Dona ora!
Chi siamo
Mission
Storia
Organizzazione
Ufficio di presidenza
Consiglio direttivo
Gruppi di lavoro
Statuto
Bilancio sociale
Trasparenza
Cosa facciamo
Accoglienza
Biblioteca
Cultura
Convegno di Settembre
Altri eventi
Lettera di Natale
Notiziario
Diritti
Rete DASI FVG
Giustizia
Carcere
Cooperazione internazionale
Fondatore
Biografia
Galleria
Riflessioni
Pubblicazioni
Agenda eventi
Come aiutarci
Diventa socio
Volontariato
Servizio Civile
Donazioni
Contributi
Cibo e vestiario
5 per mille
Lasciti testamentari
Contatti
Contattaci
Dove siamo
Iscrizione newsletter
Sala Petris
Dati tecnici e regolamento
Prenotazione
Parrocchia
Orari Messe
Eventi parrocchiali
Foglio della domenica
Siti amici
Cerca nel sito…
Contiene
Inizia per
E' uguale a
Visualizza
10 records
25 records
100 records
Tutto
Dona ora!
DOMENICA 19 Agosto 2018 Vangelo Giovanni 6, 51-58
Vangelo di Giovanni
19/08/2018
DOMENICA 19 AGOSTO 2018
GESÙ’ CI COINVOLGE A VIVERE IN MODO UMANO
Vangelo di Giovanni 6, 51-58
Io sono il pane, quello vivo, venuto dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà per sempre. Il pane che io gli darò è il mio corpo, dato perché il mondo abbia la vita. Gli avversari di Gesù si misero a discutere tra di loro. Dicevano:- Come può darci il suo corpo da mangiare? Gesù replicò:- Io vi dichiaro una cosa: se non mangiate il corpo del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia il mio corpo e beve il mio sangue ha la vita eterna, e io lo risusciterò l'ultimo giorno; perché il mio corpo è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane unito a me e io a lui. Il Padre è la vita: io sono stato mandato da lui e ho la vita grazie a lui; così, chi mangia me avrà la vita grazie a me. Questo è il pane venuto dal cielo. Non è come il pane che mangiarono i vostri antenati e morirono ugualmente; chi mangia questo pane vivrà per sempre.
Continua il lungo approfondimento nel quale Gesù di Nazaret cerca di coinvolgere le persone che, dopo l’esperienza inattesa e straordinaria della condivisione dei pani e dei pesci, sono ritornate a cercarlo in modo opportunistico, senza predisporsi per nulla a diventare loro stesse promotrici di condivisione e solidarietà (Vangelo di Giovanni 6, 51-58).
Può essere per noi di grande insegnamento questo metodo pedagogico di Gesù della riflessione pacata e dell’approfondimento dei diversi aspetti in un modo in cui i twitter si rincorrono, le polemiche strumentali portano a scontri in cui sono assenti le riflessioni; in cui a una battuta si risponde con un’altra, in attesa delle prossime.. .
I pani e i pesci che Gesù ha portato a condividere vengono rapportati al pane che è lui stesso venuto a insegnare a condividere il pane e insieme a sfamare le domande di fondo sul senso della vita, su quali siano le dimensioni e qualità che rendono una vita umana significativa.
Questa è l’espressione: “Se non mangiate il corpo del Figlio dell’Uomo e non bevete il suo sangue non avete in voi la vita...perché il mio corpo è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda”.
Non si tratta del riferimento all’Eucarestia chiusa nelle celebrazioni, nei tabernacoli e nelle chiese ma all’Eucarestia che rende presente la vita, le parole, le azioni di Gesù e coinvolge a riproporle attivamente nella storia di oggi: a costruire convivenza pacifica, fraternità e pace.
Il corpo e il sangue esprimono la vita e Gesù che “è stato colui che è vissuto totalmente per gli altri” come ci ha indicato Bonhoeffer, il pastore luterano impiccato dai nazisti; per la sua opposizione attiva al loro progetto di sterminio; per questo suo amore totale e sovversivo è entrato in conflitto con la religione del tempio, con i suoi funzionari e con le classi dirigenti ed è stato arrestato e processato, torturato ed ucciso”.
“Mangiare il suo corpo e il suo sangue” significa nutrirsi del suo amore, sentirsi profondamente coinvolti dal suo essere, relazionarsi, parlare, agire, soprattutto vivere relazioni di accoglienza con tutte le persone, superando i muri di discriminazione, divisione, avversione e rifiuto.
E’ da chiedersi come sia possibile partecipare all’Eucarestia, vivere la comunione e poi sentirsi parte, condividere il pensiero negativo diffuso contro gli altri diversi, in particolare contro i migranti, e fra essi, in particolare contro i neri, come sia possibile partecipare a questo degrado dell’umanità.
Tanti parlano con una dimensione pulsionale, irrazionale. Più ancora stanno zitti e così confermano che quelle parole razziste si possono dire, anzi sono legittime. E in questo contesto si colpiscono ripetutamente le persone.
Gesù da la sua vita perché avvenga proprio l’opposto. In realtà non si può essere cristiani e indifferenti, xenofobi e razzisti: sono dimensioni totalmente contrapposte. Vangelo, spiritualità incarnata, cultura e buone pratiche di accoglienza sono la strada da seguire.
FOGLIO DELLA DOMENICA 19 AGOSTO 2018.pdf
Vedi anche