DOMENICA 4 OTTOBRE 2015 Vangelo Matteo 11,25-30

Vangelo di Matteo

04/10/2015

DOMENICA 4 OTTOBRE 2015
Francesco, l’uomo nuovo
Vangelo di Matteo 11,25-30

Allora Gesù pregò così: “Ti ringrazio Padre, Signore di tutto l’universo. Ti ringrazio perché hai voluto far conoscere a gente povera e semplice quelle cose che hai lasciato nascoste ai sapienti e agli intelligenti. Sì, Padre, così tu hai voluto. Il Padre ha messo tutto nelle mie mani. Nessuno conosce il Padre, se non il Figlio e quelli ai quali il Figlio lo fa conoscere”. “Venite con me, tutti voi che siete stanchi e oppressi: io vi farò riposare. Accogliete le mie parole e lasciatevi istruire da me. Io non tratto nessuno con violenza e sono buono con tutti. Voi troverete la pace, perché quello che vi domando è per il vostro bene, quel che vi do da portare è un peso leggero”.

Oggi, 4 ottobre, si è chiamati alla memoria viva e attuale di Francesco di Assisi; essa è attualmente sostenuta in continuità dal vescovo di Roma che per la prima volta nella storia della Chiesa ha scelto per il papa il nome di Francesco come riferimento profondo per il suo ministero, per tutta l’umanità, per la Chiesa come comunità di fede che già Francesco di Assisi era stato chiamato a riformare e che oggi papa Francesco cerca di convertire al Vangelo soprattutto con parole, segni, scelte che la conducano progressivamente alla liberazione dal potere dottrinale che distanzia dalle storie delle persone; dal potere istituzionale centralizzato che la riducono a istituzione di potere fra le altre; dal potere del denaro che la allontana dal Vangelo; dal potere liturgico che si esprime in liturgie lontane dalle vita delle persone e delle comunità. Di queste dimensioni interiori ci parla il Vangelo di Matteo 11,25-30.
Anche all’enciclica così significativa non solo per la Chiesa, ma per tutta l’umanità, proprio per ogni persona lui ha dato il titolo “Laudato sii” che riprende lo straordinario “Cantico delle Creature”. In essa così papa Francesco ripropone la persona del Santo di Assisi: “Non voglio procedere in questa Enciclica senza ricorrere a un esempio bello e motivante. Ho preso il suo nome come guida e come ispirazione nel momento della mia elezione a Vescovo di Roma. Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità. E’ il santo patrono di tutti quelli che studiano e lavorano nel campo dell’ecologia, amato anche da molti che non sono cristiani. Egli manifestò un’attenzione particolare verso la creazione di Dio e verso i più poveri e abbandonati. Amava ed era amato per la sua gioia, la sua dedizione generosa e universale. Era un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore”. 
Francesco d’Assisi per l’intensità e la profondità della sua profezia è l’uomo nuovo che ci guida verso una umanità e una Chiesa nuove. Per riassumere in modo del tutto inadeguato il suo straordinario insegnamento si può affermare che è l’uomo del futuro soprattutto per queste tre dimensioni e prospettive.
La liberazione dal denaro e  dai beni che sono frutto ed espressione dello sfruttamento; una vita essenziale, sobria, condivisa; la disponibilità ai lavori e ai servizi più umili. E insieme la condivisione della condizione degli emarginati, a cominciare dai lebbrosi, passando dalla ripugnanza nei loro confronti all’abbraccio e al bacio. Così padre Balducci: “Il servizio resi ai lebbrosi non fu per Francesco un eroico servizio di carità; fu la pratica rivelativa del vero fondamento del rapporto fra l’uomo e l’uomo e dunque del rapporto fra l’uomo e Dio, il metro aureo per misurare la disumanità del mondo così com’è e, dunque, per contrasto le fondamenta del mondo come dovrebbero essere”.
La liberazione dall’inimicizia: Francesco si reca dai mussulmani, dal sultano a mani nude, mentre i crociati guidati dal papa vanno in armi per uccidere coloro che rappresentano il male. In quel momento è Francesco che guida la Chiesa, non il papa.
La liberazione dal dominio sulla terra e su tutte le creature: il suo sguardo non è di bramosia e di potere bensì di contemplazione e di dialogo. Il Cantico delle creature è uno straordinario messaggio per l’umanità di sempre: quello della relazione con tutti gli esseri viventi e anche con la morte “sorella”: perché Francesco non ha paura né di sé, né degli altri, né di Dio. E’ veramente e pienamente libero.


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