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Non girarti dall'altra parte. Le sfide dell'accoglienza
Pierluigi Di Piazza
2019
nuovadimensione
Esprimermi sull’accoglienza, scrivere, anche destinando ad altre persone queste riflessioni, è indubbiamente arduo.
L’accoglienza infatti riguarda il dentro e il fuori di me, il luogo in cui vivo e tutti i luoghi del Pianeta; dall’accoglienza mi sento avvolto, attraversato, sollecitato, provocato; dai suoi esiti anche frastornato, ma certo sempre arricchito.
Riguarda dimensioni personali intime e azioni concrete; il Vangelo e la Costituzione, i diritti umani proclamati e la concreta prossimità.
A me pare che l’accoglienza riguardi il senso stesso della vita; che viverla renda umani, profondamente umani, negarla meno umani fino alla disumanità. I fatti che accadono sono una conferma o una negazione dell’accoglienza, comunque una provocazione a riflettervi.
Pierluigi Di Piazza
I migranti sono una grande, esplicita rivelazione. Ci rivelano prima di tutto come sta il mondo, le sue situazioni drammatiche.
Accogliendo una persona, guardando con umanità il suo volto, la domanda è immediata: perché sei qui, da dove vieni, da quali condizioni di vita?
In secondo luogo i migranti ci rivelano chi sono provocando in noi incertezza, disagio, timore, curiosità, esigenza di conoscenza delle loro differenze.
La loro presenza diventa per noi una provocazione a uscire dalla convinzione errata che il mondo sia il nostro mondo e che i mondi degli altri o gli altri mondi siano sempre inferiori al nostro.
Nel momento storico attuale la parola accoglienza entra nel dibattito, nelle polemiche, nella propaganda e negli esiti delle votazioni amministrative e politiche; è una parola divisiva anche fra coloro che si dicono credenti.
Pierluigi Di Piazza
, prete controcorrente, parla di accoglienza partendo dalla sua esperienza personale, di uomo, di prete, di insegnante, dall’esempio positivo dei suoi genitori e della solidale vita di paese, dalla fredda empatia riscontrata in seminario, dalla sensibilità del proprio insegnamento scolastico condotto in modo aperto e rispettoso, dalla conduzione di una parrocchia attiva e coinvolta, sempre, nell’attenzione all’altro, accogliente di ogni pensiero e diversità.
Lo fa attingendo soprattutto alla sua esperienza di fondatore del Centro di accoglienza per stranieri e di promozione culturale Ernesto Balducci, di guerriero dell’accoglienza che affronta i piccoli grandi ostacoli quotidiani con coraggio e con la fede, mettendo in discussione personali pregiudizi e paure. Il suo è un invito a riflettere, a sentire, a non girarsi dall’altra parte, ma ad accettare la sfida dell’accoglienza, per seminare una nuova umanità.
Il libro vanta contributi preziosi di:
don Tonio Dell'Olio
, presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi;
Paolo Tomasin
, sociologo ed esperto in cooperazione e integrazione sociale e
Gianfranco Schiavone
, vicepresidente dell’ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) e presidente dell’ICS (Consorzio Italiano di Solidarietà) di Trieste.
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