Nelle nostre vicende personali, in diversi passaggi della storia delle comunità e dei popoli, è avvenuto e continua ad avvenire che gli ideali, le dimensioni etiche, la resistenza nell'affermarli e nel viverli, la proposta di partecipazione e di coinvolgimento emergono anche in situazioni di dolore, di perplessità, di interrogativi a motivo di “ brutte notizie”, di contrasti, di opposizione.Considerare le situazioni positive e incoraggianti, quelle complesse e difficili, quelle dolorose, quelle di vita e quelle di morte senza sfuggirne, bensì assumendole con onestà, in modo veritiero; e poi con la sapienza interpretativa che viene dal profondo dell'anima continuare a proporre ideali di vita buona e positiva, di giustizia e di uguaglianza, di accoglienza e di convivenza pacifica, è un'impresa ardua che nella sua azione esprime la grandezza degli ideali, la profondità delle convinzioni, la disponibilità a dedicarsi con gratuità, perseveranza, pazienza attiva, speranza.Con quale fine? Certamente di contribuire alla costruzione quotidiana di un mondo molto più umano. Questo è anche il sogno di Dio sull'umanità che Gesù di Nazaret è venuto ad annunciare in parole ed opere cominciando a proclamare il Vangelo, cioè il lieto messaggio che viene da Dio. E quale è la consistenza di questa buona notizia? E che Dio, nelle parole e nei gesti di Gesù si dichiara continuamente per un radicale cambiamento del cuore, delle coscienze, delle menti, degli atteggiamenti e delle decisioni, per praticare in continuità il bene. Non più un Dio lontano, impassibile, giudice freddo e inesorabile, bensì un Padre buono a cui rivolgersi con confidenza e fiducia; non più avversione e inimicizia; violenze, armi e guerre, bensì superamento dell'inimicizia, non violenza attiva, costruzione della pace; non più ingiustizia, accumulo di beni e di ricchezze, bensì giustizia, uguaglianza, condivisione; non più persone escluse per la loro condizione di età, di sesso, di malattia, di errore, di ignoranza, bensì compassione, accoglienza, premura, condivisione; non più menzogne, falsità e ipocrisie, bensì sincerità, trasparenza, cordialità; non più incoerenza, infedeltà, religiosità formale, bensì coerenza e fedeltà, anche in mezzo a contrasti, avversità, anche persecuzione e morte.Questa è la buona notizia: che Dio inequivocabilmente prende posizione, si schiera, si commuove, partecipa, denuncia e propone, si immerge nell'umanità per orientarla al bene. Non può mai quindi, essere utilizzato per fondare e legittimare propositi e azioni di potere, di violenza, di discriminazione ed esclusione. E questa presenza, questo annuncio queste azioni iniziano in un momento difficile e doloroso, quando il profeta Giovanni il battezzatore, cugino di Gesù, viene arrestato e messo in prigione. (Vangelo di Marco 1,14-20) “Poi Giovanni il Battezzatore fu arrestato e messo in prigione. Allora Gesù andò nella regione della Galilea e cominciò a proclamare il Vangelo, il lieto messaggio che viene da Dio. Diceva: -Il tempo della salvezza è venuto. Dio inaugura il suo regno. Cambiate vita e credete in questo lieto messaggio!-.La questione sempre aperta é se noi siamo disponibili e con quale intensità, convinzione e dedizione a partecipare attivamente a questo progetto, a questo sogno.La chiamata è per tutti, come lo è stata per quei quattro pescatori del lago di Tiberiade che Gesù ha invitato a seguirlo: Simone e Andrea suo fratello e altri due fratelli Giacomo e Giovanni. Chiamerà poi altri otto, fra loro perfino Matteo, uno dei riscossori delle tasse per l'impero di Roma e Simone e Giuda simpatizzanti del gruppo degli Zeloti che con le armi volevano cacciare la Potenza occupante.A loro e a noi è rivolto l'invito a un processo continuo di cambiamento nel cuore e nella coscienza; di liberazione da chiusure ed egoismi, nelle diverse forme, per aprirsi in modo disponibile a diventare più umani, per contribuire ad un mondo più umano, fedeli a Dio e alle responsabilità della storia.