandanti dell'assassinio di Gesù? Coloro che hanno obbedito agliordini, prima di tutto senz'altro i sommi sacerdoti, gli scribi, i capireligiosi dell'antico Israele. Hanno voluto la morte di Gesù, perchériportava alla loro essenza le infinite regole della Torah e mettevacosì in discussione il loro potere. Lo hanno consegnato all'autoritàromana che, impersonata da Pilato, ritiene di lavarsene le mani e didare il reo in mano ai soldati, per non disobbedire all'imperatore. Isoldati hanno ritenuto di fare il loro dovere e a loro volta, come ilcomandante di Auschwitz, hanno obbedito ai loro superiori". C'è un po'di spazio anche per i discepoli. Pietro ritiene di difendere Gesùusando la violenza contro la violenza e viene rimproverato per questo.Dopo di che, ecco anche un certo pacifismo che non sa più che pescipigliare: se siamo contro la forza delle armi, se i media non ci dannospazio, se sono anni che diciamo sempre le stesse cose e non incidiamoin nulla sulle decisioni dei capi, tanto vale che cerchiamo di salvarcila pelle... Ecco, tutti questi - a volte anch'io, a volte anche noi -collaborano al mandato di morte.
Ma ci sono, nella via crucis, i mandanti di pace? Non ci sono "i"mandanti, ma ci sono "le" mandanti. Solo le donne restano accanto aGesù, in tutto il percorso e nel momento supremo. Morendo Gesù gridaperfino l'abbandono di Dio, ma Maddalena, la madre Maria, quella diGiacomo e Giovanni, Giovanna, Susanna sono lì, presenti fino all'ultimomomento, portando con loro la forza travolgente dell'Amore. E' forseper questo che saranno le donne le prime testimoni dell'avvenimento chesovverte i piani della storia. La risurrezione non è l'happy end di unavicenda andata storta, ma la rivelazione dell'essenza stessa delCreato, quella nascosta dentro le effimere apparenze di una storia cheritiene che i vincitori siano la ricchezza, la forza e il Potere, intutte le sue dimensioni.
La risurrezione non è un progetto politico o una strategia alternativa.E' un equivoco nel quale sono ancora incastrati gli apostoli il giornodell'Ascensione: "E' questo il segnale per scatenare l'inferno e perrovesciare il potere dei romani, instaurando finalmente il regno diIsraele?" E' l'equivoco che ha portato Costantino e soprattuttoTeodosio a immaginare che l'impero cristiano sarebbe stato il regno diDio sulla terra. E' un ritornello che giunge fino a oggi, là dove intempo di democrazia liberale, le varie forme di Democrazie Cristianehanno ritenuto che bastasse ottenere il consenso e raggiungere gliscranni del Potere per avviare il tempo messianico della giustizia edella pace sulla Terra.
La risurrezione è un mandato di vita non affidato all'imperatore o alpresidente, ma a ogni essere umano, nessuno escluso. E' l'invito allaconversione, ovvero, come dice l'etimologia della parola in greco,meta-noia: finora si è pensato così, d'ora in poi si scopre che laVerità dell'essere è un'altra. E la verità dell'Essere è che l'Amorevince, l'amore vissuto, in tutte le sue dimensioni, in ogni istantedella vita. Per questo la pace o la guerra non saranno decise dalletrame dei potenti, ma neanche dal numero dei partecipanti allemanifestazioni o dall'acquisizione di spazi importanti sui giornali.Sarà decisa da donne e uomini che decidono di vivere da risorti, ovverosperimentando in questa vita la bellezza e la gioia di pensare con lapropria testa, di anteporre l'interesse comune a quello proprio, dirispettare la natura, dono meraviglioso della nostra madre terra. E lofaranno in gesti quotidiani, comprando in un modo piuttosto chenell'altro, ponendo come linea da seguire il dono e non il possesso, lacondivisione invece che l'accumulo, la sobrietà invece del consumo. Elo faranno con l'impegno politico, non intruppati in ordini di scuderiapartitici o religiosi, ma ragionando con una coscienza formata dallaprofondità dell'amore, in grado di decidere, volta per volta, cosa siagiusto o cosa ingiusto nelle inevitabili scelte che la nobile artedella Politica ogni giorno impone.
La risurrezione segna uno spartiacque, da una parte genera la fede inun'immensa speranza trascendente, dall'altra libera la ragione umana daogni riferimento all'assoluto. Solo l'Uomo è artefice del propriodestino, non esistono provvidenze o disegni divini ai quali appellarsi.Le scelte che determineranno la guerra o la pace nel pianeta,riguardano solo ed esclusivamente la responsabilità della propriacoscienza di consapevoli appartenenti alla famiglia umana.
Oggi, domenica 17 marzo, è già Pasqua, se ognuno di noi tornerà a casacon il desiderio profondo di amare e con esso si tufferà in ogniistante, pienamente presente nella condivisione del mistero del Dolore,del tutto responsabile nel dare concretezza culturale e politicaall'annuncio fattivo della Risurrezione, cioè dell'Amore accolto econdiviso ogni giorno della nostra vita
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