Il Vangelo di questa domenica (Marco 7, 18.14 – 15. 21 – 23) ripropone la grande questione nel rapporto tra fede e religione anche se abitualmente i due termini si considerano e si utilizzano in modo equivalente. Si può invece intendere per fede la dimensione e la sensibilità più profonde dell'essere, con coinvolgimento, proprio una vibrazione di tutto il cuore, di tutta l'anima, di tutta la mente, di tutte le forze, di tutto noi stessi come peraltro il Vangelo stesso ci propone. La fede quindi coinvolge, rende disponibili in profondità, orienta la vita in modo aperto, sollecita decisioni conseguenti soprattutto sulle decisive questioni delle relazioni con le altre persone, della premura e della cura nei loro confronti e insieme del rapporto con il potere, il denaro, la violenza, tutte le violazioni della dignità umana e dei diritti umani e certo con l'ambiente vitale. Vivere l’esperienza di questa fede pure con le fragilità, i limiti, la ricerca, insieme all’affidamento alla preghiera e all'impegno, segna in modo decisivo la vita senza però pretendere bandiere e schieramenti, presunzioni e rendite di posizione. Una fede vissuta nella laicità insieme alle donne e agli uomini che hanno a cuore e si impegnano per un mondo diverso, molto più umano. Nel Vangelo di Gesù di Nazareth le Beatitudini e la verifica conclusiva della nostra vita riguardo alla nostra credibilità sono dimensioni intrinseche, costitutive della fede. La religione si configura nell'aspetto istituzionale della fede, nelle espressioni dottrinali, simboliche, rituali, anche convenzionali. Si dirà certo che la fede deve per sua necessità incarnarsi nella storia: si evidenzia però che può farlo in modo leggero, discreto, aperto o invece in modo pesante, chiuso, con ostentazione, Fra l'altro aggiungendo norme, ritualità, consuetudini, devozioni, convenzioni; aspetti formali esteriori datati in modo evidente, superficiale, troppo contingente. Si evidenzia come per una dinamica intrinseca fede e religione si pongono sempre in modo dialettico perché la fede è profetica e la religione istituzionale di per sé è conservatrice. Gesù cita il profeta Isaia che afferma:" Questo popolo mi onora a parole, ma il suo cuore è molto lontano da me... insegna come dottrina comandamenti che sono fatti da uomini lasciando da parte i comandamenti di Dio per poter conservare le tradizioni degli uomini". Il progetto e le indicazioni del Dio di Gesù sono chiare e propongono un mondo radicalmente diverso da quello attuale le tradizioni degli uomini spesso non solo sono esteriori ma esprimono contenuti disumani: discriminazioni, rifiuti, violenze coprendoli con il riferimento a tradizioni, simboli e immagini religiose. Si possono sentire in modo chiaro molto più vicini e testimoni del Vangelo persone come ad esempio Franco Basaglia, Margherita Hack, Gino Strada: di uomini e donne che anche con responsabilità politiche dichiarano tradizioni cioè convinzioni, orientamenti, decisioni umane coprendole vergognosamente di riferimenti e simboli religiosi e lasciano così da parte, tradiscono pienamente i comandamenti di Dio: la giustizia, l'accoglienza, uguaglianza, la pace.
DOMENICA 29 AGOSTO.pdf AVVISI Celebriamo l’Eucarestia durante la settimana il martedì e il giovedì alle ore 8 in chiesa.