DOMENICA 2 NOVEMBRE 2014 Vangelo Matteo 5, 1-12

Vangelo di Matteo

02/11/2014

DOMENICA 2 NOVEMBRE 2014
LA VITA NELLA STORIA E OLTRE LA MORTE FISICA
Vangelo Matteo 5, 1-12

Vedendo che c’era tanta gente Gesù salì verso il monte. Si sedette, i suoi discepoli si avvicinarono a lui ed egli cominciò a istruirli con queste parole:” Beati quelli che sono poveri di fronte a Dio, perché Dio offre a loro il suo regno. Beati quelli che sono nella tristezza, perché Dio li consolerà. Beati quelli che non sono violenti, perché Dio darà loro la terra promessa. Beati quelli che desiderano ardentemente ciò che Dio vuole, perché Dio esaudirà i loro desideri. Beati quelli che hanno compassione degli altri, perché Dio avrà compassione di loro. Beati quelli che sono puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati quelli che diffondono la pace, perché Dio li accoglierà come suoi figli. Beati quelli che sono perseguitati per aver fatto la volontà di Dio, perché Dio darà loro il suo regno. Beati siete voi quando vi insultano e vi perseguitano, quando dicono falsità e calunnie contro di voi per il fatto che siete miei discepoli. Siate lieti e contenti, perché Dio vi ha preparato una grande ricompensa: infatti, prima di voi, anche i profeti furono perseguitati.

Si afferma comunemente che la morte riguarda tutti e tutti equipara; ma questo è vero solo nella constatazione che noi tutti moriamo, ma diversi sono i tempi, i modi, i luoghi del morire; quindi la morte che equipara nello stesso tempo differenzia. Guardando con gli occhi del cuore e della coscienza la storia umana constatiamo come la morte “naturale”, ponendo per altro attenzione all’ambivalenza di questo termine, non è molto diffusa; che in diverse situazioni la morte è provocata dall’uomo stesso: si pensi alle uccisioni per fame e sete, migliaia al giorno a cominciare dai bambini; alle violenze e alle guerre con milioni di morti anche in questi anni, alle catastrofi ambientali che in parte significativa sono causate dalla usurpazione e sfruttamento dell’ambiente vitale da parte dell’uomo; si pensi ancora alle morti sul lavoro e a quelle provocate dalle condizioni ambientali, come il contatto con l’amianto; e ancora agli incidenti stradali evitabili; a malattie provocate da un modo autodistruttivo di condurre la vita; alle morti provocate dalle mafie; alle morti per suicidio a motivo di angoscia oppressiva e di buio esistenziale, detto con tutto il rispetto e l’attenzione alle persone, con il richiamo alla necessità di attenzione e ascolto ben maggiori alle relazioni, all’ascolto, all’accoglienza. Non è che prevenendo tutte queste cause dirette o indirette della morte si possa entrare in una presunzione di immortalità, ma considerarle con attenzione e fare tutto il possibile esprime l’amore autentico e operativo alla vita. La vita è complessa e misteriosa e nonostante tutte le attenzione in essa irrompono situazioni inattese che provocano drammi e dolori e pongono interrogativi senza risposta plausibile e acquietante; essi provocano la nostra umanità, l’amore, l’amicizia, la fede e coinvolgono Dio, la sua esistenza e la sua presenza o la sua assenza.
Il Vangelo delle Beatitudini (Matteo 5, 1-12) ci propone sensibilità, qualità, disponibilità, azioni che danno senso alla vita, la rendono più umana, significativa per noi per gli altri e per Dio. Queste sono le dimensioni costitutive, permanenti: l’umiltà, il coraggio, la non violenza attiva e la costruzione della pace, la giustizia, la compassione, la sincerità, la coerenza. E dopo la morte biologica? Si può ritenere che tutto è finito, che si rientra nel ciclo vitale in altro modo, che si permane nel ricordo dell’amore e dell’amicizia delle persone. Rispettabile. Si può aprirsi ad una fiducia ragionevole, alla fede dell’affidamento delle nostre vite nella storia e dopo il passaggio misterioso della morte alla Presenza di Dio che ci accoglie con amorevolezza, valorizza la nostra persona e la nostra storia come solo lui sa e può. Non si sa dire dove, come, quando, ma la fede dell’affidamento non lo pretende; per questo non è né irrazionale, né risibile, tutt’altro; ne è prova il ritorno di pacatezza e di ripresa di fiducia nell’animo di tante persone. L’amore, l’amicizia, il bene, le dimensioni più profonde della vita, quelle che costituiscono una persona, sono vivi oltre la morte. I nostri cari continuano a vivere nel Mistero di Dio e ad accompagnarci nella nostra vita.
 


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