Gesù inizia la sua vita pubblica in Galilea e si reca a Nazareth, il villaggio nel quale è cresciuto (Vangelo di Luca 1,1-4; 4,14-21). È sabato, entra nella sinagoga e l’incaricato gli porge il libro del profeta Isaia. Trova i passaggi di questa profezia che è la profonda descrizione della sua missione." Il Signore ha mandato il suo Spirito su di me. Egli mi ha scelto per portare ai poveri la notizia della loro salvezza, per annunciare la liberazione ai prigionieri, per liberare gli oppressi". A Nazareth è presente il Gesù della liberazione e della vita: in mezzo agli impoveriti, agli scartati del mondo per condividere le loro lotte per il cibo, la giustizia, l'uguaglianza, la terra, il lavoro, la casa, la salvaguardia dell'ambiente. E, per comunicare la presenza, la vicinanza e il coraggio come forza interiore, sostegno e perseveranza. L'annuncio della Liberazione dei prigionieri riguarda un numero immenso di donne e uomini. Si pensi ai lager della Libia, alle carceri d'Egitto e di tanti altri regimi autoritari; di detenuti così spesso in condizioni disumane nelle sovraffollate carceri italiane; ai migranti reclusi nei campi di contenimento. Certo si pensa insieme alla liberazione dall’avversione, dall’inimicizia, dall’odio, dalle ansie e dall’angoscia. Gesù è in mezzo a loro e seguire Lui significa da parte nostra porre attenzione, diffondere informazioni veritiere, sensibilità e cercare di operare attivamente. Prigionieri sono ancora le donne e gli uomini oggetti della tratta di esseri umani dei traffici sessuali, costretti a lavorare in condizioni di schiavitù fra loro i bambini anche quelli usati come soldati. Ritorna ancora il termine liberazione come anelito, progetto, coinvolgimento a contribuirvi e riguarda tutte le persone oppresse: quelle ricercate, perseguitate, incarcerate, torturate perché si oppongono ai regimi dittatoriali, tra loro tanti giornalisti; a chi è colpito da violenze ricattatorie e poi esplicite, brutali fino all'uccisione: pensiamo alle donne, alle lavoratrici e lavoratori morti sul lavoro, alle tante persone escluse e oppresse in quanto diverse. Il Vangelo dice ancora: “Ad annunciare il dono della vista ai ciechi". Il pensiero va subito alle persone cieche e al doveroso rispetto dei loro diritti e della loro autonomia. Il riferimento si amplia alla cecità del cuore e dell'animo che impedisce di vedere con verità le condizioni disumane di tante persone e porta a girarsi con indifferenza dall'altra parte. Ed è ancora mandato: " Per dire a tutti che è giunto il tempo nel quale Signore salverà il suo popolo ". Il Signore è presente nella storia: per questo Gesù alla gente che lo guarda intensamente nella sinagoga dice:" Oggi si avvera per voi che mi ascoltate questa profezia". Non è quindi possibile leggere il Vangelo, celebrare l'Eucarestia al di fuori, in modo distaccato dalla realtà. Il Vangelo chiede di essere attuato ogni giorno nella storia; se il compimento definitivo avverrà nel Mistero di Dio questo non deve mai diventare un alibi per rinviare o attenuare l’impegno quotidiano.
DOMENICA 23 GENNAIO 2022.pdf
AVVISI Durante la settimana la celebrazione dell’Eucarestia è il martedì e il giovedì alle ore 8 in chiesa. La domenica alle ore 8 e 10.30 in Sala Petris.