Il Vangelo di questa settimana (Luca 15,1-3.11-32) ispira la riflessione su alcuni paradossi contrapposti e insanguinati nella storia. Immaginiamo di essere 56 di noi soldati dell'armata rossa il 27 gennaio 1945 all'ingresso del campo di sterminio di Auschwitz: cataste di morti, scheletri che barcollano, cenere che si diffonde dalle ciminiere. E la domanda più drammatica:” Esseri umani, ma cosa mai avete fatto? Cosa si può trovare di umano in tutto questo? Siete come morti e ora potete tornare alla vita.” Ecco come quella ragazzina di 13 anni, lo scheletro che a stento si regge, potrebbe proprio ora in un campo di sterminio più piccolo in mezzo alla tanta confusione prendere la pistola che le sta davanti ai piedi e uccidere l'ufficiale nazista perché le volta le spalle. Ma non lo fa perché non vuole unire un gesto di morte ai milioni che sono già stati compiuti con totale disumanità, di fronte alla quale aveva provato per un attimo il brivido di agire a nome di tutti ma poi no, perché altri erano gli insegnamenti dei suoi padri riguardo alla vita e al rispetto della dignità di ogni persona. Liliana Segre dai 60 anni fino ai 91 ha portato nel modo più forte, profondo e coraggioso l'insegnamento dell'amore e della vita a centinaia di migliaia di persone, giovani soprattutto. Parole che disperdono brutale atrocità e diffusione del male assoluto non hanno senso; molto invece lo assume il nome dell’ideale perché l'odio è sempre una sconfitta e si diffonde come un germe devastante. Il marito di Claudia, ufficiale dei Carabinieri è entrato in stato di coma vegetativo dopo che Matteo l'ha colpito con un palo ai bordi di una strada durante un controllo. Claudia inaspettatamente riceve un lettera con una richiesta di perdono da parte di Irene, madre dell’assalitore. Claudia accetta la lettera e soprattutto la persona e le vicende che esprime. Nasce un rapporto difficile, tribolato, anche con la successiva morte del marito; le due donne hanno però dato vita ad una comunità: l’associazione Amicainoabele promuove un’altra strada, la stessa dove -Caino e Abele- possano provare a prendersi per mano. Una via alternativa, la via del perdono, della riconciliazione, dell’amore, che accoglie, ascolta, condivide e vive progetti di trasformazione del male in bene con le persone protagoniste. Lucia Annibali a Pesaro, una sera al rientro a casa, viene sfregiata in modo devastante da due mercenari assoldati dall'uomo che lei crede di amare e da cui crede di essere amata. Segue un lungo periodo di atroci sofferenze fisiche e di ripresa interiore che fa emergere qual è l'amore positivo e così fondamentale nella vita, a differenza di quello ammalato che confonde, colpisce, ricatta, crea dipendenza. Quattro storie di donne diverse, di dolore e amore incomparabili, l'emergere dell'amore e della vita. Traduzioni luminose della storia del Padre del Vangelo che se n'era andato da casa e che ora grazie all’amore di Gesù rende di nuovo vivo e protagonista di bene.
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