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DOMENICA 24 AGOSTO 2008 Vangelo di Matteo 15, 13-20
Vangelo di Matteo
24/08/2008
DOMENICA 24 AGOSTO 2008
QUESTO STRAORDINARIO GESU’ DI NAZARET
Vangelo Matteo 15, 13-20
Ma Gesù rispose: « Tutti gli alberi che non sono stati piantati dal Padre mio che è in cielo, saranno strappati. Lasciateli dire! Sono ciechi che vogliono fare da guida ad altri ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due andranno a cadere in una fossa». Allora Pietro disse: « Spiegaci questa parabola». Ma Gesù rispose: « Anche voi non riuscite ancora a capire? Non capite che quello che entra in bocca va allo stomaco e quindi va a finire in una fogna? Ciò che esce dalla bocca, invece, viene dal cuore dell’uomo e per questo può renderlo impuro. Perché è dal cuore che vengono tutti pensieri malvagi che portano al male: gli omicidi, i tradimenti tra marito e moglie, i peccati sessuali, i furti, le menzogne, gli insulti…Sono queste le cose che fanno diventare impuro l’uomo. Invece mangiare senza purificarsi prima le mani, questo non fa diventare impuri ».
*****
Quella che riguarda Gesù di Nazaret, il Cristo, dovrebbe essere in continuità una questione aperta, perché, se già chiusa, di per sé diventa scontata e sterile. È quindi fondamentale resti aperta come interrogativo su chi veramente Lui sia; sul coinvolgimento, sul significato e sulle conseguenze del suo messaggio, per la nostra vita, per la storia dell’umanità, sulle incoerenze e sui tradimenti nei suoi confronti da allora fino ad oggi. Spesso in questa società si richiamano, anche da parte di uomini politici, in modo ideologico e pretestuoso, le radici cristiane, la civiltà cristiana, soprattutto in atteggiamento di difesa dalle minacce che sempre e solo verrebbero da fuori, dagli altri, senza nemmeno dubitare su scelte che riguardano i poveri, i diversi, i nomadi, gli stranieri, le armi, la guerra; un ideologia del consumismo e dell’apparenza fomentato soprattutto da certe televisioni: decisioni del tutto contrarie al messaggio del Vangelo, proprio una smentita clamorosa. Di Gesù di Nazaret si è scritto, rappresentato nell’arte, nei film, nel teatro, con vastità incredibile; ci sono “diversi” Gesù e ogni varietà e aspetto particolare evidenziato può favorire intuizioni e approfondimenti: c’è quello dei poeti e degli artisti, dei rivoluzionari e impegnati socialmente e politicamente per il riscatto dei poveri e degli oppressi; c’è quello di chi in nome di un vago e strumentale riferimento a Lui combinato con l’ideologia di un cristianesimo dei ricchi e dei privilegiati, perfino degli oppressori, contrasta, anche uccide i suoi autentici testimoni com’è avvenuto in America Latina a tanti uomini e donne, maestri e sindacalisti, leader di comunità, preti e vescovi. C’è quello che diventa davvero il riferimento e l’orientamento di fondo dell’esistenza e quello di un vago sentimento religioso che in modo indistinto guarda anche a lui, senza incidere nelle scelte della vita. C’è quello degli esegeti e teologi e quello della fede popolare, delle comunità di base, di tante donne e uomini che lo sentono presente, vicino, amico, sostenitore della dedizione agli altri, dell’impegno per la giustizia e la verità. Il vangelo di questa domenica (Matteo 15, 13-20) ci narra la verifica richiesta da Gesù ai suoi discepoli riguardo alle sensazioni e opinioni che aveva la gente di lui. Gli riferiscono gli accostamenti della gente a Giovanni il Battezzatore, a Elia, a Geremia, o comunque a uno dei profeti. Alla stessa domanda di Gesù alla cerchia dei discepoli risponde Pietro: “ Tu sei il Messia, il Cristo, il Figlio del Dio Vivente”; così esprime l’intuizione sulla dimensione ulteriore, divina della sua piena umanità. Gesù rimarca la profondità di quella espressione che non deriva da sole forze umane, ma che è rivelata dal Padre, che è suo dono. A questa profondità viene affidato a Pietro un compito di riferimento e di guida per la comunità di persone che si raccolgono in nome di questa fede in Gesù che, approfondita, alimentata, testimoniata, resiste alle difficoltà e avversità della storia, anche alle persecuzioni e alle minacce di morte. Gesù di Nazaret rivela nella storia la sensibilità, il volto, le parole, i gesti di Dio; porta il mistero nella storia per immettervi una forza dinamica di amore, di giustizia, di accoglienza, di fraternità, di pace. E quale Dio rivela e come? Perché questa è la vera questione dato che in nome di Dio si da la vita e la si toglie, si costruisce giustizia e convivenza pacifica e si legittimano ingiustizie violenze e guerre. Dio chiede a una donna, a Maria di Nazaret, il pieno consenso per la sua umanizzazione, per operare un meticciato fra divino e umano; già nella nascita è fuori dai recinti del sacro, collocato nello spazio promiscuo dell’impurità degli animali; fin da subito ci insegna che la questione dell’impurità non sta al di fuori, ma ha l’unica radice nel cuore dell’uomo. Veramente Dio, veramente uomo, ma non l’uomo a cui si deve dare il titolo di eccellenza; dalla nascita sceglie il mondo degli esclusi, degli scartati; così per tutta la vita, fino alla fine, quando laverà i piedi ai suoi discepoli come nemmeno erano obbligati a fare gli schiavi, ma solo quelli stranieri. Dopo questi trent’anni di vita a Nazaret facendo il falegname, si inserisce nella vita pubblica; annuncia la nuova umanità (regno di Dio); pronuncia parole mai ascoltate che propongono il superamento dell’inimicizia, il servizio umile e disinteressato, l’importanza e la priorità di ogni persona con la sua storia; la liberazione dall’ossessione dall’avere e del denaro; la giustizia e la condivisione come nell’esempio dei pani e dei pesci. Nelle relazioni comunica sempre attenzione, accoglienza, ascolto, incoraggiamento fiducia: “Vai in pace”. Annuncia la beatitudine delle persone umili, coraggiose, non violente, operatrici di pace, costruttrici di giustizia, accoglienti e misericordiose, sincere e coerenti. Comunica la fede incarnata nella storia, alternativa alla religione del Tempio che conferma il mondo così com’è con le sue ingiustizie e violenze. La sua persona, il suo amore incondizionato diventano inaccettabili e la classe dirigente religiosa e politica lo avversa fino a catturarlo, processarlo, torturarlo e ucciderlo sulla croce. In Gesù Crocifisso, vittima impotente nel mondo si rivela il Dio pienamente umano e solidale con la sorte delle persone e dei popoli crocifissi. Per la sua fedeltà, per il suo amore non poteva restare rinchiuso in un sepolcro. “Il Padre lo ha risuscitato dalla morte”. È il Gesù Vivente sulla strada di Emmaus, su ogni strada dell’umanità, il nostro compagno di viaggio per costruire quell’umanità umana che Lui ha comunicato, pienamente Dio e pienamente uomo. È straordinario Gesù di Nazaret: radicale nella proposta, accogliente e comprensivo delle nostre fragilità, sempre incoraggiante. Se siamo coinvolti profondamente dalla sua persona e dal suo insegnamento di per sé siamo in cammino, viviamo una salutare inquietudine e insieme una profonda consolazione. Per questo incredibilmente di Gesù di Nazaret si parla poco: perfino nella Chiesa, nelle celebrazioni dell’Eucarestia, si parla d’altro. Il motivo è chiaro: inquieta troppo riguardo alla sincerità con noi stessi e nei rapporti umani; riguardo al denaro, al potere, alle armi, alle guerre; all’accoglienza, al perdono, alla disponibilità gratuita, alla coerenza. Lui continua a venire, a proporsi, ma proprio a cominciare dai suoi non lo accolgono, proprio come allora, nonostante i proclami sulle radici cristiane, sulla civiltà cristiana.
INCONTRI DELLA SETTIMANA
Celebriamo l’Eucarestia ogni giorno alle ore 08.00, salvo richieste per le ore 19.00, da comunicare possibilmente per il venerdì precedente.
Sabato 23 ore 15-17 possibilità di dialogo e confessione
Domenica 24 Celebrazione dell’Eucarestia alle ore 09.30
AVVISO
Lunedì 1 settembre ore 20.30 incontro di tutte le persone disponibili a collaborare al convegno del 25- 28 settembre, anche di coloro che accoglieranno gli ospiti nelle case. I gruppi specifici si incontreranno poi in modo autonomo.
AVVISO
Alcune richieste di celebrazione del Battesimo in tempi diversi porta a ribadire l’importanza di uscire da una concezione individualista, suggerita magari da motivazioni pratiche e organizzative e di riflettere sul senso della celebrazione del sacramento del Battesimo e dell’appartenenza o del riferimento alla Comunità cristiana. Nella tradizione della nostra comunità il Battesimo dopo la prima domenica di ottobre, quest’anno per alcuni motivi contingenti viene posticipato a Domenica 26 ottobre: i due incontri di preparazione Sabato 18 e Sabato 26 alle ore 15.
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