DOMENICA 3 AGOSTO 2014 Vangelo di Matteo 14, 13-21

Vangelo di Matteo

03/08/2014

DOMENICA 3 AGOSTO 2014
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Vangelo di Matteo 14, 13-21

Quando sentì questa notizia, Gesù partì in barca per recarsi in un luogo deserto, lontano da tutti, ma la gente venne a saperlo e da varie città, a piedi, andarono dove stava andando Gesù. Scendendo dalla barca, egli vide tutta quella folla ed ebbe compassione di loro e si mise a guarire i malati. Verso sera, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: “Ě già tardi e questo luogo è isolato. Lascia andare la gente: così nei villaggi qui nei dintorni potranno comprarsi qualcosa da mangiare.” Ma Gesù disse loro: “Non hanno bisogno di andar via: dategli voi qualcosa da mangiare”. Essi gli risposero: “Ma noi abbiamo soltanto cinque panie due pesci”. E Gesù disse. “Portateli qui a me”. Allora Gesù ordinò di far sedere la folla sull’erba. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo e ringraziò Dio. Poi cominciò a spezzare i pani e a darli ai discepoli; e i discepoli li davano alla folla. Tutti mangiarono e ne ebbero abbastanza. Alla fine, con i pezzi avanzatisi riempirono dodici ceste. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

La situazione più drammatica dell’umanità è la miseria, la morte per fame, per sete, per mancanza di assistenza sanitaria. Si possono indicare in 900 milioni le persone che soffrono la fame e sono in bilico fra vita e morte; altre centinaia di milioni vivono con 1-2 euro al giorno; ogni giorno circa 24 mila persone vengono uccise da questa ingiustizia strutturale, tantissimi i bambini, quindi milioni in un anno.
Nel contempo ogni anno nel mondo si buttano via 1,3 miliardi di tonnellate di cibo avanzato. Per quanto riguarda l’Italia oltre dieci milioni; circa il 25% di quello acquistato dalle famiglie, circa 76 kilogrammi, per un equivalente di 1.600 euro all’anno. 
Impressionante, scandaloso!
La risoluzione progressiva del più evidente e vasto dramma dell’umanità esige indiscutibilmente risposte strutturali che riguardano la terra, le coltivazioni, il lavoro, i prodotti, il commercio, un cambiamento radicale del rapporto schiacciante e drammatico fra le multinazionali e i piccoli e medi produttori; sono da incoraggiare e diffondere le iniziative dal basso, le cooperative; per tutti nella giustizia e nella legalità, nell’autentica solidarietà e nell’attenzione al bene comune.
Esperienze significative sono nate dal basso anche qui in Friuli, con protagoniste persone sensibili e coraggiose; ad esempio quella della coltivazione del mais e poi della farina a San Marco e quella del forno sociale di Tramonti.
Le risposte strutturali dovrebbero procedere insieme alla sensibilità, alla cultura, alla spiritualità della sobrietà e di una condivisione dei beni che tende a diventare fraternità. A questa prospettiva ci provoca il Vangelo di questa domenica (Matteo 14, 13-21) con il racconto della condivisione dei pani e dei pesci.
Lo stato d’animo di Gesù è scosso dalla notizia dell’uccisione di suo cugino, il profeta Giovanni. Parte per recarsi in un luogo isolato a vivere questo dolore, a riflettere, a pregare. Tanta gente lo raggiunge, proprio una grande folla. Gesù vive la compassione, la partecipazione alla condizione di quelle persone: sta in mezzo, ascolta, risponde, guarisce, incoraggia.
Viene sera e i discepoli consigliano a Gesù di lasciare andare quella gente perché possa comprare qualcosa da mangiare nei villaggi. Come risposta in modo inatteso lui li invita ad agire e a dare loro qualcosa a quelle persone. La loro risposta è la conferma di quella presunta impossibilità che rende fatalisti e inattivi. Ma come si può agire partendo dalla disponibilità di cinque pani e due pesci? Gesù se li fa portare, invita la gente a sedersi sull’erba, alza gli occhi al cielo e pronuncia la preghiera di benedizione. Poi spezza i pani e i pesci e li consegna ai discepoli perché li distribuiscano alla gente. Tutti mangiano abbastanza e alla fine vengono raccolti (non buttati via!) i pezzi avanzati fino a riempire 12 ceste.
La provocazione del Vangelo è ad osare iniziative e strade nuove, a non arrendersi in partenza lamentando le scarse possibilità. Don Luigi Scrosoppi, don Tomadini, don Emilio De Roia, il dottor Sipione, don Davide Larice, don Franco Saccavini con i Vicini di casa, e altri ancora hanno osato e la condivisione si è allargata. E a proposito dell’accoglienza, in uno stato fragile di 12 milioni di abitanti come il Ciad hanno trovato rifugio quasi mezzo milione di persone!

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