Il Vangelo di questa prima domenica di Quaresima propone una riflessione sulle tentazioni vissute da Gesù di Nazareth e sulla sua risposta di fedeltà e coerenza. Sono situazioni permanenti e personali e insieme comunitarie e sociali da non ridurre alla dimensione individualistica né alla questione sessuale che a lungo ha riempito i libri di teologia morale a scapito di quelle dell'etica sociale, della dignità di ogni persona, della giustizia, dell’uguaglianza, dei diritti umani. Le tentazioni assumono diversi volti: nell'ambivalenza costitutiva, della possibilità dell'essere umano di decidere per il bene o per il male. Gesù ha subito il fascino di essere seguito e applaudito nel momento in cui avesse trasformato, dopo lungo digiuno nel deserto le pietre in pane. Avrebbe soddisfatto in un momento la sua fame e quella della gente che lo avrebbe esaltato e osannato diventandone dipendente. Ci si riferisce ad ogni situazione in cui si possono utilizzare ruoli, funzioni, compiti facoltà, competenze qualità per esibire se stessi, affermarsi, essere applauditi, seguiti, influire, determinare dipendenze senza riflettere sul percorso delle persone, sulla loro autonomia e responsabilità. Si tratta dell'esaltazione dell’ego e della sua gratificazione; il bene comune non esiste. Gesù ha subito il fascino della tentazione dell'avere, dell’accumulare territori, beni, denaro, ricchezze, di essere pienamente capitalista. È la tentazione permanente e più diffusa: dagli egoismi personali, ai poteri economici, alle multinazionali che massimizzano i profitti e provocano impoverimento, diseguaglianze e morte; è esteso l'inserimento capillare delle organizzazioni mafiose e criminali, si evidenziano l'evasione fiscale e la corruzione. La risposta affermativa a questa tentazione pretende la diminuzione fino al l'azzeramento della coscienza etica, la vendita stessa della coscienza. È la seconda volta che è preminente l’azione dell'ego, il sé individuale, di gruppo, di sistema. Gesù risponde che solo l'autorità di Dio merita rispetto e obbedienza libera e consapevole; e tutte le altre autorità che li pretendono sono abusive, seguono la logica del potere nel dominio. Anche il fascino della terza tentazione riguarda l'esaltazione dell’io e la ricerca dell'appoggio strumentale in Dio annullando così la relazione, la confidenza, l'affidamento." Se sei figlio di Dio buttati giù dalla sommità del tempio, lui non permetterà che ti sfracelli e manderà in aiuto i suoi angeli”. La tentazione di usare Dio è una costante della storia, presente tra coloro che si dicono credenti e nella Chiesa. Usare Dio per confermare la propria autorità, per affermare potere, per esibire clericalismo, per posizioni che sono solo umane mentre invece si pretende derivino e siano confermate da lui. Con Dio si dialoga, si dibatte anche con lui, lo si prega con fiducia e affidamento senza pretendere con spregiudicatezza legittimazioni e conferme.
DOMENICA 6 MARZO 2022.pdf
AVVISI Durante la settimana la celebrazione dell’Eucarestia è il martedì e il giovedì alle ore 8 in chiesa. La domenica alle ore 8 e 10.30 in Sala Petris.
2 Marzo: mercoledì delle Ceneri, alle ore 17 celebrazione e segno delle ceneri, in Chiesa