Dona ora!
Chi siamo
Mission
Storia
Organizzazione
Ufficio di presidenza
Consiglio direttivo
Gruppi di lavoro
Statuto
Bilancio sociale
Trasparenza
Cosa facciamo
Accoglienza
Biblioteca
Cultura
Convegno di Settembre
Altri eventi
Lettera di Natale
Notiziario
Diritti
Rete DASI FVG
Giustizia
Carcere
Cooperazione internazionale
Fondatore
Biografia
Galleria
Riflessioni
Pubblicazioni
Agenda eventi
Come aiutarci
Diventa socio
Volontariato
Servizio Civile
Donazioni
Contributi
Cibo e vestiario
5 per mille
Lasciti testamentari
Contatti
Contattaci
Dove siamo
Iscrizione newsletter
Sala Petris
Dati tecnici e regolamento
Prenotazione
Parrocchia
Orari Messe
Eventi parrocchiali
Foglio della domenica
Siti amici
Cerca nel sito…
Contiene
Inizia per
E' uguale a
Visualizza
10 records
25 records
100 records
Tutto
Dona ora!
Evento
Sulla situazione in Afghanistan
Riflessioni di don Pierluigi Di Piazza
Centro Balducci, autunno 2021
Appelli
SULLA SITUAZIONE IN AFGHANISTAN
Considerazioni e riflessioni
La questione sullo ius soli viene via via dettata da situazioni contingenti e diventa per lo più diatriba pregiudiziale più che serio dibattito politico. Oggi viviamo il
dramma dell'Afghanistan
, il tardivo pentimento per l'intervento a cui abbiamo partecipato, un
senso di fallimento
completo e la domanda pressante di come agire, di un piano per l'accoglienza dei profughi che nuovamente pone in contrasto invece che unire le forze politiche in Europa e in Italia.
Nel piccolo, di fronte a questa immane questione, si ricorda che nel
percorso del Centro Balducci
negli anni sono stati
accolti diversi afghani
che attualmente non sono presenti. Nell'intreccio continuo fra accoglienza concreta delle persone e promozione culturale abbiamo invitato e
accolto
più volte in questi anni
diverse donne afghane
che hanno portato la
testimonianza
del loro impegno coraggioso e della loro lotta. L'ultima nel 2019, una leader che ha parlato ai giovani nella sala del centro e poi di fronte alla base USAF di Aviano e sul Vajont, animata da speranza indomita di cui era segno il bambino che portava dentro di sé. La sua comunicazione ai giovani ha evidenziato
la devastazione della guerra
sulle persone e sull'ambiente, la condizione delle donne e dei giovani, la produzione e il mercato dell'oppio e ha ribadito la necessità il continuare a lottare.
Gino Strada
, esempio mondiale luminoso per tantissime persone ci ha ricordato che
il solo vincitore
è stata
l'industria
delle
armi
pronta a ricavare ingenti profitti da investimenti di miliardi, ricordando le migliaia di morti e feriti. La libertà e la
democrazia
non si esportano con le armi: è una contraddizione intrinseca;
si è liberi con gli altri
e per gli altri come ci ricorda spesso anche Massimo Recalcati: "la più la più alta forma di libertà è la solidarietà". La democrazia va vissuta, difesa, promossa nelle scelte corresponsabili e condivise. Si pensa al dramma della Afghanistan, a questo immenso popolo con desolazione e ci si chiede come si può reagire, che cosa si può fare. Certo continuare ad alimentare e
diffondere la cultura e la pratica dei diritti umani
per tutte le persone a cominciare dalle donne a cui sono negati. Una persona, una comunità, un popolo, un’area del mondo ha più forza culturale etica e politica se persegue costantemente la via dei diritti.
Ora non si intende forzare un accostamento strumentale con lo ius soli ma se di fatto il nostro Paese lo avesse approvato ci sarebbe ora una ricchezza culturale, politica, legislativa maggiore perché ogni acquisizione positiva diventa arricchimento. Quale problema c'è nel
riconoscere la cittadinanza italiana
alle migliaia di bambini e bambine, ragazzi e ragazze nati in Italia o arrivati con i loro familiari? Si tratta della
condizione quotidiana di convivenza
nelle amicizie, nella frequentazione delle case, delle scuole, degli spazi dei giochi e delle attività sportive, delle espressioni artistiche dal teatro alla musica. Quale
problema
nel
riconoscere la contaminazione
, l'arricchimento delle diversità nelle dinamiche di identità aperte liberandosi dalle chiusure difensive e aggressive?
La dimensione etica è il riconoscimento e l'assunzione di questa realtà. La politica dovrebbe solo riconoscerla.
I criteri da seguire per l'
approvazione di una nuova legge
dovrebbero essere aperti e facilitare, non determinare ostacoli e barriere pretestuosi. A me pare che la cittadinanza prima e contestualmente di essere un riconoscimento giuridico dovrebbe esprimere il
senso profondo di appartenenza
alle dimensioni costitutive e fondamentali del nostro Paese dichiarate dalla Costituzione. Come a dire: la cittadinanza dovrebbe diminuire fino ad annullarsi in violazione della Costituzione anche se giuridicamente permane. E nel caso
quanti sarebbero
e in che grado
cittadini italiani
?
Si pensi alla articolo 1 sul lavoro con i drammi continui delle morti. Alla violazione dell'articolo 11 sul ripudio della guerra e quindi anche delle armi; all'articolo 10 sull'accoglienza dei profughi. Si pensi ancora alle dichiarazioni incredibili sul
fascismo
e
antifascismo
, sulla sostituzione della
dedica di un parco a Falcone e Borsellino
con il nome del fratello del duce, perfino il richiamo a Hitler. Quanti sono veramente cittadini italiani in quanto fedeli e osservanti i dettati della Costituzione? Dibattito aperto.
Riconoscere
con una
legge
la
cittadinanza a centinaia di migliaia di giovani
dovrebbe essere un
momento condiviso
, sereno, gioioso, sì proprio gioioso perché è una realtà di fatto così numerosa, viva, vivace partecipe ricca di esperienze positive e di diverse potenzialità ancora da esprimere e certamente preoccupata e solidale con il popolo afgano e disponibile ad operare per l'accoglienza.
Laceranti le immagini da Kabul
: persone che cadono dagli aerei a cui si erano aggrappati; genitori che disperati consegnano oltre i reticolati ai militari i loro figli perché non sperano in un futuro positivo per loro. Si parla in queste ore e si opera per l'evacuazione degli afghani che hanno collaborato con i paesi presenti in questi 20 anni; e il destino di tutti gli altri? E la impressionante emergenza umanitaria a cominciare dai
bambini
? Si dice che questi 20 anni non sono stati un fallimento perché hanno permesso a tante bambine e ragazze di studiare e di lavorare in una situazione umana discreta, ma da ora in poi quale sarà il loro destino? Ci si muove per verificare la possibilità e l'opportunità di trattare con i talebani nell'incertezza di valutazioni e considerazioni, con informazione di atti di violenza che già si compiono.
Sta di fatto che
la situazione è drammatica
. Si sta muovendo la sensibilità per l'accoglienza delle persone; velocemente
si dovranno affrontare strategie
e concrete possibilità, senza dimenticare coloro che da tempo sono in cammino nell'inferno della rotta balcanica e per i quali c'è il progetto disumano di campi di contenimento. In queste situazioni drammatiche
è fondamentale alimentare la sensibilità
, non dimenticare in fretta, unire propositi e possibilità concrete.
Il
Centro Balducci
sente questa
urgenza
e nei limiti delle possibilità certamente è disponibile ad accogliere alcune persone afghane. Anche personalmente mi sento provato nell’animo per quanto sta accadendo, per una storia che ripropone disumanità.
Si è chiamati a reagire con la forza delle convinzioni
, la pazienza attiva, i gesti concreti da attuare, la collaborazione reciproca.
Vedi anche