Nella violenza l'essere umano è capace di oltrepassare i limiti prevedibili, accanirsi in modo spietato quasi che ogni freno inibitore cessasse. È un grosso interrogativo pensando al contrario come l'essere umano sia capace anche in situazioni di totale violenza di esprimere segni di umanità positiva, di vicinanza, di solidarietà. Bisognerà sempre ripartire dai frammenti di bene, dalle possibilità inedite dell’essere umano di cogliere quei frammenti di vita e di resurrezione alle volte, solo alle volte, solo lievemente avvistati e che hanno a che fare in qualche modo coi segni di bontà che Gesù di Nazareth ha condiviso fra i suoi amici e le sue amiche. Ci vorrà sempre il grande sforzo comunitario, istituzionale, politico per fissare i fondamenti necessari a cui attingere e per cui poter esprimere un gesto di vita e non di morte. Si temeva la guerra ma si sperava non accadesse. E ora siamo a contare i giorni e chissà quando questo scritto potrà essere letto. Quanti se ne saranno ancora aggiunte: di uccisioni, di fosse comuni, di crimini contro l'umanità, di coperture della verità. È uno sconcerto perché l'umanità rivela ancora una volta la sua capacità di aggredire in modo così disumano, raschiare allibiti distruzioni di massa di edifici, scuole, stazioni, luoghi industriali: situazioni spettrali che interrogano fin nel profondo dove arrivi la distruttività umana senza alcuna considerazione umana che funga in qualche modo almeno da freno, da attenuante urgente o la gravità delle situazioni. Migliaia e migliaia di profughi in fuga a cominciare dai bambini e dagli anziani, nelle loro innumerevoli storie si colgono dolori e sconcerto non raccontati. Sono gli incontri personali dei straordinari corrispondenti come Francesca Mannocchi che ascoltiamo nelle loro storie: c'è il gruppo dei bambini nello scantinato, c'è il bambino solo che è stato accompagnato a rischio dai genitori in un altro luogo e poi è tornato; c'è una donna anziana che piange disperata e rivela il suo sentimento profondo e la vergogna dopo aver vissuto la prima guerra mondiale e ora si ritrova di nuovo in quella situazione, in quei luoghi condivisi. AVVISI Durante la settimana la celebrazione dell’Eucarestia è il martedì e il giovedì alle ore 8 in chiesa. La domenica alle ore 17 in Sala Petris
DOMENICA 8 MAGGIO 2022.pdf