“UN'ALTRA DIFESA È POSSIBILE”

Al via la campagna per la difesa civile non armata e non violenta

Il sito www.difesacivilenonviolenta.org
“UN'ALTRADIFESA È POSSIBILE”
Al via la campagna per la difesacivile non armata e non violenta
Dal sito di FamigliaCristiana
2 ottobre 2014

Il sito dei promotori della campagna:cosa si propone, chi sono isostenitori, TUTTI e TUTTE possono contribuire!

«In questa Giornata Internazionale della Nonviolenza commemoriamo lafilosofia di Gandhi, che attraverso il suo esempio ha dimostrato comele proteste pacifiche possano ottenere molto di più di un'aggressionemilitare».

Sono le parole con cui il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, apre il suo messaggioper l'odierna giornata mondiale della nonviolenza. Parole che in Italiavengono raccolte da un gruppo di associazioni che proprio oggi lanciala Campagna “Un'altra difesa è possibile”, una raccolta firme per unalegge di iniziativa popolare sulla difesa civile non armata enonviolenta.

«Con questa legge», spiega il comunicato delle associazioni promotrici,«si propone l’istituzione di un Dipartimento che comprenda i Corpicivili di pace e l’Istituto di ricerche sulla Pace e il Disarmo, e cheabbia forme di interazione e collaborazione con il Dipartimento dellaProtezione civile, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco ed ilDipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale. Si trattadi dare finalmente concretezza a ciò che prefiguravano i Costituenticon il ripudio della guerra, e che già oggi è previsto dalla legge econfermato dalla Corte Costituzionale, cioè la realizzazione di unadifesa civile alternativa alla difesa militare, finanziata dal bilanciostatale e sostenuta direttamente dai cittadini attraverso l’opzionefiscale in sede di dichiarazione dei redditi».

Si tratta in sostanza di riappropriarsi della Costituzione, che“ripudia la guerra” (art. 11), afferma la difesa dei diritti dicittadinanza e affida a ogni cittadino il “sacro dovere della difesadella patria” (art. 52).

La Campagna (promossa da ConferenzaNazionale Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale per il ServizioCivile, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci!,Tavolo Interventi Civili di Pace) è stata presentata all'“Arenadi pace e disarmo” il 25 aprile a Verona, lanciata in occasione dellamanifestazione nazionale “Facciamo insieme un passo di pace” il 21settembre a Firenze, e vienedivulgata in tutta Italia il 2 ottobre, Giornata internazionale dellanonviolenza.

IL SERVIZIO CIVILE NON È SOLO UNDIRITTO SOGGETTIVO, È UN DIRITTO SOCIALE
Francesco Vignarca, coordinatore dellaRete Disarmo, così spiega a FamigliaCristiana.it il senso e gliobiettivi della campagna: «Anzitutto, l'avvio della campagna è già ungrande risultato, perché è il frutto di un lavoro congiunto di sei retidi provenienza diversa, che hanno prodotto un bell'articolato dipensieri e proposte. Ci si è giunti dopo un percorso iniziato a fine2012, con un convegno per il rilancio del servizio civile, e passatoper l'Arena di Pace e l'incontro di Firenze appena concluso».

«Siamo un po' in ritardo», sottolinea Vignarca, «perché nel 2003,quando si è ottenuta l'abolizione del servizio di leva, ci siamoarenati e abbiamo perso un'occasione storica, accontentandoci delriconoscimento dell'obiezione di coscienza come diritto soggettivo,mentre la sfida è quella di renderlo un diritto sociale. Diversesentenze della Consulta hanno confermato che difesa armata e civilesono sullo stesso piano, non in subordine, ma tutto è restato sullacarta. La spesa militare italiana resta molto alta, mentre la difesanon armata ha come riferimento solo il servizio civile e non ha unasede propria».

Nella percezione comune il servizio civile è cosa che riguarda i gruppidi volontariato e le associazioni: «Noi», prosegue Vignarca, «vogliamoinvece che sia percepito come pezzo dello Stato: questo è l'obiettivodella legge di iniziativa popolare che proponiamo. Una formula sceltanon a caso: sarebbe stato più semplice e rapido seguire la viaparlamentare, ma noi vogliamo che questa campagna sia innanzitutto unmodo per informare e formare le persone, una proposta culturale forte,che tramite banchetti e incontri sensibilizzi e crei una coscienza sultema della difesa civile».

LA NON VIOLENZA È PIÙ EFFICACE. LAMIGLIOR DIFESA È LA PACE
 
Anche il finanziamento ha questo scopo: è stata scelta la viadell'opzione fiscale, col meccanismo del 6 per mille, con cui iocittadino, con la mia dichiarazione dei redditi, posso liberamentescegliere di finanziare il Dipartimento per la difesa civile non armatae nonviolenta, i Corpi Civili di Pace e l’Istituto di ricerca sullaPace e il Disarmo.

Ma, chiediamo, forse servespiegare a monte qual è il senso e l'efficacia di una difesa nonarmata, che tanti cittadini possono trovare poco utile o utopica.
«Sta a noi far capire che è ora di togliere la parola “difesa”dall'alveo militare, per restituirla ai cittadini. La “difesa”, nellasua accezione più piena, attiene alla vita quotidiana: siamo più difesise abbiamo una buona protezione del territorio, se c'è qualcuno cherafforza il welfare, se ci sono prospettive di lavoro, se si operanelle periferie, se abbiamo più canadair piuttosto che più F35. Laparola difesa ci piace, ma non se è intesa in senso solo militare. Ildipartimento che vogliamo creare sarà sotto la Presidenza delConsiglio, ma per me – provocatoriamente – potrebbe stare anche sottoil Ministero della Difesa, perché si occuperà anche di formare personeper i corpi civili di pace e darà vita a un istituto di ricerca sultema. Il dipartimento dovrà poi dialogare con quello per il serviziocivile, con la Protezione civile e così via».

– Ci sono modelli, esempi già avviatiin altri Paesi?

«Strutturalmente no. Certo, esistono altre esperienze singoleoperative, in Italia ora sta partendo la sperimentazione dei corpicivili di pace, grazie all'emendamento Marcon dell'anno scorso. Ma lanovità assoluta sarebbe rendere queste esperienze parte dello Stato.Del resto, se hai solo lo strumento militare, usi quello, anche se nonè efficace. Faccio sempre l'esempio della vite e del martello: se haiuna vite e hai solo un martello, userai quello, ma con scarsaefficacia. Se invece ti viene fornito un cacciavite, ecco che il lavororiesce meglio. Qui è lo stesso: dobbiamo dotarci di strumenti nuovi, diuna struttura dipartimentale e poi magari ministeriale, investire inricerca. E così la prossima volta, invece di mandare armi ai curdi,perché non sappiamo fare altro, invieremo i nostri contingenti di corpicivili di pace. Non è solo un discorso morale, ideale: deve diventareanche un discorso pratico e di convenienza. Come ha richiamato BanKi-Moon nel suo messaggio: possiamo e dobbiamo dimostrare che lanonviolenza è più efficace!».

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