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DOMENICA 21 DICEMBRE Vangelo di Luca 1, 26-38 2, 1-14
Vangelo di Luca
21/12/2008
DOMENICA 21 DICEMBRE – NATALE 2008
QUALE DIO? UN DIO UMANO CHE CAMMINA CON NOI
Vangelo di Luca 1, 26 -38
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.
Vangelo di Luca 2, 1 -14
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama».
Come ogni anno si avvicina il Natale con la concentrazione di motivazioni, momenti, celebrazioni particolari nelle famiglie, nella società e nelle chiese particolari. L’augurio piuttosto scontato di “buone feste” può anche contenere ed esprimere un generico auspicio di benessere comune, nel senso ampio e profondo della parola. Pare diffondersi anche un superficiale e generico desiderio di bontà, di umanità migliore. Queste situazioni il più delle volte, di fatto coprono le fatiche, le speranze, le esperienze autentiche di umanità. Gli acquisti e i regali sono quest’anno più che mai sollecitati: siamo veramente in un paradosso etico, per cui la crisi economica chiede di consumare, ma i consumi riguardano spessi oggetti, merce superflua, il cui bisogno è indotto in modo artificioso e che, nel confronto con le esigenze di sopravvivenza di gran parte dell’umanità, provocano stridore e sofferenza negli animi appena sensibili all’etica del bene comune. La religione (non la fede) è troppo spesso un ingrediente sociologico di questa società: conferma, legittima, piuttosto che provocare, consolare, coinvolgere nell’impegno a contribuire ad un mondo più umano. Ingiustizie, morti per fame, sete, stenti, mancanza di assistenza sanitaria; armi; guerre, oppressioni, violenze; forme di xenofobia e di razzismo; usurpazione delle risorse, inquinamento dell’ambiente vitale; visione materialistica, funzionale dell’essere umano; emarginazione ed abbandono di chi fa più fatica: sono le questioni cruciali a livello delle nostre comunità locali e di quella planetaria. Nello stesso tempo incontriamo i segni positivi di esperienze di non violenza attiva, di resistenza, di giustizia e di condivisione, di accoglienza e di reciprocità, di coinvolgimento in relazioni nelle quali le persone valgono per i loro sentimenti, la loro umanità e disponibilità; esperienze di rispetto verso tutti gli esseri viventi, l’intero eco sistema. E il Natale? Nel Vangelo di questa domenica (Luca 1, 26-38) meditiamo sull’annuncio dell’Angelo a Maria, giovane donna di Nazaret, villaggio insignificante nelle strategie politiche ed economiche, come oggi tanti villaggi del Pianeta. Ai suoi dubbi e alle sue perplessità l’angelo risponde che “nulla è impossibile a Dio”: una fede profonda, autentica quindi genera la vita, genera novità, rompe l’involucro del fatalismo, della rassegnazione, della “legge naturale”; coinvolge e sollecita ad osare, a cancellare dalla mente, dal cuore, la parola “impossibile”, espressione di quel atteggiamento interiore e di quelle decisioni già previste e scontate. Le utopie, i sogni chiedono di essere alimentati; se non si guarda all’ulteriorità e non si osa, non ci può essere umanità nuova. Il Natale (Vangelo di Luca 2, 1-14) dovrebbe essere una memoria che sommuove e consola. Sovverte l’immagine di Dio lontano, onnipotente, inaccessibile, giudice severo. Dio diventa uomo nell’utero di Maria; viene alla luce nella grotta degli animali, nel luogo laico della marginalità; non in un centro di potere, non in un tempio religioso; sotto l’imposizione del censimento dell’impero, così come milioni di bambini nascono oggi nelle periferie della storia determinati dagli attuali imperi; su invito degli angeli, misteriosi messaggeri del Mistero, lo incontrano e lo contemplano alcuni pastori, non proprietari dei greggi, ma al loro servizio: ” Io vi porto una bella notizia, che procurerà una grande gioia a tutto il popolo: oggi nella città di Davide, è nato il vostro salvatore, il Cristo, il Signore. Lo riconoscerete così: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia”. I grandi del potere politico, economico, religioso, neanche se ne accorgono, come oggi non si accorgono dei segni di giustizia, di pace, di umanità autentica che vengono dal basso, e quando questi prendono forma e visibilità più consistente li contrastano e li soffocano con la repressione, la violenza e la morte. La bella notizia è che Dio cammina con noi: che non è il Dio che legittima i poteri forti di questo mondo: il capitalismo e il militarismo, le identità chiuse e razziste, il disprezzo per i semplici, i poveri, quelli considerati ultimi; cammina con noi per aiutarci a sognare e a realizzare l’umanità nuova della giustizia, dell’accoglienza, della pace, della solidarietà. Si fa uomo per umanizzare l’umanità e per coinvolgerci in questo progetto.
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