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DOMENICA 22 Maggio 2016 Vangelo Giovanni 16,12-15
Vangelo di Giovanni
22/05/2016
DOMENICA 22 MAGGIO 2016
Dio trinità: Padre, Figlio, Spirito Santo
Mistero ed esperienza
Vangelo di Giovanni 16,12-15
Ho ancora molte cose da dirvi, ma ora sarebbe troppo per voi; quando però verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà verso tutta la verità. Non vi dirà cose sue, ma quelle che avrà udito, e vi parlerà delle cose che verranno. Nelle sue parole si manifesterà la mia gloria, perché riprenderà quel che io ho insegnato, e ve lo farà capire meglio. Tutto quel che ha il Padre è mio. Per questo ho detto: lo Spirito riprenderà quel che io ho insegnato, e ve lo farà capire meglio.
Alla fine di un incontro pubblico un tale ha chiesto a don Andrea Gallo di chiarirgli il senso della dottrina trinitaria dicendo di non averla mai capita bene perché nessuno era stato in grado finora di spiegargli in che senso le tre persone siano un solo Dio se sono tre, come cioè sia possibile che uno più uno più uno faccia ancora uno e non tre, concludendo di essere fiducioso che don Gallo gli avrebbe di sicuro saputo spiegare come stessero effettivamente le cose; don Andrea gli ha risposto: “Queste cose della Trinità non le ho mai capite bene neppure io. Né, sai, mi interessano poi tanto. Perché vedi a me basta che Dio sia antifascista!”.
Al primo impatto si può percepire l'aspetto umoristico della battuta, ma in realtà l'espressione esprime un profondo contenuto teologico e la forza della fede che ha animato questo prete amato e discusso per tutta la sua vita, soprattutto nell’essere riuscito ad essere interprete, a dar voce e quindi attenzione e accoglienza alle persone nelle più diverse ed estreme condizioni esistenziali.
Infatti riferirsi al Dio di Gesù di Nazaret, fidarsi e affidarsi a lui ha che fare con l'antifascismo, con l’opposizione a regimi autoritari che disprezzano la libertà, umiliano le donne e gli uomini che, a loro dire, sarebbero "stonati" rispetto alla loro immagine di grandezza, prestigio, successo, di affermazione dei più forti.
Credere in Dio invece significa porre il primato del bene, della giustizia, della condivisione, della liberazione da situazioni di umiliazione e disumanità.
L'essere Trinità di Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo evidenza e comunica profondamente le relazioni in Dio, in noi e fra di noi. Non si tratta quindi del sommarsi di tre persone che renderebbe incomprensibile l'unicità di una Persona; né di ingarbugliarci nella formulazione di verità della fede, molto debitrici del contesto storico, culturale e teologico in cui sono state elaborate, ma invece di intuire e vivere in profondità la rivelazione di Gesù che ci parla di un Padre da conoscere e pregare personalmente e insieme; di uno Spirito come forza che ci comunica profondità, bene, possibilità di relazioni profonde e significative.
Così leggiamo nel Vangelo di questa domenica (Giovanni 16,12-15): “Tutto quello che ha il Padre è mio. Per questo detto: - lo Spirito riprenderà quello che io ho insegnato e ve lo farà capire meglio”. Più che soffermarsi e insistere per una sorta di apologetica, sulla difesa di verità dogmatiche dell’unico Dio in tre persone, di difficile comprensione, anche se ci si affida al Mistero, può essere più coinvolgente per il nostro percorso personale e comunitario sentirci coinvolti dalla ricchezza reale e misteriosa di Dio che si comunica a noi nella ricchezza delle sue diversità come Padre della Misericordia, come Figlio dell'Incarnazione, redentore e fratello, come Spirito della verità e della forza interiore della vita. Se non fosse diventata un'abitudine, in tante occasioni troppo superficiale, fino ad essere banalizzata, quando compiamo il segno della croce dovrebbe per noi, persone e comunità significare proprio la ricchezza e il mistero di Dio come Padre, Figlio e Spirito Santo.
FOGLIO DOMENICA 22 MAGGIO 2016.pdf
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