In questa domenica si conclude la lettura e la meditazione del capitolo 6° del Vangelo di Giovanni (60 -69) iniziato con la condivisione dei pani e dei pesci. È seguito un lungo dialogo fra Gesù e coloro che sono venuti a cercarlo per ripetere quell'esperienza in modo opportunistico e consumista. Lui ha cercato di porre in relazione il pane indispensabile per il nutrimento del corpo e il pane che può nutrire le dimensioni e le attese fondamentali della vita. In realtà non si tratta di due pani separati dato il superamento del dualismo fra corpo e anima nel tutt'uno di noi esseri umani, ma del recepire e rispondere a tutte le esigenze fondamentali della vita delle persone. Certo sarebbe una gravissima offesa proporre una riflessione teorica più o meno spiritualista a chi ha fame e non ha cibo. Impegno prioritario dunque è sempre quello per la giustizia, e il superamento delle disuguaglianze, per garantire le possibilità di vita a tutti gli abitanti del Pianeta. Questo può avvenire in modo più attento e operativo se si nutrono le dimensioni fondamentali fra le quali appunto l'attenzione, la premura e la cura per la vita di ogni persona. L'approfondimento di Gesù incontra le difficoltà di comprensione e provoca l'allontanamento di diverse persone che dicono:" Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?". Ma come e in che senso può essere dura la parola di Colui che ha invitato personalmente ad andare da Lui che è mite e umile di cuore per trovare accoglienza, comprensione e conforto? Come possono essere dure per le persone le sue parole se lo portano ad essere rifiutato dai sacerdoti del tempio e dalle classi dirigenti? La “durezza” non sta nella obbligatorietà ma nella radicalità della proposta. Il pane che la sua persona ci dona è il Vangelo delle beatitudini : è l'umiltà alternativa alla presunzione e all'arroganza; il coraggio nella vita anche nelle situazioni tribolate e difficili che può trovare orientamento e forza interiore nell'affidamento a Lui; è la scelta della nonviolenza attiva e della costruzione della pace con il rifiuto deciso dell'avversione, dell'inimicizia, delle armi, delle guerre; è la giustizia per cui impegnarsi quotidianamente; è la compassione, il prendersi a cuore, il prendersi cura delle persone superando ogni indifferenza; è la trasparenza; è la coerenza che rende credibili. Questo è il pane di cui nutrirsi interiormente insieme al pane da masticare e da condividere. L'altra parola “dura” è la verifica della fede non in un'astratta ortodossia dottrinale e liturgica ma nella disponibilità ed incontrare Gesù in chi è affamato e assetato, denudato di dignità e vestiti, ammalato, carcerato, forestiero. La “durezza” riguarda non una imposizione, ma la radicalità e la coerenza delle scelte e dei comportamenti: una radicalità che favorisce il nostro essere e diventare umani e rendere molto più umano questo mondo. La “durezza” si contrappone alla superficialità, all’indifferenza, al qualunquismo, all’egocentrismo, all’individualismo. Si può tradurre” la durezza” nella scelta coerente di essere umani. DOMENICA 22 AGOSTO 2021.pdf AVVISI Celebriamo l’Eucarestia nei giorni feriali in chiesa martedì e giovedì alle ore 8. La domenica alle ore 9.30 nella Sala Petris. Venerdì 20 alle ore 14 in chiesa a Gorizia si celebra il matrimonio di Isabel e di Eduardo. Isabel è figlia di Tiziano Duca.
INCONTRI DI PIERLUIGI Venerdì 20 alle ore 14 alla celebrazione del matrimonio a Gorizia di Isabel e Eduardo. Sabato 21 alle ore 17 nella chiesa di Tualis presentazione di un libro riguardante l’effige della Madonna del sangue, parte della tradizione religiosa della comunità.