Gli incidenti con morti, feriti, ammalati sul lavoro sono una delle situazioni più gravi della storia dell'umanità e dolorosamente sempre attuale. Spesso li ricordiamo durante la celebrazione dell'Eucarestia della domenica insieme ai loro familiari a cominciare dai figli: 1221 persone sono morte sul lavoro nel 2021, 89 fino al febbraio 2022. Accadde oggi in modo così impressionante come accadeva più di 2000 anni fa e di cui il Vangelo ci informa in un comune insegnamento che giunge fino a noi (Luca 13,1-9). Alcune persone riferiscono a Gesù che c'è stato un crollo alla torre di Sìloe con la conseguenza della morte di 18 persone; forse un cedimento strutturale, forse una conseguenza dei lavori di restauro o di una parte nuova che si stanno compiendo. È la mentalità sociale, culturale e religiosa di quel tempo continuata purtroppo nei secoli fino ad oggi, portavano come causa del male della morte, delle disgrazie " le infedeltà, “i peccati" delle persone che così sarebbero state colpite e punite. Gesù supera in modo netto questo meccanismo della retribuzione e evidenzia le responsabilità personali e sociali da assumere perché simili situazioni drammatiche non si ripetano e ciascuna persona, le organizzazioni, la società svolgano un'opera di prevenzione con l'attenzione e l'impegno massimi. Un altro gruppo di persone riferisce a Gesù un fatto tragico di un gruppo di Galilei che si trovavano nell'atrio del tempio di Gerusalemme per cui sangue si è mescolato con quello degli animali da loro sacrificati per il culto dopo l'intervento repressivo e la truppa inviata da Pilato, sanguinario procuratore di Roma. La loro morte tragica non è una punizione di Dio ma la conseguenza della loro scelta di opporsi all'oppressione per l'impero romano. Si ripeterà purtroppo per tanti altri che non accettano la situazione di dominio e di schiavitù. Le parole di Gesù a commento alle due tragiche situazioni assumono la complessità e l'imprevedibilità nella vita, diversi gradi di responsabilità per quanto accade. Ciascuna e ciascuno di noi siamo posti nella vita come dice il Deuteronomio di fronte alla scelta per il bene, cioè per la vita o per il male cioè per la morte. La vita è un dono ed è una, è una possibilità: può essere ricca, positiva, difficile. E dolorosa se queste diverse situazioni si intrecciano in modo più leggero o pesante. Assumiamo della vita la nostra responsabilità personale insieme a quella per il bene comune. Siamo chiamati ad agire con amore e a fare il possibile per attribuire alla vita la dimensione positiva prevenendo il male e attuando il bene.
DOMENICA 20 MARZO 2022.pdf