Le nostre storie umane si svolgono giorno dopo giorno nella quotidianità. La presenza, le parole,i gesti della nostra vita esprimono i nostri ideali; l'amore, l'amicizia, le nostre convinzioni; la fede, la speranza; in essi in modo più o meno diretto emergono anche le difficoltà, i dolori, le tribolazioni; di fatto comunichiamo l'orientamento e il senso della nostra vita, la sintesi dei diversi aspetti. E questo avviene soporattutto negli incontri con le persone, nei quali dovremo rivedere chi siamo, anche se più di qualche volta la trasparenza, la sincerità non sono così dirette; se timori e chiusure limitano; se difficoltà rischiano di offuscare le relazioni; se una minore gratuità induce ad attendere risultati e gratificazioni piuttosto che continuare a dedicarsi. A volte avvertiamo l'insistenza della richieste, la vastità del coinvolgimento in tante situazioni umane, anche per questo l'esigenza di fermarsi, vivere il silenzio, di riflettere, di pregare.Queste dimensioni sono presenti nel racconto del Vangelo di questa domenica (Vangelo di Marco 1, 29-39) Usciti dalla sinagoga Gesù entra nella casa di Simone e di Andrea, insieme anche a Giaomo e Giovanni. La suocera di Simone è a letto con la febbre. Appena Gesù lo sa, le si avvicina, la prende per mano, la rialza; le comunica fisicamente vicinanaza, conforto, energia positiva.Una presenza di Dio, nelle parole e nei gesti di Gesù davvero straordinaria nella quotidianità, commuovente nella partecipazione, piena di tenerezza. I gesti della quotidianità rivelano la nostra sensibilità. la nostra umanità.Verso sera tanta gente viene da Gesù accompagnado le persone familiari e amiche ammalate nel corpo, nell'anima, nella mente; “tuttti quelli che erano malati e posseduti dal demonio; Gesù guarì molti di loro che soffrivano di malattie divverse e scacciò molti demoni” . Se la salute è il benessere fisico, psicologico, relazionale, sociale, ambientale, la malattia è ogni condizione di limite, carenza, sofferenza in queste dimensioni; con possibile accentuazione di qualcuna, comuque nalla visione globale, non settoriale, non dissociata dall'essere umano. Gesù è uno straordianrio guaritore perchè vive la compassione; si coinvolge, partecipa, comunica energia positiva che risana,rasserena; infonde fiducia, coraggio, speranza. Senza rifugarsi in dichiarazioni scontate, bensì assumendole come orientamento e criterio fodamntale è sempre decisivo vivere la compasione, il coinvolgimento la premura, la cura per ogni persona, in particolare per chi vive situazioni di difficoltà , di malattia, di sofferenza. La dimensione personale intreccia le risposte organizzate dalla soietà nelle strutture degli ospodeli, delle case di riposo, delle comunità delle persone diversamente abili, diquelle che cercano do liberarsi della dipendenze; diquelle presenti nel territorio dopo lla chiusura degli ospedali psichatrici, per le persone sofferenti nella psiche.Gesù è stanco e sente l'esignenza di star da solo, in silenzio; di dialogare con il Padre. “Il giorno dopo Gesù si alzò molto presto, quando ancora era notte fonda e uscì fuori. Se ne andò in un luogo isoloato e là si mise a pregare”.E' fondamentale l'esperianza del silenzio, della riflessione, della preghiera, non per scappare dalla realtà, dalla responsabilità, ma per orientarele, illuminare, verificare, rilanciarle e sostenerele. La soltudine amica, il silenzio profondo; la preghiera come ascolto interiore più che espressione verbale; vissuti indispensabili per la nostra umanità, per gli incontri significativi con gli altri. E' proprio importante favorire anche esperienze comunitarie di silenzio e di riflessione; per una comunità di lettura e di meditazione della Parola.