Dona ora!
Chi siamo
Mission
Storia
Organizzazione
Ufficio di presidenza
Consiglio direttivo
Gruppi di lavoro
Statuto
Bilancio sociale
Trasparenza
Cosa facciamo
Accoglienza
Biblioteca
Cultura
Convegno di Settembre
Altri eventi
Lettera di Natale
Notiziario
Diritti
Rete DASI FVG
Giustizia
Carcere
Cooperazione internazionale
Fondatore
Biografia
Galleria
Riflessioni
Pubblicazioni
Agenda eventi
Come aiutarci
Diventa socio
Volontariato
Servizio Civile
Donazioni
Contributi
Cibo e vestiario
5 per mille
Lasciti testamentari
Contatti
Contattaci
Dove siamo
Iscrizione newsletter
Sala Petris
Dati tecnici e regolamento
Prenotazione
Parrocchia
Orari Messe
Eventi parrocchiali
Foglio della domenica
Siti amici
Cerca nel sito…
Contiene
Inizia per
E' uguale a
Visualizza
10 records
25 records
100 records
Tutto
Dona ora!
DOMENICA 20 GENNAIO 2013 Vangelo Giovanni 2,1-12
Vangelo di Giovanni
20/01/2013
DOMENICA 20 GENNAIO 2013
LA GRATUITA’ OLTRE LA NECESSITA’
Vangelo Giovanni 2,1-12
Due giorni dopo ci fu matrimonio a Cana, una città della Galilea. C'era anche la madre di Gesù, e Gesù fu invitato alle nozze con i suoi discepoli. A un certo punto mancò il vino. Allora la madre di Gesù dice: "Non hanno più vino". Risponde Gesù: "Donna, perché me lo dici? L’ora mia non è ancora giunta". La madre di lui dice ai servi: "Fate tutto quello che vi dirà". C’erano lì sei recipienti di pietra da circa 100 litri ciascuno. Servivano per i riti di purificazione degli ebrei. Gesù disse servi: "Riempiteli d'acqua!". Essi li riempirono fino all'orlo. Poi Gesù disse loro: "adesso prendetene un po' e portatelo ad assaggiare al capotavola". Glielo portarono. Il capotavola assaggiò l'acqua che era diventata vino. Ma egli non sapeva da dove veniva quel vino. Lo sapevano solo i servi che avevano portato l'acqua. Quando lo ebbe assaggiato il capotavola chiamò lo sposo e gli disse: "Tutti servono il vino buono e poi, quando si è già bevuto molto, servono il vino più scadente. Tu invece hai conservato il vino buono fino a questo momento". Così Gesù fece il primo dei suoi segni miracolosi nella città di Cana, in Galilea, e manifestò la sua grandezza, e i suoi discepoli credettero in lui. Dopo questo fatto andarono tutti a Cafàrnao, Gesù, sua madre, i fratelli e i suoi discepoli, e ci rimasero qualche giorno.
Spesso procediamo seguendo una sorta di "legge della necessità": a livello, sociale, culturale, economico, politico e religioso, come se tutto questo fosse "naturale"; anche sul piano personale si rischia di assecondare schemi e stereotipi che costringono in sofferenza dimensioni profonde del nostro animo.
Da tanti secoli e in modo evidente ancora oggi, la società è basata su modelli e criteri di competizione ed efficienza: i forti vincono e i deboli soccombono; i ricchi determinano e i poveri subiscono; la cultura dominante con i suoi mezzi di informazione pretende di diffondere una mentalità e modelli vincenti e i gruppi, i movimenti, le minoranze faticano ad esprimersi e contare.
L'assoluto del mercato e della massimizzazione del profitto sembra essere un dogma per i poteri forti e di conseguenza gli impoveriti e gli affaticati dell'esistenza aumentano a livello locale e mondiale. Lo sfruttamento della terra e di tutto l'ambiente è stato e continua ad essere per tanti una necessità legata al profitto. Le armi e le guerre sono ritenute necessarie.
La politica è in una situazione di crisi profonda per la sua separatezza dalla vita delle persone e delle comunità, per i suoi privilegi, per la deriva nell'illegalità e nella corruzione. Il potere religioso spesso trasforma la fede in istituzione religiosa, la identifica nell'ortodossia dottrinale e in alcuni principi non negoziabili, mentre tante persone cercano una fede che illumini, orienti, sostenga nella vita. Il dare per ricevere sembra un criterio molto diffuso; si agisce per i risultati, per l'immagine ed il successo, per un ritorno vantaggioso. Questa descrizione degli aspetti e delle situazioni negative, non copre certamente i tanti segni positivi costituiti dall'esperienza di persone, comunità e popoli che diventano un incoraggiamento reciproco per l'impegno quotidiano di noi tutti.
Ecco, il segno dell'acqua trasformata in vino sulle tavole delle nozze di Cana (Vangelo Giovanni 2,1-12) si colloca nel superamento di quella logica stringente della necessità e propone la gratuità come dimensione fondamentale per liberarsi dalla costrizione.
Gesù con sua madre e i suoi discepoli partecipa ad una festa di nozze a Cana di Galilea. Ad un certo punto la madre gli fa presente che è finito il vino. Lui reagisce con apparente durezza, come a dire che i segni profondi non sono da pretendere comunque e in qualsiasi momento. La madre invita i servitori ad essere comunque disponibili alle indicazioni di Gesù. La prima richiesta è di riempire d'acqua i sei recipienti di pietra che contengono circa 100 litri ciascuno; servono alla purificazione degli ebrei, un'esigenza che può anche essere un itinerario positivo del cuore e della coscienza, che però spesso può risolversi in ritualità formale e ripetitiva, che non incide sulle scelte e i comportamenti.
Gesù chiede ai servitori di prendere un po' di vino e di portarlo al capotavola che assaggia l'acqua diventata vino e non sa capacitarsi da dove venga; di conseguenza, commenta con lo sposo l'anomalia di servire ora, a festa inoltrata, il vino buono, contrariamente a quello che si è soliti fare.
Questo è il primo segno con il quale Gesù si manifesta. Il vino su quelle tavole delle nozze non sarebbe stato strettamente necessario; eventualmente, il tempo della festa si sarebbe accorciato; ma non è paragonabile questa situazione all'esigenza di guarigione di un ammalato, di perdono di una persona scomunicata e sconsolata, del pane come nutrimento da condividere da parte di una folla affamata.
La gratuità del vino inatteso rende possibile la continuazione della festa e la felicità delle persone convenute. E’ la gratuità dell'amore e dell'amicizia, della riflessione e del dialogo, del silenzio e della contemplazione, della preghiera e della generosità che rompono la necessità costretta del capitalismo, della violenza, della guerra, del razzismo, dell'usurpazione dell'ambiente; che progetta e anima parole e gesti per un mondo nuovo.
Vedi anche