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DOMENICA 11 Giugno 2017 Vangelo Giovanni 3,16-18
Vangelo di Giovanni
11/06/2017
DOMENICA 11 GIUGNO 2017
Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo
Vangelo di Giovanni 3,16-18
'Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio perché chi crede in lui non muoia ma abbia vita eterna. 'Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede nel Figlio non è condannato. Chi non crede, invece, è già condannato, perché non ha creduto nell'unico Figlio di Dio.
Nella recente visita a Genova, sabato 27 maggio scorso, Papa Francesco nel suo incontro con i bambini ammalati dell'Ospedale Gaslini, un'eccellenza nelle cure ai piccoli, ha detto che spesso pensa a loro e si chiede perché i bambini siano colpiti dalle malattie e costretti a soffrire; che lui non trova risposte a questi terribili interrogativi; che guarda il Crocifisso in silenzio.
Pietro Bartolo il medico di Lampedusa che da 26 anni accoglie e si prende cura di migliaia di persone (negli anni hanno accolto 300.000 persone) così si esprime: “Io sono un credente e penso che il mio Dio non sia diverso da quello in cui credono gli altri… . Mi è stato spesso chiesto se ogni tanto non vacilli la mia fede in un Dio che consente tutto questo dolore. Dio? Che c'entra Dio? A causarlo sono gli uomini, non Dio. Uomini avidi, spietati, che credono solo nel denaro e nel potere. E non sto parlando di chi organizza la tratta degli esseri umani. Parlo di chi la consente, di chi vuol tenere il resto del mondo nella povertà, che alimenta i conflitti, li sostiene, li finanza. Il problema è l'uomo, non Dio”.
Certamente le tante sofferenze e crudeltà chiedono il perché e viene spontaneo riferirsi a Dio in modo spesso drammatico e interrogativo. È arduo accostare la presenza di amore e di tenerezza di Dio alla malattia e al dolore, alla morte provocata, specie quando riguarda gli innocenti; alla crudeltà dell'uomo.
In questa domenica nelle comunità cristiane si è invitati a riflettere su Dio stesso, Padre, Figlio e Spirito Santo (Giovanni 3,16-18). Dio è una parola piccola, composta da tre lettere per indicare una presenza straordinaria, reale misteriosa. L'esperienza ci insegna che quando parliamo di Dio siamo sempre noi esseri umani a farlo, quindi con la nostra cultura, parte di una realtà storica limitata, con aspetti di contingenza che si modificano. L'atteggiamento più consono quindi dovrebbe essere di profonda umiltà.
Dio intuito, creduto, pregato, con l'affidamento a lui, è sempre nascosto nella sua verità e profondità da cercare. Troppe volte nella storia di ieri e di oggi Dio è utilizzato dai protagonisti negativi e disumani del potere, della ricchezza, delle armi e delle guerre, della discriminazione, dell'esclusione, dell'usurpazione dell'ambiente per legittimare la loro posizioni, sostenendo situazioni di disumanità del tutto contraria alla Parola di Dio, a Dio stesso.
Si pensi come per secoli inoltrarsi nel Mistero della Trinità ha comportato l'utilizzo di categorie filosofiche e religiose e del linguaggio conseguente che in altri luoghi del Pianeta nulla potevano significare e che nel contesto attuale chiedono un superamento. Che significato infatti può assumere oggi l'espressione: “In Dio ci sono tre persone, uguali e distinte e una sola sostanza”.
Ritornando alla riflessione di Papa Francesco: “Dio è reale e misterioso nella sua presenza e nel suo amore. Dio è amore”. E come possiamo riuscire a percepirlo? Guardando Gesù di Nazaret, il Figlio che ha portato questo amore incondizionato dentro nella storia umana con fedeltà e coerenza fino alla crocifissione, per questo è stato risuscitato e ci accompagna vivente oltre la morte.
E il dolore dell'uomo? Ci può essere solo l'accostamento al Dio che in Gesù condivide fino in fondo il dolore, vittima fra le vittime, colpito e addolorato fra i colpiti e gli addolorati della storia. E lo Spirito Santo, l'altra persona della Trinità? E’ la forza interiore che viene in noi per sostenerci a vivere con fedeltà e coerenza dentro la storia, per resistere e perseverare nella fede, nella speranza, nella dedizione, pure in mezzo a difficoltà, incomprensioni e tribolazioni. Dio non assoluto, distante e impassibile, Dio in relazione e comunicazione dentro alla sua realtà; con noi e con tutte le creature; noi in relazione con gli altri, con lui, Padre, Figlio e Spirito Santo.
FOGLIO DELLA DOMENICA 11 GIUGNO 2017.pdf
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