Il Vangelo di questa domenica (Giovanni 6, 24-35) ci propone una riflessione profonda che riguarda le conseguenze, gli effetti di esperienze particolarmente coinvolgenti e significative. “Cosa” resta e permane? Segue ad esse un'elaborazione che si deposita nel patrimonio interiore e poi diventa ispirazione per proporre altre esperienze? Oppure nella prevalenza di un utilitarismo emotivo e vantaggioso per il proprio ego può prevalere il desiderio che la stessa esperienza si ripeta e si consumi ma senza lasciare traccia e insegnamento profondi, senza coinvolgimento con il noi sempre così importante? In altri termini: ci può essere un'esperienza che vantaggiosamente si registra o invece può diventare sollecitazione personale e comunitaria a riproporre la stessa dato il suo contenuto e significato o altre che dalla stessa traggono ispirazione? Dopo l'esperienza straordinaria della condivisione dei pani e dei pesci diversa gente si mette alla ricerca di Gesù che si è trasferito in un altro luogo. Gesù dice loro che lo cercano solo perché hanno mangiato e si sono sfamati gratuitamente e vogliono che quella esperienza di mangiare il pane si ripeta non per il significato profondo, né per trarne insegnamento. Lui parla loro di un cibo che" dura e conduce alla vita eterna", cioè di una fonte di orientamento di fondo e di convinzioni profonde a cui potersi nutrire per vivere in modo positivo con sé stessi, con gli altri, con Dio, per praticare il bene. Dice che lui può donare loro questo cibo ed invita a porre fiducia e confidenza in lui anche quando origina segni speciali come la recente condivisione dei pani e dei pesci per migliaia di persone. L'esperienza vissuta dovrebbe sollecitare a riproporla non solo con i vicini di casa e con gli amici ma con tutte le persone specialmente quelle che hanno fame e sete di pane e di giustizia, di acqua potabile, di salute e lavoro, di rispetto delle loro dignità e differenze. Quando si vive un'esperienza profonda e significativa si dovrebbe crescere interiormente ed avvertire esigenza di riproporla, di contribuire a diffonderla: si pensi ad eventi culturali, alle esperienze di accoglienza e solidarietà, di salvaguardia dell'ambiente, di spiritualità. Più di qualche volta invece sembra ci si fermi all’utilizzo, a una sorta di consumo per se stessi o per piccoli gruppi, senza conseguenze più allargate per proporre esperienze simili o altre che comunque necessitano di quella profondità e dell’apertura di quegli orizzonti. Esperienze sempre più necessarie e decisive sono quelle che a partire dalle comunità locali mai chiuse in localismi inaccettabili, si aprono all’altro nelle sue diversità, a culture, spiritualità, modi di vivere diversi, che nutrono la prospettiva dell’uomo planetario come già diversi anni fa indicò padre Ernesto Balducci. La sapienza del bene istruisce sulla presenza di itinerari significativi che più volte procedono in modo carsico e possono comunque affiorare in seguito.
DOMENICA 1 AGOSTO 2021.pdf
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