“Sentendo queste cose i presenti nella sinagoga si adirarono e, alzatisi, spinsero Gesù fuori dal villaggio. Lo trascinarono fino in cima al monte di Nazareth e avrebbero voluto farlo precipitare giù. Ma Gesù passò in mezzo a loro e se ne andò". Perché questa reazione così violenta da parte dei compaesani di Gesù tanto da sfiorare il dramma? (Vangelo di Luca 4, 21 -30). In un primo momento sono rimasti stupefatti e increduli della identificazione che Gesù ha fatto tra la profezia di Isaia dell’inviato da Dio a svolgere una missione di liberazione e la sua persona. Subito però si chiedono se non sia proprio Lui il figlio di Maria e Giuseppe cresciuto nel loro villaggio. Si meravigliano ma non gli credono perché lui si propone nella sua diversità e il suo progetto di liberazione esige cambiamenti profondi e radicali. Poi gli pretendono i segni prodigiosi da lui compiuti a Cafarnao e di cui hanno sentito parlare. Gesù avverte la loro profonda distanza, la ricerca di miracoli per un coinvolgimento emotivo che non favorisce nelle persone la formazione di coscienze sensibili ed attente in un processo di maturazione. Per questo attinge alla memoria storica del popolo. Ricorda loro che il profeta Elia perseguitato e fuggiasco è stato accolto da una povera vedova straniera con il suo bambino a Zarepta di Sidone. Ancora che con un intervento del profeta Eliseo Dio ha guarito fra i diversi lebbrosi Naaman il Siro, ancora uno straniero. E così tutti gli schemi e i confini sono stati rimessi in discussione. Questi esempi che Gesù riporta scompaginano ulteriormente i suoi compaesani chiusi e sicuri solo nel loro modo di pensare e agire confermati dalla religione. Questa profonda distanza viene evidenziata da Gesù quando dice:" Nessun profeta ha fortuna in patria". È un'affermazione che raccoglie e rilancia il popolo immenso dei profeti: donne, uomini e comunità non accolti, non riconosciuti, anzi criticati, avversati, isolati perché con il loro modo di essere, parlare ed agire hanno denunciato superficialità, conformismo, ingiustizie, corruzione, potere oppressivo, religione di facciata ; hanno indicato la strada alternativa del coinvolgimento, della cura, dell'impegno per la giustizia, la libertà, l'uguaglianza, la dignità di ogni persona; hanno testimoniato con la loro vita. Questo è avvenuto e avviene sotto tutti i cieli del pianeta. Alcuni profeti sono conosciuti in tutto il mondo e sono di riferimento e luce per tanti ad esempio Gandhi, Luther King, Desmond Tutu, Bonhoeffer, il vescovo Romero, Edith Stein, Giovanna d'Arco, Teresa d'Ávila, don Mazzolari, don Milani, padre Balducci, padre Turoldo, don Tonino Bello ora proclamato venerabile, don Puglisi, don Diana, Pasolini. Ai tanti profeti e martiri per la difesa dell'ambiente. Le parole e le azioni dei profeti sono sempre scomode perché provocano al ripensamento e al cambiamento e appunto per questo nella società, nella politica e nella Chiesa sono stati e sono inascoltati e lasciati in solitudine. Dentro alla dialettica insopprimibile fra profezia ed istituzioni.
DOMENICA 30 GENNAIO 2022.pdf
AVVISI Durante la settimana la celebrazione dell’Eucarestia è il martedì e il giovedì alle ore 8 in chiesa. La domenica alle ore 8 e 10.00 in Sala Petris.