È importante cercare in continuità: verità, profondità, essenzialità, senso ultimo della vita in tutti i suoi aspetti; questo può trovare particolare riferimento in qualche persona o gruppo di persone, o comunità; nell'incontro a tu per tu con una persona che ci accompagna nella ricerca, che ci aiuta ad andare in profondità, non con un atteggiamento presuntuoso e supponente, bensì umile, disponibile e insieme ricco della sapienza del vivere. Avviene che nell'ascolto, nelle domande, nello scambio emergono alcune indicazioni ad altre persone e situazioni, ad eventi che possono diventare in modo particolare illuminanti, esemplari, di riferimento.In questo ambito di riflessione può essere collocato il Vangelo di questa domenica (Giovanni 3,14-21) che ci presenta un passaggio del dialogo notturno fra Gesù di Nazaret e Nicodemo, uno dei capi degli ebrei, del gruppo dei farisei. Preoccupato da un'autentica interpretazione della Legge, quell'uomo in ricerca sente parlare di una nuova umanità, della necessità di una nuova nascita per potervi far parte e contribuirvi. È lo Spirito che muove la forza interiore, che stimola a liberarsi da condizionamenti, limiti, chiusure per vivere la propria esistenza in modo aperto e disponibile. Nascere nuovamente significa guardare la vita, le relazioni, tutta la realtà in modo nuovo, essenziale e positivo. A Nicodemo che, come fariseo, identifica il regno di Dio con quello di Israele, Gesù proporre nuovi orizzonti: lo Spirito, come il vento, non conosce frontiere, non è legata un popolo, a una religione, non può essere imprigionato, contenuto in una dottrina, ma è pienamente libero. E quale può essere il riferimento decisivo per questo cambiamento? La testimonianza di chi per amore da la vita per il bene di tutti, per amore a Dio e ai fratelli, come segno concreto, drammatico luminoso del senso ultimo della vita e della morte. Per questo Gesù ricorda a Nicodemo il racconto del libro dei Numeri che lui conosce dove si parla di Mosé che innalza il serpente nel deserto. Secondo il libro dei Numeri, infatti, Mosé, di fronte alla piaga dei serpenti velenosi che uccidevano il popolo, "fece un serpente di rame e lo mise sopra l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita" (Nm 21,9). Come il serpente di Mosé era un segno di vita che liberava dalla morte, così, dichiara Gesù: "Sarà innalzato il Figlio dell'uomo affinché chiunque crede in lui abbia la vita eterna". Il riferimento è alla morte sulla croce; fissare lo sguardo sul Crocifisso significa leggere con la profondità dell'anima la violenza del potere iniquo che uccide il Giusto per sopprimere la novità da lui introdotta nella storia umana; nello stesso tempo, cogliere la dedizione totale, l'amore incondizionato fino a dare la vita per la fedeltà al Padre e alle persone, per indicare così la strada per costruire un mondo veramente umano. Contemplare il Crocifisso è, appunto comprendere i motivi della sua uccisione violenta, il conflitto da lui aperto con il Dio del tempio e con i poteri che lo sostengono per esserne sostenuti. Gesù di Nazaret pericoloso per il suo amore sovversivo; per il suo mettere in discussione atteggiamenti ipocritamente religiosi; per la sua condivisione con la sorte degli umili e degli ultimi.Il Crocifisso è troppo spesso diventato simbolo identitario di chiusura, di difesa e aggressione nei confronti dell’altro diverso, dello straniero, del contrario del suo insegnamento.E’ diventato simbolo di distinzione e divisione, di chiusura presuntuosa e di esclusione degli altri. C’è un crocifisso collocato in un luogo particolare, nel consiglio regionale a Trieste da partiti che poi hanno più volte legiferato con razzismo istituzionale; quel crocifisso ha ascoltato parole violente, irriguardose e volgari. Quello non è il suo posto, a meno che i consiglieri regionali e il presidente, la giunta quando entrano in aula guardino al crocifisso per ispirarsi al suo insegnamento, quello dell’amore e da questo siano ispirati negli atteggiamenti, nelle parole, nelle decisioni. Ma pare proprio che questo non avvenga e allora quel crocifisso è stato usato in modo strumentale ed è proprio fuori posto.