Questa domenica ricorre la festa del Corpus Domini, del Corpo e Sangue del Signore (Vangelo di Marco 14,12-16.22) con l'esigenza di chiarire e approfondire: spesso si è rischiato e si rischia un Corpus Domini senza corpo, con riferimento esclusivo all'ostia consacrata del tabernacolo e dell’ ostensorio ; ancora di più con la sottolineatura del dominus, cioè del Signore, come ulteriore contributo al distacco dalla comune condizione umana a cui Gesù di Nazareth ha pienamente partecipato con la sua vita donata totalmente agli altri. Gesù con il suo corpo ha comunicato compassione, vicinanza, ha toccato i corpi delle persone e da loro si è lasciato toccare come ad esempio dalla donna prostituta; ha comunicato fiducia, speranza, guarigione, salvezza. Il suo corpo ha vibrato di sentimenti, sogni, gioie, delusioni e tristezze, pianto e sorriso. Un corpo giovane colpito dalle botte durante l'arresto, prostrato fino all'estremo dalla tortura della flagellazione e della corona delle spine conficcate nella testa; un corpo che cade più volte sulla via del calvario dove viene inchiodato sulla croce sfigurato e ansimante. Guardando l'ostia consacrata ci si chiede se questi aspetti sono presenti o se vengono in qualche modo dimenticati e separati da una sacralità che è segregazione dall'umano. Gesù di Nazareth risorge da morte e Vivente incontra le donne e gli uomini suoi discepoli con la sua corporeità che lui stesso conferma nella condivisione del cibo al termine del cammino di Emmaus, nella stanza in cui avevano celebrato la cena pasquale ed egualmente sulla riva del Lago di Tiberiade e invita anche a toccare le sue ferite rimarginate. La sollecitazione per noi è a considerare gli l’interezza delle nostre persone e quella di Gesù di Nazareth, dei nostri corpi e delle dimensioni profonde che essi rivelano e nascondono, nel rapporto continuo tra i vissuti dell'anima, i sentimenti, i pensieri e la loro comunicazione attraverso la nostra corporeità che si manifesta anche con un linguaggio proprio, quello del corpo appunto: nello sguardo, dell'espressione del volto, nella gestualità, nelle posizioni diverse. I corpi esprimono vita, amore, dinamismo forza interiore e anche tristezza, dolore e angoscia; salute psicofisica è sofferenza e dolore; alle volte sono trasformati e consumati dalla malattia. Ci sono corpi che non sono abili a certi movimenti ed espressioni e che, nonostante queste difficoltà, riescono ad esprimere in altri modi sentimenti, qualità e doti straordinarie. Ci sono corpi provati e prostrati fino alla cessazione delle forze vitali da ingiustizie, fame, guerre, violazione dei diritti umani, torture," disgrazie" inattese; altri venduti, sfruttati, trafficati, resi oggetto del mercato sessuale e di violenze con riferimento particolare alle donne. Gesù ci ha detto che lo incontriamo in chi ha fame e sete, è denudato di dignità e di vestiti, è ammalato, carcerato, forestiero, e questo in diretta relazione con i loro corpi. È materialistica e di fredda organizzazione l'affermazione conosciuta che Gesù ha " istituito “l’Eucaristia nell'ultima cena e quindi il sacerdozio. Ben diverso è e dire che Gesù si è donato nel pane nel vino per esprimere il dono totale della sua vita di cui il corpo e il sangue sono parti essenziali. L’ Eucarestia non è un rito separato dalla vita, è l'evento dell'incontro con Gesù attorno ad una mensa per nutrire le convinzioni e la forza interiore, Il coraggio e la perseveranza per costruire un mondo di giustizia, libertà, uguaglianza, fratellanza e pace. Per questo Lui è venuto e ci incoraggia.
AVVISI Celebrazione dell’Eucarestia alle ore 8.00 e 10.30 in Sala Petris Nei giorni feriali, martedì e giovedì: alle ore 8.00 in chiesa. Il prossimo giovedì 20 maggio alle ore 19.00 in chiesa.
DOMENICA 6 GIUNGO 2021.pdf