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Rompiamo il silenzio sull’Africa
L'appello di padre Alex Zanotelli
3 agosto 2023
Lettera aperta che padre Alex Zanotelli, missionario italiano edirettore della rivista Mosaico di Pace, rivolge agli organid'informazione italiani per parlare in modo più diffuso e consapevoledell'Africa. Dal mancato rispetto dei diritti civili più basilari aglieffetti dei cambiamenti climatici, le popolazioni africane stannosubendo le conseguenze di un modello globale squilibrato, che a suavolta provoca gravi conseguenze e squilibri. È ora di dir una veritàche troppo spesso viene omessa o distorta.
Non vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ognigiorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammiche tanti popoli africani stanno vivendo.
Scusatemi se mi rivolgo a voi in questa torrida estate, ma è lacrescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge afarlo. Per questo, come missionario e giornalista, uso la penna per farsentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio neimass-media italiani, come in quelli di tutto il modo del resto.
Trovo infatti la maggior parte dei nostri media, sia cartacei chetelevisivi, così provinciali, così superficiali, così ben integrati nelmercato globale.
So che i mass-media, purtroppo, sono nelle mani dei potenti gruppieconomico-finanziari, per cui ognuno di voi ha ben poche possibilità discrivere quello che veramente sta accadendo in Africa.
Mi appello a voi giornalisti/e perché abbiate il coraggio di romperel’omertà del silenzio mediatico che grava soprattutto sull’Africa.
È inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel SudSudan (il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una paurosaguerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni dipersone in fuga.
È inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatorialein guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolomartire dell’Africa e contro le etnie del Darfur.
È inaccettabile il silenzio sulla Somalia in guerra civile da oltretrent’anni con milioni di rifugiati interni ed esterni.
È inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi piùoppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga versol’Europa.
È inaccettabile il silenzio sul Centrafrica che continua ad esseredilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai.
È inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona sahelianadal Ciad al Mali dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsiin un nuovo Califfato dell’Africa nera.
È inaccettabile il silenzio sulla situazione caotica in Libia dov’è inatto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostramaledetta guerra contro Gheddafi.
È inaccettabile il silenzio su quanto avviene nel cuore dell’Africa,soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi.
È inaccettabile il silenzio su trenta milioni di persone a rischio famein Etiopia, Somalia, Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad,la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU.
È inaccettabile il silenzio sui cambiamenti climatici in Africa cherischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio nonabitabile.
È inaccettabile il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti eleggere a questi Paesi che non fanno che incrementare guerre sempre piùferoci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi (lo scorsoanno l’Italia ha esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!).
Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non puòcapire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terrerischiando la propria vita per arrivare da noi.
Questo crea la paranoia dell’“invasione”, furbescamente alimentataanche da partiti xenofobi.
Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migrantiprovenienti dal Continente nero con l’Africa Compact, contratti fatticon i governi africani per bloccare i migranti.
Ma i disperati della storia nessuno li fermerà.
Questa non è una questione emergenziale, ma strutturale al sistemaeconomico-finanziario. L’ONU si aspetta già entro il 2050 circacinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa. Ed ora inostri politici gridano: «Aiutiamoli a casa loro», dopo che per secolili abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politicaeconomica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostreimprese, dall’ENI a Finmeccanica.
E così ci troviamo con un Mare Nostrum che è diventato CimiteriumNostrum dove sono naufragati decine di migliaia di profughi e con lorosta naufragando anche l’Europa come patria dei diritti. Davanti a tuttoquesto non possiamo rimane in silenzio (i nostri nipoti non dirannoforse quello che noi oggi diciamo dei nazisti?).
Per questo vi prego di rompere questo silenzio-stampa sull’Africa,forzando i vostri media a parlarne. Per realizzare questo, non sarebbepossibile una lettera firmata da migliaia di voi da inviare allaCommissione di Sorveglianza della RAI e alle grandi testate nazionali?E se fosse proprio la Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI) afare questo gesto? Non potrebbe essere questo un’Africa Compactgiornalistico, molto più utile al Continente che non i vari Trattatifirmati dai governi per bloccare i migranti?
Non possiamo rimanere in silenzio davanti a un’altra Shoah che si stasvolgendo sotto i nostri occhi. Diamoci tutti/e da fare perché si rompaquesto maledetto silenzio sull’Africa.
Alex Zanotelli
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