Dona ora!
Chi siamo
Mission
Storia
Organizzazione
Ufficio di presidenza
Consiglio direttivo
Gruppi di lavoro
Statuto
Bilancio sociale
Trasparenza
Cosa facciamo
Accoglienza
Biblioteca
Cultura
Convegno di Settembre
Altri eventi
Lettera di Natale
Notiziario
Diritti
Rete DASI FVG
Giustizia
Carcere
Cooperazione internazionale
Fondatore
Biografia
Galleria
Riflessioni
Pubblicazioni
Agenda eventi
Come aiutarci
Diventa socio
Volontariato
Servizio Civile
Donazioni
Contributi
Cibo e vestiario
5 per mille
Lasciti testamentari
Contatti
Contattaci
Dove siamo
Iscrizione newsletter
Sala Petris
Dati tecnici e regolamento
Prenotazione
Parrocchia
Orari Messe
Eventi parrocchiali
Foglio della domenica
Siti amici
Cerca nel sito…
Contiene
Inizia per
E' uguale a
Visualizza
10 records
25 records
100 records
Tutto
Dona ora!
DOMENICA 6 Agosto 2017 Vangelo Matteo 17,1-9
Vangelo di Matteo
06/08/2017
DOMENICA 6 AGOSTO 2017
Trasfigurazioni di vita o di morte
Vangelo di Matteo 17,1-9
Sei giorni dopo, Gesù prese con sé tre discepoli: Pietro, Giacomo e Giovanni fratello di Giacomo, e li condusse su un alto monte, in un luogo solitario. Là, di fronte a loro, Gesù cambiò aspetto: il suo volto si fece splendente come il sole e i suoi abiti diventarono bianchissimi, come di luce. Poi i discepoli videro anche Mosè e il profeta Elia: essi stavano accanto a Gesù e parlavano con lui. Allora Pietro disse a Gesù: 'Signore, è bello per noi stare qui. Se vuoi, preparerò tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia'.
Stava ancora parlando, quando apparve una nuvola luminosa che li avvolse con la sua ombra. Poi, dalla nuvola venne una voce che diceva: 'Questo è il Figlio mio, che io amo. Io l'ho mandato. Ascoltatelo!'.
A queste parole, i discepoli furono talmente spaventati che si buttarono con la faccia a terra. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: 'Alzatevi! Non abbiate paura!'. Alzarono gli occhi e non videro più nessuno: c'era infatti Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù diede quest'ordine ai discepoli: 'Non dite a nessuno quel che avete visto, fino a quando il Figlio dell'uomo sarà risuscitato dai morti'.
Noi tutti possiamo raccontare esperienze di tras-figurazione, nelle quali cioè siamo andati oltre la figura conosciuta, anche se così spesso con approssimazione.
Esperienze positive di amore profondo, di amicizia sincera, di dedizione gratuita sperimentate che portano anche l’espressione degli occhi, la comunicazione del volto a un cambiamento, a diventare più luminose ed espressive.
Sguardo e volto possono esprimere anche dolore, tristezza profonda dell’animo, angoscia, e per questi vissuti mutare nella “figura”.
La donna in attesa di un figlio si trasfigura rispetto a prima; una malattia devastante e distruttiva modifica in modo evidente la figura di una persona.
Avviene che una persona in modo inatteso si dimostri diversa nel praticare il bene; al contrario in modo negativo si dimostri diversa da prima nel compiere il male; si considerino i numerosi fatti di violenza fino ad uccidere i familiari, le persone care, le donne a cui prima si è dichiarato amore, ma quale amore?
La complessità del cuore e della psiche umana portano dunque a trasfigurazioni nel bene e nel male, anche inattese, sorprendenti e sconvolgenti.
Anche la terra e tutte le espressioni della vita si trasfigurano, modificano cioè le loro figure conosciute; questo avviene soprattutto per due motivi: le sorprendenti trasformazioni ed espressioni della vita per le dinamiche intrinseche alla vita stessa e purtroppo a causa della spregiudicatezza, della violenza, della volontà di dominio e sfruttamento dell’uomo.
Si avverte l’esigenza profonda di trasfigurazioni positive: di esperienze di giustizia, pace, accoglienza, delle persone di ogni condizione esistenziale, custodia della terra e di tutte le espressioni di vita.
Nessuno vorrebbe più vedere le città distrutte dalle guerre, le persone uccide e ferite; ed ugualmente i morti in mare e ancore le persone maltrattate perché deboli, disabili, anziane, straniere, carcerate, nomadi.
Si avverte l’esigenza profonda di trasfigurazioni positive del nostro sentire profondo, dei nostri sentimenti, dei nostri pensieri del cuore, delle nostre relazioni con gli altri.
Il Vangelo di questa domenica (Matteo 17,1-9) ci racconta l’esperienza della trasfigurazione di Gesù che i tre discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni hanno vissuto del monte. La luce intensa, la nube segno della presenza di dio, la voce dal cielo indica in Lui il Figlio da ascoltare, sono segni che indicano l’esperienza sorprendente di Dio. I tre discepoli intuiscono in modo più profondo che è veramente quel Gesù di cui giorno dopo giorno ascoltano le parole, osservano i gesti negli incontri con le persone. Probabilmente non si tratta solo di percepire con maggior profondità ma insieme di essere coinvolti dalla sua straordinaria umanità che rivela una dimensione di ulteriorità, di riferimento al divino: per seguirlo nella disponibilità a vivere come lui vive: totalmente per gli altri.
La memoria della trasfigurazione coincide oggi, 6 agosto, con quella terrificante delle migliaia di vittime di Hiroshima: 70.000 nei primi 5 minuti, 140mila entro il dicembre di quell’anno e tre giorni dopo di altre decine di migliaia a Nagasaki e decine di migliaia a lungo negli anni successivi.
La trasfigurazione più terribile e devastante nella storia dell’umanità: per alcune persone la trasfigurazione è consistita nello sparire completamente, lasciando solo un’ombra là dove si trovavano. Delirio di onnipotenza distruttiva dell’uomo. La forza dell’amore si pone come alternativa a operare trasfigurazioni di vita.
Domenica 6 AGOSTO:
Unica celebrazione dell’Eucarestia alle ore 9.30 (così sarà per i mesi di luglio e agosto; le due celebrazioni riprenderanno domenica 3 settembre).
FOGLIO DELLA DOMENICA 6 AGOSTO 2017.pdf
Vedi anche