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DOMENICA 30 NOVEMBRE 2014 Vangelo Marco 13, 33-37
Vangelo di Marco
30/11/2014
DOMENICA 30 NOVEMBRE 2014
1A DI AVVENTO
ESSERE SVEGLI
Vangelo Marco 13, 33-37
“Fate attenzione, rimanete svegli, perché non sapete quando sarà il momento decisivo! É come un tale che è partito per un viaggio: se n’è andato via e ha affidato la casa ai suoi servitori. A ciascuno ha dato un incarico, e al portinaio ha raccomandato di restare sveglio alla porta. Ebbene, restate svegli, perché non sapete quando il padrone di casa tornerà: forse alla sera, forse a mezzanotte, forse al canto del gallo o forse di mattina. Se arriva improvvisamente, fate in modo che non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: state svegli!”.
Tempo di avvento: di attesa di risposte importanti e significative alle esigenze fondamentali dell’umanità, quelle personali coinvolte con quelle di tutte le persone di tutti gli esseri viventi; tempo di arrivo, di venuta di quelle risposte, con riferimento a chi è già venuto e continua a venire ad insegnarci il percorso per riuscire a congiungere attese autentiche e risposte adeguate: Gesù di Nazaret per tante donne e uomini, il profeta Mohamed, Budda per altre persone, comunità e popoli; e altri ancora.
La disponibilità prioritaria per tutti è quella che ci ricorda il Vangelo di questa domenica (Matteo 13, 33-37). “Fate attenzione, rimanete svegli…” Restare svegli comporta il nutrimento della sensibilità del cuore, la disponibilità alla compassione; la profondità e la lucidità della coscienza, il movimento dinamico della intelligenza che intuisce, interroga, cerca risposte. Lo stare addormentati significa pigrizia, conformismo, pressapochismo, superficialità, presunzione e apparenza. Essere e restare svegli: portare, crescere ed estendere la consapevolezza che le attese personali non devono diventare individualistiche, ma invece parte delle attese di tutta l’umanità unita in un unico “destino” di vita o di morte, in relazione intima con la Madre Terra e con tutti i viventi. Questa consapevolezza dovrebbe diventare crescente responsabilità, perché il presente e il futuro sono affidati a noi. Essere svegli significa attendere con responsabilità e impegno la realizzazione della giustizia, cominciando con la corretta informazione su: corruzione, evasione, illegalità. Senza giustizia non possono esserci libertà, democrazia, uguaglianza, pace. Siamo chiamati quotidianamente ad essere giusti per pretendere giustizia per tutti in questa società e nel mondo.
Essere svegli significa crescere e diffondere la convinzione che le diverse forme di violenza, le armi, le guerre, i terrorismi non solo non risolvono, ma peggiorano le situazioni perché provocano morti, feriti, devastazioni, rancori, odio. Scegliere ogni giorno con coerenza la non violenza attiva e la costruzione della pace per pretendere pace nella ferialità delle nostre vite e nelle decisioni istituzionali e politiche. Essere svegli significa percepire le diverse violazioni dei diritti umani: l’indifferenza, i pregiudizi, la mentalità e le pratiche xenofobe e razziste nei confronti di chi è diverso, disabile, omosessuale, carcerato, immigrato. Le problematiche sull’accoglienza degli immigrati e rifugiati dovrebbero riunirci per trovare le risposte possibili, non trasformarsi nel rifiuto. Essere svegli significa approfondire e diffondere la nostra relazione con la Madre Terra e con tutti gli esseri viventi: non più padronanza, dominio e usurpazione, bensì attenzione, premura e cura. Essere svegli significa ancora crescere nella convinzione intima dell’importanza della profondità dell’anima, della spiritualità da alimentare nel silenzio, nella meditazione, nell’ascolto dell’ulteriorità e dell’interiorità, nel riferimento alla Parola che orienta, illumina, verifica e consola. Gesù di Nazaret è venuto a proporci questo progetto di umanità e a coinvolgerci nell’impegno per rispondere a queste attese profonde e universali.
FOGLIO DOMENICA 30 NOVEMBRE 2014.pdf
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