DOMENICA 31 MAGGIO 2015 Vangelo Matteo 28, 16-20

Vangelo di Matteo

31/05/2015

DOMENICA 31 MAGGIO 2015
La ricchezza delle diversità
Vangelo di Matteo 28, 16-20

Gli undici discepoli andarono in Galilea, su quella collina che Gesù aveva indicato. Quando lo videro, lo adorarono. Alcuni, però, avevano dei dubbi. Gesù si avvicino e disse: “A me è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Perciò andate, fate diventare miei discepoli tutti gli uomini del mondo, battezzateli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; insegnate loro ad ubbidire a tutto ciò che io vi ho comandato. E sappiate che sarò sempre con voi, tutti i giorni, sino alla fine del mondo”.

Per iniziare la meditazione su Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo, il riferimento è a Francesco, vescovo di Roma e papa.
Dopo oltre due anni della sua presenza riflettiamo come lui ripropone in modo incessante la questione stessa della fede; in un mondo che procede “come se Dio non ci fosse” la sua preoccupazione e il suo anelito sono quelli di annunciare Dio; e questo a tutti: credenti e non credenti, uomini e donne di altre fedi religiose, nella Chiesa ed oltre ad essa; perché anche nella Chiesa l’attenzione a Dio e alla fede in lui possono attenuarsi, fino a diventare dichiarazioni ripetitive prive di vita, fino ad essere confuse con gli aspetti organizzativi dell’istituzione.
La questione di Dio, della fede e della non fede in Lui è sempre presente, in modi diversi nella storia dell’umanità. In nome della fede in Lui persone e comunità si sono coinvolte e dedicate, impegnate per la giustizia e la pace, con i poveri e gli scartati, spesso anche donando la vita stessa. In nome suo però si sono attuate violenze, guerre, discriminazioni; si sono legittimati poteri e ricchezze, si sono oppressi i deboli e i poveri; emarginate ed escluse le persone.
Tante persone hanno rifiutato il Dio presentato da coloro che si sono dichiarati credenti e si sono dimostrati incoerenti; tante altre si sono comportate nella loro vita come se credessero in Dio, dicendo di non crederci.
Ritornando a papa Francesco, sente l’esigenza profonda di ripresentare il vero volto del Dio umanissimo di Gesù di Nazaret che non solo giudica le persone e il mondo con misericordia, ma che è misericordia. Si tratta quindi di riproporre al mondo con l’annuncio e con i segni credibili la misericordia di Dio perché solo l’amore, la compassione, la misericordia possono salvare l’umanità.
Dio è presenza e mistero; intuito, pregato, dubitato, ancora creduto; il vero Dio è sempre “absconditus” nascosto, da scoprire, mai riducibile ai nostri pensieri, ai nostri schemi, ai nostri riti.
Gesù di Nazaret ci rivela che Dio è Padre, ce lo fa conoscere e amare, ci insegna a pregarlo personalmente e insieme.
Lui è il Figlio, amato e inviato che con la sua presenza nella storia, con le sue parole e i suoi gesti ci rivela il volto umanissimo di Dio che ci sta vicino, ci accompagna e ci sostiene e ci accoglie dopo il passaggio misterioso della morte fisica.
Questo Gesù ci comunica la presenza dello Spirito, ci annuncia che verrà per guidarci a scoprire la verità tutta intera, a fare la verità, per rianimarci nella forza interiore, per infonderci coraggio e nutrire la speranza.
Il Vangelo di questa domenica: Matteo 28, 16-20 ci ripropone le parole di Gesù che invia i discepoli ad annunciare il Vangelo a tutti, a farli diventare discepoli, a battezzarli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, a proporre di seguire l’insegnamento del Vangelo. Nessuna volontà di dominio e di inclusione, magari usando la coercizione, come purtroppo è avvenuto nella storia, ma invece con riferimento al Padre, al Figlio e allo Spirito santo un messaggio profondo di amore, di vicinanza, di accompagnamento, di valorizzazione delle differenze, di vita per tutti.


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