DOMENICA 2 Aprile 2017 Vangelo Giovanni 11,1-57

Vangelo di Giovanni

02/04/2017

DOMENICA 2 APRILE 2017
GESU’ SI PROPONE COME RISURREZIONE E VITA
Vangelo di Giovanni 11,1-57

Lazzaro era il fratello di Maria, la donna che poi unse il Signore con olio profumato e gli asciugò i piedi con i suoi capelli. Essi abitavano a Betània insieme a Marta, loro sorella. Lazzaro si ammalò e le sorelle fecero avvisare Gesù: 'Signore, il tuo amico è ammalato'. Quando Gesù ebbe questa notizia disse: 'Questa malattia non porterà alla morte, ma servirà a manifestare la gloriosa potenza di Dio e quella di suo Figlio'. Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella Maria e a Lazzaro. Quando sentì che Lazzaro era ammalato aspettò ancora due giorni, poi disse ai discepoli:- Torniamo in Giudea. I discepoli replicarono:- Maestro, poco fa in Giudea cercavano di ucciderti e tu ci vuoi tornare? Gesù rispose:- Non ci sono forse dodici ore nel giorno? se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce; se uno invece cammina di notte, inciampa, perché non ha la luce. Poi disse ancora:- Il nostro amico Lazzaro si è addormentato, ma io vado a risvegliarlo. I discepoli gli dissero:- Signore, se si è addormentato guarirà. Ma Gesù parlava della morte di Lazzaro; essi invece pensavano che parlasse del sonno. Allora Gesù disse chiaramente:- Lazzaro è morto; sono contento per voi che non eravamo là, così crederete. Andiamo da lui! Tommaso, soprannominato Gemello, disse agli altri discepoli: 'Andiamo anche noi, a morire con lui!'. Betània era un villaggio distante circa tre chilometri da Gerusalemme: quando vi giunse Gesù, Lazzaro era nella tomba da quattro giorni. Molta gente era andata a trovare Maria e Marta per confortarle dopo la morte del fratello. Quando Marta sentì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece rimase in casa. Marta disse a Gesù:- Signore, se tu eri qui, mio fratello non moriva! E anche ora so che Dio ascolterà tutto quello che tu gli domandi. Gesù le disse:- Tuo fratello risorgerà. Marta rispose:- Sì, lo so; nell'ultimo giorno risorgerà anche lui. Gesù le disse: Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà; anzi chi vive e crede in me non morirà mai. Credi tu questo? Marta gli disse:- Signore, sì! Io credo che tu sei il Messia, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo. Detto questo, Marta andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella: 'Il Maestro è qui e ti chiama'. Appena Maria lo seppe si alzò e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. La gente che era in casa a confortare Maria la vide uscire: pensarono che andava a piangere sulla tomba di Lazzaro e la seguirono. Maria giunse dove era Gesù, e lo vide. Allora si inginocchiò ai suoi piedi e disse: 'Signore, se tu eri qui, mio fratello non moriva'. Quando Gesù vide Maria che piangeva, e vide piangere anche quelli che erano venuti con lei, fu scosso dalla tristezza e dall'emozione. Gesù domandò:- Dove l'avete sepolto? Risposero:- Signore, vieni a vedere. Gesù si mise a piangere. Allora la gente disse: 'Guarda come gli voleva bene!'. Ma alcuni di loro dissero: 'Lui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva fare in modo che Lazzaro non morisse?'. Allora Gesù, soffrendo di nuovo per la commozione, giunse alla tomba. Era scavata nella roccia e chiusa con una pietra. Gesù disse: - Togliete la pietra! Marta, sorella del morto, osservò:- Signore, da quattro giorni è lì dentro; ormai puzza! Gesù replicò:- Non ti ho detto che se credi vedrai la gloriosa potenza di Dio? Allora spostarono la pietra. Gesù alzò lo sguardo al cielo e disse: 'Padre, ti ringrazio perché mi hai ascoltato. Lo sapevo che mi ascolti sempre. Ma ho parlato così per la gente che sta qui attorno, perché credano che tu mi hai mandato'. Subito dopo gridò con voce forte: 'Lazzaro, vieni fuori!'. Il morto uscì con i piedi e le mani avvolti nelle bende e con il viso coperto da un lenzuolo. Gesù disse: 'Liberatelo e lasciatelo andare'. La gente che era venuta a trovare Maria vide quello che Gesù aveva fatto. Molti di loro perciò credettero in lui. Alcuni invece Andarono dai farisei e raccontarono quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il loro tribunale e dissero:- Che cosa faremo, ora? Quest'uomo opera molti miracoli. Se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui. Allora verranno i Romani, e distruggeranno il Tempio e la nostra nazione! Uno di loro era Caifa, sommo sacerdote in quell'anno. Egli disse:- Voi non capite! Non vi rendete conto che è meglio per voi la morte di un solo uomo piuttosto che la rovina di tutta la nazione. Caifa non parlò così di sua iniziativa, ma perché era sommo sacerdote in quell'anno. Come sommo sacerdote, egli fece una profezia: disse che Gesù sarebbe morto per la nazione, e non soltanto per la nazione, ma anche per unire i figli di Dio dispersi. Da quel giorno, dunque, decisero di far morire Gesù. Per questo, egli evitava di andare e venire pubblicamente per la Giudea, ma si ritirò nella regione vicina al deserto, nella città chiamata Efraim, e rimase lì con i suoi discepoli. Quando si avvicinò la Pasqua ebraica, molti dalle campagne salirono a Gerusalemme per purificarsi prima della festa. Là, cercavano Gesù, e stando nel Tempio dicevano fra loro: 'Che ne pensate? Verrà o non verrà alla festa?'. Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano ordinato: 'Chiunque conosce dove si trova Gesù lo faccia sapere!'. Fecero questo perché volevano arrestarlo.

L'esperienza del morire e della morte è parte intrinseca del vivere e della vita. Noi possiamo parlarne in base all'esperienza della morte altrui, una situazione molte volte drammatica, specie quando riguarda persone care e vicine e, per le sue modalità, è avvertita come ingiustizia e crudeltà. La morte è condizione che egualmente riguarda tutti gli esseri umani, però sono molto diversi i tempi, in modi, i luoghi del morire. Innumerevoli morti sono causate dall' indifferenza e dalla violenza di altri esseri umani, anzi disumani. E’ esperienza concreta e misteriosa per i diversi interrogativi che comporta sul senso ultimo del nostro vivere, relazionarci, amare, dedicarci, lavorare, perdere la speranza e poi riacquistarla, soffrire e, quando è il momento, morire, nell'intento che queste esperienze tutte così importanti avvengano nel modo più umano possibile;  e ancora gli interrogativi sul dopo la morte fisica: tutto finisce o si apre la possibilità di una vita che diversamente continua?
Gesù di Nazaret  ha vissuto fra la gente del suo popolo; ha incontrato tutte le situazioni, quindi anche quella della morte e via via si è preparato alla sua morte violenta, intuendola e sentendo che si avvicinava. Il Vangelo di questa domenica (Giovanni 11,1-57) ci narra come Gesù ha partecipato alla morte di Lazzaro, un suo caro amico, come amiche sono le sorelle di lui, Marta e Maria. Gesù si trova lontano e viene informato della malattia dell'amico, ma non si precipita per intervenire; poi, pensa che sia morto e fa percepire ai suoi discepoli che non è una situazione definitiva. Quando arriva a Betania, Lazzaro è nella tomba da quattro giorni. Molta gente partecipa al dolore e visita le sorelle Marta e Maria affrante per portare loro conforto. Marta osserva a Gesù che se lui fosse stato presente il fratello Lazzaro non sarebbe morto;  sono le considerazioni e gli interrogativi che spesso ascoltiamo ed esprimiamo di fronte alla morte; sulle diverse situazioni che hanno preceduta e in cui poi è avvenuta. Marta nello stesso tempo esprime la sua fiducia in Gesù che le parla della vita che continua oltre la morte fisica, della risurrezione e si propone come la risurrezione e la vita: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore vivrà; anzi, chi vive e crede in me non morirà mai”. Anche Maria, l'altra sorella raggiunge Gesù e gli esprime le medesime considerazioni di Marta.
Gesù guarda con gli occhi del cuore il dolore e le lacrime dell'amore fraterno e dell'amicizia ed è scosso dalla tristezza e dall'emozione. Si avvicina al luogo della sepoltura e piange: il Dio umanissimo di Gesù di Nazaret piange e  la gente presente lo interpreta come segno di profonda amicizia. Poi Gesù fa spostare la pietra del sepolcro, prega e a voce forte dice: “ Lazzaro, vieni fuori!” Esce avvolto dalle bende e dal lenzuolo e Gesù: “Liberatelo e lasciatelo andare!” In modo immediato a tutti verrebbe da dire: “Magari Gesù fosse presente e richiamasse i nostri cari alla vita, quando muoiono!” Così non avviene. Quale messaggio dunque ci comunica questo Vangelo? Che il Dio di Gesù è presente nei momenti della morte, partecipa commosso al nostro dolore, piange con noi e ci suggerisce che non è la fine, ma che la vita viene accolta nel mistero di vita di Dio. Non si può dimostrare né l'affermazione, né la negazione; non è irrazionale, si tratta della fede, della fiducia e dell'affidamento. 
Quali sono le reazioni e le conseguenze? La gente presente gioisce e ripone la fiducia in Gesù, crede in lui. I farisei e i capi dei sacerdoti con a testa il sommo sacerdote Caifa decidono di uccidere Gesù perché i segni inattesi e sorprendenti di vita che lui pone rivoluzionano un sistema di certezze, discriminazioni e morte. Anche oggi promuovere la vita, difenderla, affermarla, mette in discussione i sistemi e provoca conseguenze per i protagonisti.


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