Con il Vangelo in mano, nel cuore, nel profondo dell’anima, siamo tutti sconvolti dai crimini contro l’umanità in atto nelle ultime settimane. L’affermazione della vita nel suo estremo, risurrezione, e incredibilmente distrutta, eppure un’altra volta ancora per le strade di Bucha, in altri nostri di fonte Armenia e di questo Pianeta. Ci si sente come bambini, piccola formiche stravolte e sconvolte, e la gente esce per andare a recuperare, a ricomporre, a dare sepoltura dignitosa se a questo minimino possono essere considerate le fosse comuni. Quell’uomo di Nazareth è oggetto a sua volta di un crimine dell’umanità: non c’è in lui nessuna parvenza d’uomo perché l’accanimento della violenza lo rende irriconoscibile. È in questa condizione perché ha rivendicato la dignità delle persone umane. La doverosa rivendicazione dell’autonomia e della libertà di un popolo, si trasforma a causa dell’assolutismo autoritario della politica, dell’autoritarismo, e della necessità delle armi.
La fede non può essere allontana né invocata in modo facile, con minor decisione fonte di denuncia e di proposte. Pare che Dio stesso venga sconfitto, che Maria accolga vagamente. Eppure da “qualcosa” bisogna pur ripartire per non sentirsi travolti, annichiliti. La cura dei corpi sono comunque una partenza indispensabile. Le mani delle donne che si tendono al Crocifisso per esprimere umanità su quel corpo che ha comunicato un amore così profondo e incondizionato. Da qualche parte si deve pur ricominciare. Gli interrogativi del discepolo sono più che mai veritieri. L’umanità riscontra altri crimini contro l’umanità e questa desolazione chiede di puntare i piedi; per la difesa dell’umanità, per i progetti dell’ONU, che paiono oggi dissolti; chiediamo da ora, da subito, a cominciare dalle scuole, che si ribadisca, si confermi, non si ceda; che la partecipazione, i gruppi, le tante associazioni, i sindacati, i partiti, non abbiano alcun tentennamento, che la diplomazia sia credibile per contenuti e operatività, che mai più ci si senta in qualche modo parte dei crimini contro l’umanità, che le religioni siano presenti in modo pressante. Nella storia: ci sono state e ci sono innumerevoli donne, uomini e comunità costruttori di pace.
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