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DOMENICA 12 GENNAIO 2014 Vangelo Matteo 3, 13 – 17
Vangelo di Matteo
12/01/2014
DOMENICA 12 GENNAIO 2014
Battesimo di Gesù: nel rapporto fra terra e cielo
Vangelo Matteo 3, 13 – 17
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne fino al fiume Giordano e si avvicinò a Giovanni per farsi battezzare da lui. Ma Giovanni non voleva e cercava di convincerlo dicendo: «Sono io che avrei bisogno di essere battezzato da te; e tu invece vieni da me? ». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare, per ora. Perché è bene che noi facciamo così la volontà di Dio, fino in fondo ». Allora Giovanni accettò. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: all’improvviso il cielo si aprì ed egli vide lo Spirito di Dio che, come una colomba, scendeva e veniva su di lui. E dal cielo venne una voce: «Questo è il Figlio mio, che amo. Io l’ho mandato ».
La nostra sensibilità e le nostre convinzioni si esprimono in parole, decisioni e azioni, spesso in modo diretto, altre in modo simbolico, con gestualità e ritualità che coinvolgono altre persone, altre dimensioni, altri elementi, ad esempio l’acqua. L’acqua, come in modo eloquente ci insegnano le culture indigene, liberandoci dal materialismo, dal possesso, dalla mercificazione, è elemento materiale e insieme culturale e spirituale. È indispensabile alla vita degli esseri umani e di tutti gli esseri viventi; con essa ci dissetiamo, ci laviamo, prepariamo i cibi. Presso tutte le culture e le espressioni delle fedi religiose è elemento simbolico per benedire e purificare.
Sulle rive del fiume Giordano (Vangelo di Matteo 3, 13 – 17) il profeta Giovanni si è collocato per annunciare la sua parola forte di denuncia delle ingiustizie, della corruzione, della menzogna, dell’utilizzo ipocrita della religione; per scuotere le coscienze, per chiamare a conversione, cioè a un cambiamento non teorico e spiritualista, ma reale del cuore e della coscienza da esprimere in parole e gesti, in scelte concrete di fede sincera, di giustizia, verità, accoglienza e pace. Per esprimere la volontà di cambiamento Giovanni invita al battesimo di purificazione con l’acqua del fiume Giordano, un’acqua in movimento, corrente, limpida, fresca, espressione essa stessa di novità. Gesù si avvina e chiede a Giovanni di battezzarlo, ma questi non vuole e gli dice che spetta a lui farsi battezzare da Gesù. E Gesù risponde: “Lascia fare, per ora. Perché è bene che noi facciamo così la volontà di Dio sino in fondo.” Allora Giovanni accetta. E qual’ è la volontà di Dio che Gesù manifesta nella sua persona? È la totale immersione nell’umanità, è la condivisione delle storie e situazioni umane per comunicare vicinanza, compassione, ascolto, aiuto, guarigione, perdono, serenità e pace. Gesù che si mescola con la gente sulle rive del fiume Giordano in attesa del battesimo con l’acqua, all’inizio della sua vita pubblica dichiara il suo essere, il suo progetto, la sua decisione: stare in mezzo, non parallelo, non al di sopra ed essere coinvolto, partecipare, comunicare parole e segni di salvezza e di speranza. Quando Gesù esce dall’acqua il cielo si apre e lui vede lo Spirito di Dio che, come colomba, scende su di lui. Dal cielo viene una voce: ”Questi è il Figlio mio, che io amo. Io l’ho mandato”. Si tratta della conferma del rapporto fra terra e cielo, tra umanità e divinità. Gesù con la sua umanità comunica il suo essere divino. Come potrebbe esprimersi una divinità senza umanità? E come l’umanità può essere pienamente tale senza divinità? Guardiamo il cielo per ispirare il nostro orientamento e le nostre scelte perché cerchino di attuare l’umanità autentica.
FOGLIO DOMENICA 12 GENNAIO 2014.pdf
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